Una Città260 / 2019
ottobre


"...la cittadella del socialismo fiammingo, in una via del centro di Gand... Impossibile immaginare luogo più appropriato; tutto vi si trova ciò che può contribuire a unire e organizzare le forze del partito. Al pian terreno un vasto caffé, una bella sala molto chiara, decorata di colori vivaci, con una folla di motti eroici scritti sulle pareti. La birra che vi si spaccia è la migliore della città; vi si può far colazione, pranzarvi, al prezzo più onesto; soltanto l'alcool vi è vietato. E ciò non impedisce che i tavolini di questo caffè siano invasi ogni sera, e non vi è osteria a Gand che, la domenica, sia più frequentata. Ai piani superiori, grandi e piccole sale ove tutte le settimane gli operai si riuniscono; ogni corporazione ha il suo orario; tratto tratto Anseele o qualche suo amico, tiene una conferenza; talora il Vooruit dà feste, concerti, balli pei giovani operai e balli per i bimbi".
Tratto da: Théodore de Wyzewa “Cooperazione fiamminga”, Critica sociale, n. 15, 20 ottobre 1891  

Racconto di due città
Sulla crisi della sinistra
Michael Walzer

Premiare chi si impegna
Siamo il paese della flex-insecurity?
Riccardo Salomone

Un libro più del padrone
Sul sindacato di ieri e di oggi
Intervista a Giorgio Benvenuto

La rimessa
Su una cooperativa che fa integrazione
Intervista a Giovanni Vai

Bambini spezzati
L’esperienza della clinica Tavistock di Londra
Intervista a Margaret Rustin

Hong Kong, 2019
Foto di Ilaria Maria Sala

Le reazioni dell’amigdala
Sull’imperfezione della natura
Intervista a Telmo Pievani

L’eterno e il linguaggio dei tempi
Il tragitto intellettuale di don Gianni Baget Bozzo
Intervista a Giovanni Tassani

Addio Sabrina
In ricordo di Sabrina Nicolucci

Cosa dicono le antologie. De Angelis, Valduga
Alfonso Berardinelli (p. 38)

Bilancio del declino demografico
Angela Silvestrini, Maura Simoni

Sull’uscita di Renzi dal Pd
Salvatore Biasco

Il “popolo” della Costituzione e quello dei populismi
Francesco Ciafaloni

La condanna per aborto
Emanuele Maspoli

Extinction Rebellion
Belona Greenwood

In ricordo di Ennio Bonali
Oscar Bandini

In ricordo di Simonetta Ortaggi
Paolo Cammarosano
 
Mentre licenziamo il numero, la Turchia sta invadendo il nord curdo della Siria grazie al tradimento degli Stati Uniti. Nella vita quotidiana se tradisci un amico che ha rischiato la vita per aiutarti, il disonore ti accompagnerà per sempre. L’idea che in politica sia diverso, che in politica tutto sia permesso, è penosa e banale. Le conseguenze saranno disastrose: nessuno più si fiderà della parola degli Stati Uniti che torneranno a essere odiati da tutto il mondo. è lontano il tempo dell’intervento a difesa dei kossovari, quando anche i grandi paesi dell’Europa si distinsero con coraggio. Nel mondo ormai scorazzano indisturbati neodittatori arroganti, che annettono, aggrediscono, terrorizzano civili, uccidono e incarcerano giornalisti, ma di questo noi europei non abbiamo tempo di preoccuparci, c’è in ballo ben altro: il dazio sul formaggio e sullo champagne. L’Europa sembra finita prima di cominciare. Va così.

La copertina è dedicata a Sabrina Nicolucci, una ragazza che non si è piegata neppure quando la sfortuna, e questa volta senza remissione, è tornata ad accanirsi contro di lei. Il nostro saluto alle pagine 36 e 37.

Dall’esempio di due città, Johnstown, città operaia e un tempo democratica, oggi trumpiana, e Princeton, cittadina borghese e intellettuale, oggi democratica all’80%, una riflessione sulle cause dell’odierno smarrimento, dalla globalizzazione che ha esasperato al massimo le disuguaglianze, alla reazione identitaria dei movimenti per i diritti civili e all’incapacità conseguente della sinistra di costruire una maggioranza. Com’è stato possibile che mentre neri, donne e omosessuali conquistavano nuovi diritti, la disuguaglianza ha continuato a crescere? Com’è stato possibile che a sinistra si sia finiti con il disprezzare e dileggiare gli operai bianchi che non vedono di buon occhio l’immigrazione clandestina? Da dove ripartire? Un intervento di Michael Walzer.

La grande stagione dell’Flm, il sindacato unitario dei metalmeccanici, dove anche fra i dirigenti i rapporti erano di grande amicizia e lealtà; anni di riforme, come lo Statuto dei lavoratori e le 150 ore, conquistate e condivise e non “concesse”; l’idea buona, oggi più che mai, di un “sindacato dei cittadini”; le grandi figure di Trentin e Carniti e la ferita, mai rimarginata purtroppo, del referendum sulla scala mobile. A raccontare è Giorgio Benvenuto.

La storia straordinaria di Gianni Baget Bozzo, intellettuale cattolico fattosi prete in età matura, che riuscì a tenere insieme teologia, mistica e passione politica, a passare dall’avversione al centrosinistra alla convinzione della necessità di un compromesso storico, fino alla militanza socialista; la Vergine di Guadalupe e il gran giorno in cui tornò a dir messa; la notte della depressione e il discorso di Onna di Berlusconi. L’intervista è a Giovanni Tassani, suo amico fraterno.