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Una Città 62 / 1997
TRA UNICITA’ E RELATIVISMO
Intervista a Claudio Pavone di Sergio Sinigaglia
Intervista a Claudio Pavone.

Una Città 61 / 1997
LE CONFERENZE DI EMERSON
Intervista a Nadia Urbinati di Franco Melandri, Alessandro Pilotti
L’individualismo americano, che professa la fede in una democrazia non come insieme di regole, ma come sistema di vita, affonda le sue radici nell’idea che la divinità è in ognuno di noi, è ovunque. La conferenza dove chi espone le proprie opinioni accetta il contraddittorio è una delle scene basilari della democrazia americana. La profonda convinzione che parlare è meglio che contare i morti. Intervista a Nadia Urbinati.

Una Città 60 / 1997
LA SEGRETA STRATEGIA
Intervista a Luciano Lanza di Franco Melandri
Dopo tanti anni di silenzio la verità sulla strage di piazza Fontana forse si avvicina. Le impressionanti carte dei giudici in cui si racconta di un convegno a Roma dove tutto iniziò, di una strategia internazionale golpista, di servizi segreti tutt’altro che deviati, di una montatura contro gli anarchici architettata per tempo. Le responsabilità per la morte di Pinelli. Intervista a Luciano Lanza.

QUEL VENERDI’ POMERIGGIO
Intervista a Cesare Vurchio di Franco Melandri
Intervista a Cesare Vurchio.

Una Città 58 / 1997
ALTAFINI, IL 56 E GLI URLATORI
Intervista a Guido Crainz di Sergio Sinigaglia
La televisione che si diffonde in campagna, Il Giorno con le sue grandi inchieste sociali, le magliette a striscie, ma anche il casellario giudiziario centrale e il ’56 che a sinistra non provoca lo sconquasso augurabile. Lo straordinario periodo fra gli anni 50 e 60, con le sue trasformazioni sociali, l’esplosione del consumismo e l’insofferenza di tanti giovani che sfocerà nel 68. La grande occasione riformista mancata dal centrosinistra. Intervista a Guido Crainz.

Una Città 57 / 1997
LIBERTA’, DIGNITA’ E AUTONOMIA
Intervista a Paolo Costa di Franco Melandri
L’idea di Gobetti sulle carenze strutturali dell’Italia, sul fascismo come specchio dei mali italiani, primo fra tutti la mancanza di senso di responsabilità, resta di grande attualità anche oggi, cinquant’anni dopo la sconfitta e la fine del Partito d’Azione che a quelle idee si ispirava. La simpatia di Gobetti per il volontarismo rivoluzionario e per la Russia dei soviet che vedeva contrapposti al determinismo marxista e serratiano. Intervista a Paolo Costa.

IL LUTTO ETERNO
Intervista a Alain Brossat di Muhameddin Kullashi
Il concetto di catastrofe, un guazzabuglio dove il fallimento di Ariane 5 e la distruzione della Cecenia si equivalgono. Ogni sacralizzazione, ogni teologizzazione dello sterminio, ma anche ogni idea di memoria dell’evento unico comportano rischi di cristallizzazione in un prima e un dopo che non permettono più di discernere e operare razionalmente. Né un annoiato relativismo né l’assolutizzazione di una singolarità. Intervista a Alain Brossat.

LA STANCHEZZA DELL’ESORCISTA
Intervista a Gustaw Herling di Marco Bellini
Il male sta vincendo banalizzandosi e mostrandosi apertamente. Nazismo e comunismo hanno avvelenato il secolo, la seconda guerra mondiale ha mostrato le potenzialità del male. Il dubbio che scriverne, raccontarne, serva a poco. Intervista a Gustaw Herling.

Una Città 56 / 1997
IL DATO NATURALE
Intervista a Pierre-Andrè Taguieff di Marco Bellini
Il marchio tremendo di essere sinonimo di razzismo, sterminio, eliminazione del più debole pesa sull’eugenetica, che, oltre ad essere una pratica attuata da sempre dalle coppie, è un sogno utopistico che attraversa tutta la modernità ed è stato, fino al 1933, un ideale progressista di lotta filantropica per la riduzione del male nel mondo. L’assurdità di una sacralizzazione, da parte cattolica, della natura così com’è. Le possibilità, certo rischiose, ma non da demonizzare, offerte dalla genoterapia germinale. Intervista a Pierre-André Taguieff.

Una Città 53 / 1996
IL PERICOLO DELL’INCOMPARABILE
Intervista a Enzo Traverso di Marco Bellini
Una versione aberrante della Shoah come evento extra-storico, come manifestazione del male assoluto. Il rischio, a forza di pensare che Auschwitz sia unica, di minimizzare ogni altro crimine che possa accadere. Meglio sarebbe parlare di singolarità storica di un genocidio che, per il suo movente esclusivamente razziale, è senza eguali in questo secolo. I motivi per cui, nel cuore stesso della civiltà europea, è avvenuta una rottura di umanità. La responsabilità storica che dobbiamo portare. Intervista a Enzo Traverso.