Pierre-Andrè Taguieff insegna presso l’Institut des Etudes Politiques di Parigi.

L’eugenetica è ormai intesa come una scienza legata indissolubilmente al nazismo. E’ giusto questo collegamento?
E’ vero, il dibattito sull’eugenetica è oggi avvelenato da un immaginario politico che la associa in modo indissolubile, sul piano ideologico, al nazismo. Quando si dice "eugenetica", immediatamente si pensa a stermini e genocidi; condannare e demonizzare l’eugenetica perché razzista è diventato un luogo comune. Che questo avvenga soprattutto a sinistra è paradossale, perché fu soprattutto negli ambienti della sinistra rivoluzionaria e socialista che l’eugenetica, legata al neo-malthusianesimo, si radicò alla fine del XIX secolo, fino all’avvento del nazismo. Sfortunatamente, l’episodio nazista, cioè il fatto del tutto contingente che i nazisti fossero antisemiti, razzisti e contemporaneamente fautori dell’eugenetica, ha generato il controsenso storico che vuole eugenetica e razzismo sinonimi. Che, poi, ci siano stati degli eugenisti razzisti, non cambia la sostanza del discorso: le fonti dell’eugenetica non sono le stesse del razzismo. D’altra parte, pensiamo ai tanti eugenisti antirazzisti, come Haldane, grande biologo inglese, Julian Huxley, primo presidente dell’Unesco ed eugenista entusiasta che, al pari di George Bernard Shaw, pensava che l’eugenetica fosse la religione dell’avvenire. Secondo costoro, l’umanità doveva finalmente prendere nelle sue mani il proprio destino biologico e fare delle scelte responsabili nei riguardi della propria discendenza. L’eugenetica si confondeva con la responsabilità morale delle generazioni presenti verso le generazioni future. Era una nuova morale, centrata sull’idea di migliorare la specie umana nella sua totalità, o in parte. L’idea di base dell’eugenetica, infatti, era impedire la riproduzione di "tare" ereditarie scoraggiandone i portatori dal riprodurle, non essendovi altre possibilità terapeutiche. Nessun eugenista, a parte i teorici nazisti, ha mai proposto lo sterminio degli indesiderabili! Gli eugenisti più intransigenti pensavano di impedire la nascita di esseri umani considerati incurabili o incapaci di condurre una vita socialmente indipendente; nessuno mai ha proposto di mettere a morte degli esseri umani già nati!
Ciononostante, a partire dal momento in cui i nazisti cominciarono a promulgare leggi e decreti di tipo eugenista, mescolandoli con leggi che proibivano i matrimoni misti fra tedeschi ed ebrei, il profondo radicamento a sinistra dell’eugenetica venne del tutto dimenticato.
Naturalmente, l’eugenetica reca con sé il pericolo di confusioni: per esempio, un’eugenetica "negativa", tesa cioè ad evitare la riproduzione del "male", brutale e odiosa, venne messa in pratica negli Stati Uniti a partire dal 1907-08, precisamente nello Stato dell’Indiana, e poi nei paesi scandinavi e in Svizzera, ben prima, quindi, delle leggi tedesche del 1933-34. Avvenne che alcuni teorici riformisti americani, preoccupati della qualità della popolazione, pensarono di lottare contro la criminalità e l’alcolismo castrando gli stupratori e sterilizzando gli alcolisti o gli infanticidi. Si trattava di un metodo brutale che utilizzava tecniche barbare con una legittimazione eugenetica. Resta però il fatto che negli Stati Uniti la confusione fra criminologia, repressione dell’alcolismo e della criminalità ed eugenetica si verifica molto prima di quella fra razzismo, antisemitismo ed eugenetica degli anni Trenta e Quaranta. Dalla parte opposta, si situa invece l’eugenetica francese, più filantropica ed umanitaria. A differenza dell’eugenetica anglosassone, che è mendeliana e quindi ereditarista, l’eugenetica francese, essendo legata al lamarckismo, insiste molto sull’influenza dell’ambiente: oltre a cercare di migliorare la scelta dei procreatori, si interessa anche all’igiene e all’alimentazione del bambino e della madre.
Si tratta di un’eugenetica che è nello stesso tempo eutenica. Fu Dobzhanskij, biologo di origine russa, a introdurre negli anni Trenta la distinzione fra l’eugenetica, che agisce essenzialmente sulla trasmissione ereditaria, e l’eutenica, che implica un’azione sull’ambiente.
In generale, possiamo dire che l’eugenetica è un progetto politico di miglioramento della specie umana che, come tale, entra direttamente in competizione con gli altri due grandi progetti della modernità: il progetto educativo, che pensa di rigenerare l’umanità attraverso l’istr ...[continua]

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