Anelli Mancanti (www.anellimancanti.it) è un’associazione di Firenze che offre vari servizi gratuiti a cittadini italiani e a migranti, svolti da operatori e mediatori culturali per promuovere la cultura multietnica. In particolare vengono svolte attività di accoglienza, orientamento al lavoro e assistenza legale. Silvia, Marco, Giorgios, Costanza sono volontari e si occupano delle varie attività dell’associazione.

La vostra associazione ha molte attività tutte rivolte alle questioni dell’immigrazione. Come volontari spesso vengono coinvolti gli stessi ragazzi immigrati, potete spiegarci la ragione di questa affezione?
Silvia. E’ vero, molti ragazzi immigrati, passata la fase del bisogno, rimangono a fare qualcosa con l’associazione -e anche i volontari si fermano a lungo. Forse dipende dalla convivialità, che è una peculiarità dell’associazione: oltre a lavorare assieme, facciamo cene, feste…
Credo che anche la scelta di responsabilizzare le persone giochi un ruolo importante. Infatti a chi viene da noi, alla seconda o terza volta, vengono affidate delle cose da fare in modo che possa sentirsi riconosciuto, parte attiva del gruppo. Cerchiamo di non fare del mero assistenzialismo, piuttosto offriamo la possibilità di conoscere altre persone, di scambiare esperienze, di fare amicizia.
E poi ci sono le varie attività pratiche: insegniamo la fotografia, l’informatica, le altre lingue o come fare un giornale. Generalmente non si pensa che queste cose possano interessare o fare parte del bagaglio di conoscenze di un ragazzo immigrato, ma è una visione miope: perché non dovrebbe aver voglia di imparare le tecniche di ripresa e montaggio? Anche perché posso dire per esperienza che questi ragazzi hanno molte più risorse di quanto in genere siamo indotti a credere.
Senza voler fare della retorica posso dire che per i bisogni primari riescono a cavarsela molto bene, meglio dei loro colleghi italiani. Le difficoltà riguardano l’inserimento e appunto la possibilità di allargare i propri orizzonti conoscitivi. C’è una grossa difficoltà a fare amicizia fuori dal proprio gruppo, che in genere coincide con quello del paese di provenienza. Se ci pensi, ciascuno di noi ha voglia di uscire con persone nuove, di imparare, di fare foto, di scrivere. I loro desideri sono molto simili a quelli dei loro coetanei italiani. Hanno bisogno di sentirsi meno soli. Molti hanno voglia di imparare e cercano le occasioni per uscire dal loro ambiente che finisce per offrire sempre le stesse cose. Forse in questo modo riescono ad acquistare anche una cittadinanza consapevole, o come si dice oggi, attiva.
Tante associazioni si adoperano in attività di sostegno per i documenti, la consulenza legale o magari dando indicazioni su posti di lavoro e contratti: questi servizi non portano necessariamente ad uno scambio con le persone, è il classico rapporto servizio-utente. Anche noi abbiamo lo sportello legale, ma i nostri sforzi si allargano anche verso ambiti, diciamo, insoliti che però aiutano i tentativi di integrazione. L’intuizione e la sfida per l’associazione è quella di coinvolgere attivamente chi viene qui. E’ così che finito il corso di lingua molti decidono di rimanere per partecipare e organizzare altre attività.
Per dire, abbiamo iniziato facendo i corsi di lingua italiana per stranieri e oggi ci sono anche corsi di arabo, francese, spagnolo tenuti dalle stesse persone che frequentavano i corsi di italiano. Alcuni ragazzi che venivano a fare il corso avanzato si sono infatti proposti di insegnare la loro lingua madre; conoscendo bene l’italiano avevano questo vantaggio di poter insegnare a loro volta.
Costanza. Ad esempio, il corso di spagnolo è tenuto da un signore che in Cile era professore di biologia e qui in Italia si mantiene, ormai da qualche anno, facendo le pulizie. Lo scorso anno era un allievo del corso di italiano tenuto da me e quest’anno io sono l’allieva del suo corso di spagnolo. Un’altra ragazza del Togo, oltre a redigere il giornale dell’associazione, insegna francese...
Silvia. E’ così: oggi, oltre agli stranieri, vengono italiani che per pochi soldi possono imparare una lingua; allo stesso modo alcuni ragazzi decidono di imparare una terza lingua ancora: si aprono varie possibilità. Questo permette poi di fare amicizia perché si creano i legami classici di qualsiasi corso, ma in un contesto diverso: difficilmente le stesse persone in ambienti neutri riuscirebbero ad allacciare nuove relaz ...[continua]

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