Una Città n° 166 / 2009

L'Aquila

Fausto Fabbri - L'Aquila


Il sisma che ha devastato L’Aquila il 6 aprile, ha causato 298 morti e oltre 1.500 feriti. A distanza di un mese gli sfollati erano 65.704 e si contavano tra i 3.500 e i 4.000 mila volontari. L’assistenza alla popolazione viene equamente suddivisa tra 503 alberghi e 2.138 case private (32.247 persone) e le 179 tendopoli (33.457). Nei sette Centri operativi misti (Com) dell’area aquilana sono dislocate complessivamente 5.545 tende, servite da 101 cucine da campo, e assistite da 31 posti medici avanzati. Nel primo mese erano stati impiegati 12.040 lenzuola, 7.587 termosifoni a olio, 57 pozzetti frigo e 25 mila metri cubi di ghiaia. Ai primi di maggio erano stati visionati 22.460 strutture private, 645 pubbliche, 38 ospedali, 108 caserme, 422 scuole e 1.130 attività produttive. Il 53,1% risultava agibile (cifra destinata a diminuire perché mancano le zone rosse), il 15,2% temporaneamente inagibile, il 3% parzialmente inagibile, l’1,2% da rivedere con approfondimento della verifica, il 23,6% inagibile e il 4% inagibile per rischio esterno. Secondo le verifiche risultavano agibili il 69,4% delle caserme, il 52,6% degli ospedali, il 58,4% delle attività produttive, il 54,6% delle strutture pubbliche, il 52,7% delle case private e il 53,8% delle scuole. Completamente inagibili il 2,8% di caserme, il 10,5% degli ospedali, il 18,6% delle attività produttive, il 20,6% degli edifici pubblici, il 28,6% delle case private, il 14,5% di scuole.