Eppure Briand era certo capace di "agitare idee"; ma non le rispettava "in quanto tali". Al polo opposto, c'è il rispetto insincero, e spesso esagerato anche nella forma, per le "idee": l'orrore ipocrita per il "materialismo sordido"; e cioè lo pseudo-intellettuale. Se Jaurès si fosse lanciato in una discussione della sua tesi sulla realtà del mondo sensibile, Briand, l'anti-intellettuale, si sarebbe gentilmente rifiutato di seguirlo su un tal terreno; mentre Raymond Poincaré, lo pseudo-intellettuale, avrebbe esposto autorevolmente la dottrina gnoseologica di Joseph Prudhomme.
Fra gli uomini politici inglesi, John Morley e Balfour erano degli intellettuali autentici; Lloyd George e i Chamberlain (sia il padre Joe che il figlio Neville) degli anti-intellettuali; mentre Gladstone e Ramsay Macdonald sarebbero da definire pseudo-intellettuali. Quanto a un Lord Halifax, come classificarlo?
Gli odi e i sospetti "di frontiera" fra queste categorie sono spesso violenti. Gli pseudo-intellettuali detestano (con l'aggravante e la complicazione di un sentimento d'inferiorità) sia gli intellettuali autentici che gli anti-intellettuali; mentre fra l'intellettuale e l'anti-intellettuale può esistere una stima reciproca. Per esempio, l'anti-intellettuale Giolitti rispettava Croce, ma disprezzava Nitti; il quale Nitti, a sua volta, nutriva risentimenti sia contro l'uno che contro l'altro. Stalin non poteva fare a meno di rispettare Gorki, mentre il suo odio per Trotski, Kamenev, Zinoviev, Bukharin era misto a una forte dose di disprezzo. Il grottesco di un Mussolini e di un Hitler viene dal fatto che essi stanno a mezza strada fra l'anti-intellettualismo e la pseudo-intellettualità. C'è anche il caso di apostasia clamorosa e vittoriosa: l'intellettuale autentico convertito per cinismo all'asservimento dei valori intellettuali alla volontà di potenza di una casta o di uno Stato. Federico di Prussia, il quale da principe illuminato e amico dei "filosofi" si trasforma nel conquistatore che dice: "Prima occupo una provincia, poi troverò sempre dei giuristi che dimostrino il mio buon diritto", è uno di questi: la diatriba di Diderot contro di lui ha proprio il tono della diatriba contro un apostata. La frase di Disraeli: "E dire che abbiamo speso tesori d'eloquenza e d'intelligenza per salvare una mitologia consunta" (quella della Chiesa anglicana) è un altro esempio di tale cinismo. Io classificherei anche Lenin in questa categoria di "uomini forti" (diversi dagli anti-intellettuali per felice ignoranza, come Gambetta, Briand, Lloyd George), capaci di apprezzare i valori intellettuali e, nel contempo, di rinnegarli di fatto: il libro sull'empirio-criticismo, diretto contro Bogdanov, intellettuale autentico rimasto "chierico" anche dopo il trionfo della rivoluzione, è concepito come una denuncia di "sospetti" a un futuro tribunale rivoluzionario. Nell'apprezzamento dei fatti dello spirito, l'atteggiamento di Lenin coincide perfettamente con la frase attribuita a un giudice giacobino: "La rivoluzione non ha bisogno di scienziati."
Prima del 1917, i bolscevichi sarebbero difficilmente stati ammessi in quell'"ordine" che era l'intellighentsia russa, mentre non si esitava a riconoscere che uomini come Kropotkin e Plekhanov vi appartenevano di pieno diritto. Un mio amico, che era stato corrispondente a Sofia durante la prima guerra balcanica, mi raccontava che fra i giornalisti c'era Trotski, inviato dalla Kievskaia Mysl; ma si teneva in disparte dagli altri (fra i quali c'erano uomini come Ossorghin e Nemirovich-Dancenko), e gli altri preferivano che così fosse: "Noi eravamo là per vedere e informare il meglio possibile, lui condiscendeva a fare quel mestiere; lo faceva, bisogna dirlo, in maniera brillante, ma teneva a rammentarci (e a rammentare ai suoi lettori) che la sua vera missione era 'di cambiare il mondo, non di conoscerlo'."
Questa formula marxista, come la dottrina di Auguste Comte, possono essere considerate dichiarazioni intellettuali di anti-intellettualismo. Marx e Comte erano intellettuali dei più autentici, ma la loro progenie intellettuale è stata composta soprattutto di pseudo-intellettuali, genia che pullulava nella socialdemocrazia, ma di cui d'altra parte anche un ...[continua]
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