storie

Trovati 417 elementi per questo argomento.

Una Città 53 / 1996
IN KURDISTAN
Intervista a Karen Blodokh di Mirella Fanti
I massacri dell’88 hanno spinto un paese già abbastanza industrializzato in una situazione preindustriale. Le donne si ingegnano a coltivare, a fare artigianato, ma poi ricordano come stavano prima, quando al mercato andavano in auto. La guerra interna ha solo peggiorato il tutto. Quel che può la cooperazione internazionale. Intervista a Karen Blodokh.

CROCEVIA
Intervista a Elena Barzaghi di Gianni Saporetti
Un impegno in carcere sull’Aids, appassionante, ma difficile, sempre in bilico fra dilettantismo e fredda professionalizzazione. La serenità dentro e i micidiali problemi di fuori. Il rischio di stravolgere la propria vita, di non pensare ad altro. Intervista a Elena Barzaghi.

Una Città 52 / 1996
IN LODE DELLO SRADICAMENTO
Intervista a Luigi, Ciro, Anna di Carla Melazzini
Intervista a Luigi, Ciro e Anna.

LA CAUSA
Intervista a Pasquale Dentice di Carla Melazzini
Dagli anni della fanciullezza, quelli della lotta antifascista e degli americani, agli anni della rivolta dell’autunno caldo, quando era possibile che il ministro ricevesse e ascoltasse un ferroviere, fino all’ultima battaglia, quella contro le conseguenze terribili dell’amianto maneggiato per decenni sul lavoro e perché l’azienda riconosca ai sopravvissuti i loro diritti. Intervista a Pasquale Dentice.

Una Città 51 / 1996
L’EREMITA SOCIEVOLE
Intervista a Gino Bianco di Franco Melandri
Intellettuale militante, socialista, libertario, cosmopolita, pacifista e volontario nella Grande Guerra, rivoluzionario nella Russia del 1905 e del ’17, antistalinista della prima ora, antifascista in Italia e in Francia, Andrea Caffi, vissuto in disparte e in povertà, è una fra le figure più strordinarie e originali della sinistra europea. Intervista a Gino Bianco.

LE DATE DI PRAGA
Intervista a Jiri Pelikan di Lisa Foa, Mauro Martini
Il grande trauma del ’48, quando i comunisti ruppero la democrazia e la grande illusione del ’68, quella di un socialismo democratico. La persecuzione paradossale dei comunisti riformisti a fronte del riciclaggio di tutti gli altri. La questione dei Sudeti che ancora avvelena i rapporti con la Germania e la separazione dagli Slovacchi avvenuta con un colpo di mano dall’alto. Una politica socialdemocratica di difesa delle condizioni di vita e di lavoro del popolo ammantata di monetarismo liberista. Intervista a Jiri Pelikan.

PIETRE MILIARI
Intervista a Fiammetta Giugni di Gianni Saporetti
La scelta, negli anni 70, della professione veterinaria. Un amore, forse malriposto, per il mondo contadino. Una riconciliazione difficile e mai risolta, attraverso la scrittura, con una terra aspra e di poche parole. Il senso della credulità. Intervista a Fiammetta Giugni.

Una Città 49 / 1996
LA DELUSIONE POLACCA
Intervista a Karol Modzelewski di Lisa Foa
La cura liberista che ha creato anche tanta povertà e insicurezza facendo sì che la conquista delle libertà non fosse vissuta in modo eguale da tutti. Di quanto poco conti l’abbondanza di merci nei negozi per i tanti che non possono comprare nulla. Postcomunismo e anticomunismo dominano la scena politica. Uno Stato sentito come forza ostile in un paese che nella sua storia ha conosciuto solo un ventennio di indipendenza. Il problema della decomunistizzazione mancata. Un anticomunismo che continua a ripetere che tutto era sbagliato. Il tracollo della Chiesa nelle campagne dove tutto è disastrato. La grande delusione di chi si era ribellato. Intervista a Karol Modzelewski.

TI SCRUTANO
Intervista a Luisa Melazzini di Carla Melazzini
Negli anni la cura delle vite prende il sopravvento sull’indignazione per l’ingiustizia sociale. Il giovane pastore che a 4000 metri ha i jeans e il walkman. La scissione interiore dei giovani e il problema di non vergognarsi di se stessi. Intervista a Luisa Melazzini.

Una Città 48 / 1996
STANCHE DI GUERRA
Intervista a Zajnap Gashaeva di Mirella Fanti
L’odissea di una donna cecena, che vive a Mosca, per raggiungere i propri cari in un paese travolto dai carri armati russi e devastato da massicci bombardamenti. L’arrivo a Groznyj, una città morta, spettrale. La terribili spedizioni punitive degli Omonovcy, le truppe d’assalto del Ministero degli interni russo, che non si sono fermate di fronte a nulla. Le elezioni farsa in cui potevano votare tutti senza alcun controllo, il presidente fantoccio chiuso nell’aeroporto di Groznyj, l’indifferenza dell’Occidente di fronte al martirio di un intero popolo, considerato affare interno della Russia. Una pace che resta possibile se si accetta di negoziare. Intervista a Zajnap Gashaeva.