Una Città255 / 2019
Febbraio


Quello che l’Europa attraversa oggi è la tragedia della timidità. La nostra salvezza sta di fronte a noi chiara e aperta. Ma nessuno osa avvicinarla per tema di doverne pagare onestamente il prezzo. Tutti siamo convinti che gli interessi particolari da sacrificarsi ad una prima fase di unificazione europea, trovano rifugio nelle esclusive ed infrangibili sovranità nazionali; tutti siamo convinti che solo limitando quelle sovranità potremo disarmare quegli interessi indirizzando una comune sofferenza iniziatrice ad un comune finale vantaggio; tutti sappiamo ancora che cedere ad un potere federale una quota della propria sovranità nazionale non significa restringere od abbassare questo privilegio, ma estenderlo ed innalzarlo verso una più vasta e più efficace responsabilità. Con tutto ciò, per questo gesto di intelligenza umana, di saviezza politica e di salvezza economica, manca lo slancio e la perseveranza risolutiva. Ora, di fronte alle grandi svolte storiche, la riluttanza ad aprire gli occhi, lo spirito di conservazione privilegiata, la mancanza di coraggio non si vincono strada facendo fra uno scarso tentativo ed un prudente ripiego. 0 i popoli decisi a salvarsi superano queste resistenze e queste esitazioni di schianto, con risoluzioni integrali, impegnative, irrimediabili, 
oppure non resta loro che rassegnarsi alle rovine che si meritano.
Nicolò Carandini, "Lo Stato Moderno", ottobre 1948 

Intervento di Daniel Cohn Bendit

Sulle politiche migratorie
Intervista a Mario Morcone

Dove nasce il consenso per Orban
Intervista a Aron Coceancig

Sulla Polonia e il futuro dell’Europa
Intervista a Roza Thun

Appunti di un viaggio in Ucraina
Di Paolo Bergamaschi

Verso un pilastro sociale europeo
Intervista a Giuseppe Bronzini

Sopralluoghi per un documentario sul bacino del lago 
Di Angelo Loy 

Sulla legge per l’eutanasia in Belgio 
Intervista a Jacqueline Herremans

La lezione della rivoluzione tedesca del 1918
Di Stephen Eric Bronner

Nasce una poesia postmoderna
Alfonso Berardinelli

Giorgio Gomel

Massimo Tirelli

Francesco Ciafaloni

Vittorio Gaeta

Emanuele Maspoli

Belona Greenwood

Ilaria Maria Sala

A. Minello, E. Meli, V. Tocchioni 

La copertina è dedicata agli studenti che in tutto il mondo ogni settimana scendono in piazza per difendere il pianeta.

"Sono nato nel 1945, a Montauban, in Francia. Sono stato concepito dopo lo sbarco in Normandia. I miei si erano rifugiati là in fuga dalla Germania. Immaginate la reazione dei miei genitori se all’epoca avessi detto loro: tra cinquant’anni non ci sarà più una frontiera tra Francia e Germania, non ci saranno più soldati, non ci saranno più controlli tra i vari paesi...”. Per avere fiducia sulla prospettiva di un’Europa unita basta riandare al 1945 e ai passi avanti che da allora sono stati fatti; la Germania va anche capita, il Marco era stato la condizione essenziale della ricostruzione postbellica; la grave sconfitta per colpa della Francia della proposta di Costituzione; la assoluta necessità di un esercito e di una sovranità europea; la grande forza di Erasmus e dei futuri matrimoni misti. Intervento di Daniel Cohn Bendit.

Mario Morcone, del Cir, ci parla di un concetto, quello di rifugiato, che in questi decenni si è evoluto e che necessiterebbe di una rielaborazione che tenesse conto di situazioni che la Convenzione di Ginevra non aveva previsto, a partire dalla figura dei migranti ambientali; denuncia inoltre il problema della mancanza di una politica migratoria europea e della difficoltà di governare i flussi in assenza di canali sicuri e legali.

Cosa succede in Ungheria? Il consenso per Orban si è alimentato anche dallo scontento creato dai precedenti governi socialisti, che si sono macchiati di gravi episodi di corruzione e non hanno saputo proteggere la popolazione più fragile dalla crisi; un regime segnato da un centralismo soffocante, una politica della famiglia reazionaria e da pulsioni islamofobe e antieuropee; la speranza che le recenti manifestazioni segnino l’inizio di un cambiamento. Intervista a Aron Coceancig.

Nel novembre del 2017, Parlamento europeo, Commissione e Consiglio hanno ratificato il cosiddetto "Pilastro sociale europeo”, in cui l’Unione si impegna a garantire a tutti i cittadini europei uguaglianza di opportunità, condizioni di lavoro eque, protezione sociale e inclusione; un documento ambizioso che al contempo pone delle questioni cruciali: quale sarà il modello sociale europeo? Quale il tipo di federalismo, quali le risorse? Intervista a Giuseppe Bronzini.

Nel 2002 in Belgio sono entrate in vigore contemporaneamente la legge per potenziare le cure palliative e quella per l’eutanasia, che prevede condizioni precise e una procedura severa e rigorosa, ma che restituisce al paziente il controllo sulla propria fine; la differenza tra eutanasia e suicidio assistito, la clausola di coscienza che tutela l’autonomia del medico oltre a quella del malato e l’importanza delle dichiarazioni anticipate. Intervista a Jacqueline Herremans.

"La parola d’ordine ‘vogliamo tutto’ lanciata allora da Nanni Balestrini, che dal Gruppo 63 di Sanguineti era passato all’Autonomia operaia di Toni Negri, stava cambiando faccia: quel ‘volere tutto’ da politico diventava estetico, da teorico si trasformava in letterario. Senza questo remoto precedente, la situazione attuale, in cui esistono centinaia di romanzieri e di poeti, non si spiegherebbe...”. 
Alfonso Berardinelli si avvicina alla fine del suo lungo viaggio attraverso la poesia del Novecento italiano.