Una Città175 / 2010
Giugno


IL CALENDARIO CHE NON C’E’. A partire da amare considerazioni su un Giorno della memoria che, non riuscendo a porre al centro dell’attenzione la domanda cruciale su "come è potuto succedere”, rischia di ridursi allo spettacolo cinico di cortesi e indifferenti ascoltatori di racconti di storie individuali, David Bidussa affronta il problema del calendario civile nazionale e anche scolastico, oggi del tutto consunti, e dell’incapacità cronica di fare i conti con il passato; il dilagare del bisogno di memoria che fa da contraltare allo smarrimento, all’angoscia di non sapere chi si è;  un bisogno reazionario di autentico che accomuna destra e sinistra (da pag. 3 a pag. 5).
"DILLO ALLA LEGA”. Viaggio nelle regioni rosse dove la Lega ha sfondato, grazie al voto di una quota di vecchi ex comunisti che vedono il partito di Bossi come l’ultimo di sinistra e a tanti giovani che accusano la sinistra di essersi fatta bella con gli "ultimi”, dimenticando i "penultimi” e di dar l’impressione di aver più piacere di parlare coi padroni che con gli operai, e che vedono il sindacato come un organismo che tutela solo i già tutelati; intervista a Paolo Stefanini (da pag. 6 a pag. 9).
QUATTRO SI PERDONO. Dall’ultima ricerca Iard, il ritratto di un corpo insegnante italiano non più giovane e molto femminilizzato; l’inatteso dato di una soddisfazione diffusa, nonostante tutto, che i media non raccontano; il problema degli scarsi consumi culturali degli insegnanti, peraltro in linea con il trend nazionale e quello dell’assenza di un filtro iniziale e di una formazione permanente; l’assurdità di una scuola che manda gli insegnanti migliori nei posti migliori e i peggiori nei posti peggiori; intervista a Alessandro Cavalli (da pag. 10 a pag. 13).
L’UNIVERSITA’ E  LA SINDROME DEL RITARDO. Massimo Livi Bacci e Gustavo De Santis presentano la loro proposta per provare a correggere una patologica tendenza ad allungare il periodo universitario che ci vede in fondo alle tabelle europee (pag. 14).
L’ESUBERO. Le prime esperienze lavorative e poi l’arrivo nella grande ditta, dove i colleghi sono simpatici, i titolari danno soddisfazione e il lavoro è appassionante e quindi i primi progetti per il futuro, la casa, il mutuo, il matrimonio... e poi invece i fornitori che chiamano, le banche che non fanno più credito all’azienda, la messa in cassa integrazione... intervista a Francesca Passarelli (da pag. 15 a pag. 17).
LETTERA DALL’INGHILTERRA. Bel Greenwood ci scrive da un’Inghilterra dove i recenti tagli anticrisi rischiano di andare a colpire le famiglie già in difficoltà (pag. 17).
FALSO ALLARME? Fabrizio Pregliasco ci spiega cos’è successo con l’allarme sull’influenza AH1N1 a rischio di pandemia e come sia stato possibile che i bloggers naturopati potessero avere la meglio sulla comunicazione istituzionale con una campagna martellante contro il vaccino; perché il gestore igienista deve essere per forza cinico (da pag. 18 a pag. 21).
LA SETTIMA MERAVIGLIA. L’incredibile decisione di destinare due ex cave site all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio a discarica, sversandovi poi rifiuti nemmeno trattati, come l’arrivo dei gabbiani ha presto segnalato; intervista a Ugo Leone (pag. 22-23).
LUOGHI. Nelle centrali, KwaZulu-Natal, Sudafrica.
IN CARCERE HO IMPARATO L’ARABO. L’esempio del padre, da sempre impegnato a fianco dei palestinesi, e poi l’adesione al Matzpen, gli anni della militanza, l’arresto, la lunga detenzione e infine il ritorno alla vita normale e la scelta di portare avanti le proprie battaglie in modo diverso, inedito: insegnando l’arabo agli israeliani; intervista a Rami Livneh, ebreo israeliano (a pag. 26-27).
I NOSTRI FIGLI VANNO A BELGRADO. A 15 anni dalla fine della guerra, la Bosnia versa ancora in gravi difficoltà, soprattutto economiche, ma non solo; il problema di un passato doloroso e ancora irrisolto e la guerra attorno ai nomi delle città nella Republika Srpska; i limiti di una costituzione costruita attorno ai popoli "costituenti” anziché a partire dagli individui; le speranze nella nuova generazione e soprattutto nell’Europa; intervista a Igor Rajner (da pag. 28 a pag. 30).
LA SCELTA DI HAMAS. Stephen Bronner ci parla di come è cambiato il panorama mediorientale all’indomani dell’aggressione alla flottiglia turca e delle opportunità che potrebbero aprirsi per i palestinesi, se Hamas facesse una scelta di responsabilità (pag. 32).
L’INEVITABILE DIPENDENZA. Eva Feder Kittay ci parla della sua passione per una filosofia che parta dai corpi e dalle persone nella loro vulnerabilità, e di come ha trovato il coraggio di scrivere della figlia, affetta da una grave disabilità cognitiva; un’esperienza che l’ha avvicinata ai disability studies e all’etica della cura, che trova la sua migliore applicazione proprio nelle relazioni di dipendenza; una concezione del self e della vita etica profondamente relazionale (da pag. 33 a pag. 36).
UN’OSTILITA’ INDISCRIMINATA. Un intervento di Francesco Ciafaloni a margine di un’interessante ricerca sulle discriminazioni, da cui emerge, tra l’altro, che c’è una sovrap­posizione tra chi ha sentimenti antisemiti e chi ha sentimenti antislamici (pag. 37).
L’ASSOCIAZIONE. Carlo De Maria ci racconta di Andrea Costa, apostolo del socialismo italiano, che lottò, invano, sull’esempio del partito belga di De Paepe, per un partito-associazione, decentrato e federale, pluralista, gradualista e riformatore ma libertario, dedito alla lotta ma anche alla costruzione di case del popolo, doposcuola, cooperative di consumo; l’esperienza straordinaria del Comune di Imola, primo in Italia a essere governato dai socialisti (da pag. 38 a pag. 42).
LA SEDIA ELETTRICA. Un appunto di Claudio Giusti su come nella storia sono cambiati i modi di eseguire la pena di morte (pag. 43).
LA LETTERA DALLA CINA, di Ilaria Maria Sala, è a pag. 45.
APPUNTI DEL MESE. Si parla di dialetti e del rimpatrio assistito, una curiosa formula per "aiutare” gli immigrati in difficoltà a lasciare il nostro paese, anche se casomai hanno già la cittadinanza italiana; di come le ultime scoperte neuroscientifiche potrebbero rivoluzionare la psichiatria, di autismo e di alcuni dilemmi attorno alla disabilità a scuola; di baby blues e della curiosa proposta di fare un trattamento sanitario obbligatorio alle neomamme a rischio; di un appello per la liberazione di Narges Mohammadi eccetera eccetera (da pag. 44 a pag. 47).
LA VISITA è alla tomba di Carlo Cattaneo.
DISOBBEDIENZA CIVILE. "...Non mi sono mai rifiutato di pagare l'imposta per la manutenzione delle strade statali, poiché desidero essere un buon vicino tanto quanto desidero essere un cattivo suddito”. Per il "reprint” dell’ultima, pubblichiamo brani tratti dal famoso saggio sulla disobbedienza civile di Henry DavidThoreau.
La copertina è dedicata agli operai della Fiat di Pomigliano e anche a quelli di Tychy in Polonia.