Una Città212 / 2014
Aprile


LA COPERTINA è dedicata alle 276 ragazze nigeriane rapite dagli jihadisti di Boko Haram.
IN BANCA CE L’HANNO DETTO IN FACCIA. Una ditta edile che a poco a poco cresce e prende commesse sempre più importanti, le prime richieste del pizzo, accettate un po’ per paura e un po’ per continuare a lavorare e poi la crisi, l’impossibilità di pagare e quindi le minacce nei cantieri e negli uffici fino al giorno in cui si scopre che la polizia stava già facendo indagini, quindi la denuncia, la scorta, il processo e intanto le banche che da un giorno all’altro, tutte, tolgono i fidi e chiudono le porte perché non ha senso prestare soldi a un imprenditore che rischia la vita; la vicinanza e la sollecitudine delle forze dell’ordine e la ferma volontà, nonostante tutto, di ricominciare. Intervista a Viviana Spera e Gilda Giaccone (da pag. 3 a pag. 5).
LA RIGA SUL PRATO. Una lenta e progressiva caduta dell’eros proprio in quanto vitalità, una mortificazione progressiva dell’esistenza che perde gradualmente di senso, spegnendo ogni slancio verso l’altro, verso il fare, verso il futuro; una malattia, la depressione, legata anche alla fatica di vivere in un mondo dove tutto è possibile e quindi le aspettative sono illimitate; l’importanza della parola, unica vera strada per riattivare il transfert sul mondo. Intervista a Franco Lolli (da pag. 6 a pag. 9).
MIGRAZIONI E ACCOGLIENZA. Per la rubrica "neodemos”, Gianpiero Dalla Zuanna e Emiliana Baldoni ci parlano di come sta cambiando la politica dell’accoglienza nel nostro paese, ricordandoci che, nonostante gli allarmi quotidiani, nel 2013 i richiedenti asilo all’Italia sono stati 28.000 contro i 126.990 della Germania (pag. 10).
NUN C’A FIRU! Una biblioteca per bambini e ragazzi nata in un quartiere difficile di Palermo, dove si concentrano famiglie disagiate e immigrati, assieme a borghesi che però mandano i figli altrove; bambini che dietro la maschera dell’aggressività sono fragilissimi e che la scuola rischia di mortificare ulteriormente; l’importanza, a partire dai libri, ma anche dalla musica e dal lavoro nell’orto, di dare loro la fiducia e le competenze necessarie a spezzare un destino già segnato; la conquista spettacolare della lettura. Intervista a Donatella Natoli, Libera Dolci e Alessia Ciriminna (da pag. 12 a pag. 15).
IL "DOPO NON-SCUOLA”. Manualità artigiana e pratiche pedagogiche libertarie per offrire ai bambini occasioni attraverso cui esprimersi e raccontare come vedono il mondo; una relazione, quella tra adulti e bambini, improntata sempre più all’autorità anziché al dialogo; le costanti preoccupazioni delle maestre rispetto al programma da completare che scoraggiano ogni nuova iniziativa; l’esperienza del "dopo-non-scuola” e quel sogno di mandare i giovani in giro per il mondo, per scoprire come si può far scuola in modo diverso. Intervista ad Andrea Sola (da pag. 16 a pag. 19).
L’ORFANOTROFIO. L’infanzia in orfanotrofio, poi l’emigrazione forzata in Belgio, nelle miniere, a lavorare duro, prima come operaio, poi come capo-cantiere; il ritorno in Italia, l’azzardo di mettersi in proprio, l’azienda che va bene... e poi la decisione, assieme alla moglie, di sistemare i figli e mollare tutto per andare in Africa, in Guinea, per esaudire il vecchio sogno nel cassetto: aprire un orfanotrofio per restituire ciò che si aveva ricevuto (da pag. 20 a pag. 22).
LUOGHI. Nelle "centrali”, L’Aquila.
DEMOLIRE LE CASE, DEMOLIRE LA PACE. Jeff Halper parla della campagna di "giudaizzazione” della Palestina, fatta di demolizioni ed espulsioni, e del villaggio beduino di al-Araqib, demolito 61 volte (pag. 27).
IL RADDOPPIO DEL MALE. Il rifiuto di un’ideologia che vede la pena come un male che si aggiunge al male commesso; la lezione di Federico Stella per una sanzione penale come ultima ratio, dove a essere fondante è invece l’idea riparativa, il risarcimento, che non è necessariamente economico e non è necessariamente destinato alla vittima, ma può essere anche a favore della collettività; l’assurdità di un sistema, quello attuale, che moltiplica le sanzioni abbandonando la vittima alla sola azione civile per ottenere, su un altro binario, una riparazione. Un intervento di Massimo Donini (da pag. 28 a pag. 31).
QUESTO SENTIMENTO CORTESE. Nelle lettere di Nicola Chiaromonte a Melanie von Nagel, monaca benedettina, gli stilemi dell’amor cortese, la distanza tra gli amanti, l’impossibilità della fusione e la fragilità della donna non perché debole ma perché appartenente a un mondo superiore... Intervento di Liliana Ellena (da pag. 32 a pag. 33).
RICORDIAMO FRANCESCO. A un anno dalla scomparsa ricordiamo Francesco Papafava con lo scritto di Stefano Majnoni, l’amico di una vita, che ripercorre le tappe del suo impegno, da quello trentennale, culturale e imprenditoriale, nella straordinaria casa editrice "La scala”, che rivoluzionò l’editoria d’arte, a quello di "viaggiatore” in terre martoriate; le orme del nonno e del padre, "liberali radicali” (da pag. 34 a pag. 37).
DISUGUAGLIANZE. A partire dal volume di Thomas Piketty, un appunto di Francesco Ciafaloni su povertà, ricchezza e merito, con una postilla sul "capitale umano”, in senso non metaforico (pag. 38).
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