Guido Viale, economista, vive e lavora a Milano. Questi argomenti sono stati ampiamente trattati in un libro di prossima pubblicazione

Tu hai studiato attentamente il problema dei rifiuti nel mondo contemporaneo. Puoi descriverci per sommi capi l’entità di questo problema?
Sappiamo tutti cos’è la spazzatura, sia perché ci viviamo a contatto quotidiano, sia perché ciascuno di noi la produce.
Mediamente ogni italiano produce circa un chilo di spazzatura al giorno, 350 chili all’anno, compresi bambini e anziani. Questo si riferisce ai rifiuti domestici -detti rifiuti solidi urbani- di cui si occupano le aziende della nettezza urbana che li portano via e provvedono poi allo smaltimento. Ma questa è solo una parte della produzione di rifiuti di cui ciascuno di noi è responsabile. Accanto ai rifiuti solidi urbani ci sono i rifiuti della produzione, chiamati in termine tecnico, secondo la convenzione italiana, rifiuti speciali, e sono quelli che producono le imprese durante il processo produttivo delle merci che poi ciascuno di noi consuma. Ora, in Italia, i rifiuti urbani, in base a una stima del Ministero dell’Ambiente, ammontano a 20 milioni di tonnellate all’anno. La produzione più generale di rifiuti è cinque volte tanto, e quindi se ciascuno di noi produce un chilo di spazzatura al giorno, si può dire che è responsabile della produzione di 5 chili di rifiuti al giorno.
E’ una montagna di rifiuti. Valutarne il volume è molto difficile perché i rifiuti urbani hanno un peso specifico molto basso, che tende a decrescere col tempo. I nostri rifiuti sono sempre di più fatti di imballaggi (ad esempio bottiglie) che sono sempre più leggeri, di plastica, il che vuol dire un volume effettivo, prima di essere schiacciati e compressi, di circa 10 litri. I rifiuti industriali in genere hanno un peso specifico molto più alto, ipotizzando che ogni chilo di rifiuto occupi un litro di spazio, noi siamo in grado di produrre ogni anno una montagna di rifiuti capace di per sé di cambiare l’orografia di un territorio. Una generazione -in un periodo di 25 anni- produce, coi ritmi attuali, una montagna di rifiuti alta 800 metri con una base di un chilometro e mezzo di diametro. Ovviamente non è un problema soltanto italiano, è un problema che c’è in tutto il mondo, sia nel mondo sviluppato, dove i consumi sono molto alti, che nel mondo sottosviluppato, dove in molti posti si muore ancora di fame, ma la produzione dei rifiuti ha raggiunto livelli altissimi. Nel Terzo Mondo, fra l’altro, i sistemi di raccolta e di smaltimento sono molto più primitivi che da noi. In genere si buttano via le cose così e i materiali a lunga durata come le plastiche tendono ad invadere le strade. L’altra cosa caratteristica dei rifiuti è la loro ubiquità. Sono assolutamente dappertutto, non solo sul territorio, nella parte cioè del terreno che noi possiamo vedere, ma hanno la facoltà, attraverso il dilavamento delle acque meteoriche o l’inquinamento delle falde, di penetrare nel sottosuolo. Coprono una buona parte della superficie del mare e di tutti quanti gli specchi d’acqua. Si depositano sul fondo dei mari e laghi e i subacquei ci segnalano che andando in fondo sembra di essere addirittura in una discarica. Stanno sulle montagne, perché gli escursionisti, per molto tempo e ancora adesso, si sono liberati dei contenitori delle vivande o di altre attrezzature che hanno portato su. Adesso c’è addirittura un’associazione la “Mountain Wilderness” di scalatori pentiti che vanno a raccogliere i rifiuti lasciati nei campi base di un tempo.
Poi i rifiuti ci sono anche in cielo, nel senso che i satelliti che mandiamo difficilmente vengono recuperati. Si calcola in circa 70 mila gli oggetti vaganti in orbita intorno alla terra, alcuni dei quali sono destinati a precipitare sulla terra fra cinque o dieci anni, ma altri si prevede che rimangano in orbita per un tempo indefinito se comparato con la scala umana. E’ interessante sapere di che cosa sono composti questi rifiuti, perché in parte sono satelliti spenti che non funzionano più o non rispondono più al loro scopo, o pezzi di satelliti disintegrati, ma sono anche composti da rifiuti lasciati lì dagli astronauti, feci, confezioni alimentari, resti di pasti. Tutto questo rappresenta oggi un problema enorme sia per gli astronomi che per gli astronauti perché questi rifiuti viaggiano a velocità iperboliche e queste orbite devono essere tenute sotto controllo. Su 70 mila oggetti la NASA ne tiene sotto con ...[continua]

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