Una Città195 / 2012
Giugno-Luglio


LA COPERTINA è dedicata ai terremotati dell’Emilia.
LA BUSTA AZZURRA. L’ultimo rapporto del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale rivela una situazione non catastrofica, ma comunque preoccupante; un sistema, quello retributivo, che ha permesso e continua a permettere di ricevere pensioni che sono coperte solo parzialmente dai contributi versati, e che oggi pesa gravemente sulla fiscalità generale; l’attivo della cassa dei subordinati e il buco di quella dei pubblici; la busta azzurra, grazie alla quale il lavoratore conoscerà anno per anno la propria situazione previdenziale, su cui tanto lavoro è stato speso e che però esita a partire. Intervista ad Alberto Brambilla (da pag. 3 a pag. 6).
UNA VITA NUOVA A 60 ANNI. Nella rubrica "neodemos” ci si interroga se l’aumento degli anni di vita tra maturità e "vecchiaia vera” stia portando a nuovi modelli sociali (pag. 6).
IL SINDACATO E I GIOVANI. A partire da un messaggio pubblicitario della Cisl rivolto ai pensionati sulla "solidarietà generazionale”, Alessandro Cavalli affronta una questione spinosa, e cioè come contemperare la tutela degli interessi delle classi d’età adulta con quella degli interessi delle classi giovani, laddove questi palesemente confliggono (pag. 7).
L’ABITANTE E’ DEPRESSO. La domotica, cioè l’insieme di tecnologie che permettono di integrare gli elettrodomestici aumentando confort, sicurezza e risparmio energetico, è già a portata di mano e a costi accessibili; una casa in grado di controllare lo stato di salute, ma anche l’umore, dell’abitante; le grandi opportunità per disabili e anziani che potranno vivere in autonomia più a lungo. Intervista a Rolando Bianchi Bandinelli (da pag. 8 a pag. 11).
ESPERTO PER ESPERIENZA. Renzo De Stefani racconta della sua esperienza di psichiatra al Centro di salute mentale di Trento, dove da qualche anno utenti e familiari sono entrati, da protagonisti, nel sistema di cura; le iniziali resistenze di medici e infermieri, ma infine il riconoscimento che chi è a contatto con la malattia in prima persona ha una preziosa competenza; il viaggio in Cina e la traversata dell’oceano, ma anche le tante piccole battaglie per migliorare la vita quotidiana di chi è affetto da malattia mentale (da pag. 12 a pag. 15).
POESIA IN SCENA. Una compagnia di poetesse nata per caso e composta di donne di tutto il mondo unite dalla passione per la poesia e dall’essere migranti; la difficoltà, ma anche il piacere, di recitare in pubblico e di mettere in scena il corpo. Intervista a Mia Lecomte (pag. 16-17).
BATTERE E LEVARE. La straordinaria esperienza di Ad Est, un giornale nato a Raffadali, in provincia di Agrigento, per volontà di un gruppo di giovani non rassegnati; la figura di Vittoria Giunti, partigiana del Nord e prima sindaco donna comunista in Sicilia, che grande ruolo ebbe nell’impresa. Intervista a Gaetano Alessi (pag. 18-19).
l’opacità dei rapporti tra vaticano e italia, un intervento di Massimo Teodori (pag. 19).
LE MATRIOSCHE, LA COPERTA... Il concetto di design umanitario e l’invenzione di oggetti che permettano alle persone di relazionarsi anche in situazioni estreme, come nella malattia terminale: la casetta appesa all’albero dove registrare ciò che non si riesce a dire, le bambole con cui esprimere un’emozione. Intervista a Laura Boffi (da pag. 20 a pag. 22).
LETTERA DAL NIGER. Mauro Armanino, da Niamey, ci parla del discorso tenuto dal presidente del Niger al Forum internazionale di Londra e del "tempo dei poveri” (pag. 23).
LUOGHI. Nelle centrali, Cavezzo, Modena, uno dei centri più colpiti dal sisma.
L’ULTIMA DIGA. Paolo Bergamaschi, in visita in Tagikistan, ci racconta di un paese in grande difficoltà economica, che vive prevalentemente di rimesse ed economia sommersa, del progetto di una diga mastodontica che rischia di avere pesanti ripercussioni ambientali, ma anche di un’altra diga che rischia di cadere, quella contro il radicalismo islamico (pag. 26-27).
LA DEMOCRAZIA NON E’ FACILE. Quello che era rimasto delle speranze riposte nel giovane Assad, che aveva studiato in Occidente e manifestava intenti riformisti, è definitivamente scomparso all’indomani dei bombardamenti su Homs; un destino, quello della Siria, difficile da prevedere, con una leadership allo sbando e un’opposizione ancora troppo frammentata. Intervista a Stephen Bronner (pag. 28-29).
UN NUOVO CONTRATTO SOCIALE. Benoit Challand ci spiega come, ora che le speranze della primavera araba sembrano essere svanite, spetti ai singoli paesi confrontarsi con le istanze delle loro popolazioni, al cui centro c’è la richiesta di un nuovo contratto sociale; la scomparsa dalla scena della questione israelo-palestinese e il ruolo di Stati Uniti e Europa; l’importanza di guardare anche al Golfo Persico dove invece lo spirito della primavera araba è ancora vivo (da pag. 29 a pag. 31).
UN PRIMA E UN DOPO. Caterina Brau, una delle vittime dell’attentato di Fiumicino del 1985, racconta di quella drammatica giornata, ma soprattutto di ciò che venne dopo: gli interventi, la riabilitazione, il marito che non ce la fa... ma poi anche un figlio, una nuova relazione, gli amici, la vita che lentamente riprende; e quel pensiero costante per l’attentatore, un giovane palestinese che aveva perso tutta la famiglia a Sabra e Chatila (pag. 32-33).
L’ELEMOSINA E LA GIUSTIZIA. L’idea di giustizia di Francesco, secondo cui l’elemosina è parziale restituzione del dovuto ai poveri, non era nuova, la novità sconvolgente fu la sua pretesa di metterla nero su bianco nella regola francescana; la sua intransigenza nel considerare proprietà e ricchezze ostacoli della libertà; la dignità del corpo che lui difendeva mentre le malattie devastavano il suo; la maggior fiducia che Chiara aveva nelle consorelle e la straordinaria forza di una ragazza che a diciotto anni uscì di casa per non tornarci più. Intervista a Chiara Frugoni (da pag. 34 a pag. 38).
LETTERA DALL’INGHILTERRA. Belona Greenwood ci parla del caldo, delle rivolte dello scorso agosto e del concetto di proporzionalità (pag. 39).
LE LETTERE DEL SOLDATO. Un pacchetto di lettere cu­stodite in una cassetta di legno e la storia del fratello della nonna, il soldato Giovanni Panattaro, caduto sul Carso a 24 anni, nel 1916. Un racconto di Pino Ferraris (pag. 40-41).
FOTORICORDO. Ricordiamo l’anniversario di Srebrenica con la foto di un 8 marzo degli anni Settanta (pag. 42-43).
LETTERA DALLA CINA. Ilaria Maria Sala ci parla del quindicesimo anniversario del passaggio di sovranità di Hong Kong dalla Gran Bretagna alla Cina (pag. 45).
LA VISITA è alla tomba di don Tonino Bello.
APPUNTI DI UN MESE. Si parla della catena di ospedali low cost del dottor Shetty in India, di una preoccupante ondata di suicidi in Cabilia, della diagnosi di Parkinson via telefono, di bibite zuccherate e paternalismo, di morti di carcere, di quanto costa morire in Romania, dell’odioso trattamento ricevuto da due cittadine americane all’aeroporto di Tel Aviv, eccetera eccetera (da pag. 44 a pag. 47).
SALUTO A GOBETTI. "Soprattutto rimane, forte come il rimpianto di lui, l’intransigenza ben più salda della sua giovanile curiosità di contatti con ogni gente estrema, e la sua fede ferma e secca. Per questo, all’inizio di questa nuova rivista, noi salutiamo con commossa gratitudine il giovanissimo amico morto, quasi come un maestro”; per il "reprint” dell’ultima pubblichiamo un ricordo di Piero Gobetti scritto da Max Ascoli e uscito sul primo numero de "Il Quarto Stato”, nel 1926.