Una Città192 / 2012
Marzo


La copertina è dedicata a tutti gli abitanti di Homs, città martire; ritrae una famiglia nei giorni in cui si attendeva l’arrivo della primavera.
CHI FA COSA. Il ritorno alla Tesoreria unica, che colpisce gli enti virtuosi, quelli cioè con degli utili, segna una battuta d’arresto nel federalismo, che si fonda sulle responsabilità locali, ma anche sull’autonomia e che, proprio per questo, farebbe bene soprattutto al Sud; la Provincia di Treviso che, con 50 milioni di euro in cassa, a causa del Patto di stabilità non può pagare le aziende che hanno già svolto il lavoro; il tema, cruciale, delle competenze, cioè del chi fa cosa, e l’errore di voler togliere le Province; il problema degli enti inutili, ancora irrisolto. Intervista a Carlo Rapicavoli (da pag. 3 a pag. 6).
LETTERA DALL’INGHILTERRA. Belona Greenwood ci parla della situazione degli allevatori inglesi, alle prese con la fatica, l’invadente burocrazia, i problemi economici e ora anche con un pericoloso virus che colpisce gli agnelli (pag. 6).
IL PIACERE DEL PUBBLICO. L’Italia, da sempre paese di città, ha una lunga tradizione di municipalismo, purtroppo interrotta; l’intuizione di Cattaneo dell’importanza del "lavoro libero”, cioè autonomo, e la sua passione per le Leghe etrusche; il federalismo, che va innanzitutto praticato, e le esperienze del Nuovo mondo, dove la pubblica amministrazione è guidata da una logica "mobilitativa” e non "ordinativa” e la gente manifesta il piacere di gestire la cosa pubblica. Intervista a Luca Meldolesi (da pag. 7 a pag. 9).
OGNI ANNO TRE MESI IN PIU’. L’invecchiamento dall’alto, cioè l’innalzamento dell’aspettativa di vita, e quello dal basso, cioè il calo di fecondità, hanno portato a una nuova rivoluzione demografica, davanti alla quale le istituzioni si stanno rivelando inadeguate; la propensione, non solo italiana, ad andare in pensione da giovani nonostante i dati ci dicano che non fa bene né alla salute né al portafoglio; il mito, infondato, che lasciando il lavoro i vecchi creino un posto per i giovani; il problema, sempre più diffuso tra gli anziani, di trovarsi a essere ricchi in immobili, ma senza soldi. Intervista a Guglielmo Weber (da pag. 10 a pag. 13).
IL MODELLO "VACANZA”. Genova è da tempo, e suo malgrado, all’avanguardia nei tentativi di gestire una società che invecchia; la non sostenibilità delle soluzioni adottate e la necessità, in una società che tende a segregare le persone per classi d’età, di creare link tra le generazioni; un intervento di Alessandro Cavalli (pag. 14-15).
L'IMMIGRAZIONE: LA SOLUZIONE ALL'INVECCHIAMENTO? Per la rubrica "neodemos”, Anna Paterno si interroga su quale sia "l’antidoto” più efficace all’invecchiamento della popolazione (pag. 16).
SI SENTONO SOFFOCARE. Il biomonitoraggio, il dosaggio degli inquinanti nei liquidi e nei tessuti umani, indagine cruciale per indagare lo stato di salute di una popolazione esposta all’inquinamento, comporta però delicati problemi al momento della comunicazione dei dati. Intervista a Liliana Cori (da pag. 17 a pag. 19).
L’ESODO SILENZIOSO. Guido Panvini, giovane storico, già autore di una ricerca sulle schedature degli avversari politici negli anni Settanta, racconta di come sia difficile vivere a Roma per un lavoratore precario, con affitti proibitivi, un mercato del lavoro opaco e i coetanei che se ne vanno; i progetti per il futuro e il sogno, che si allontana, di metter su famiglia da giovane (pag. 20-21).
I PAESI E LA NEVE. Un "appunto” di Francesco Ciafaloni su come l’ultima nevicata abbia svelato la nostra non autosufficienza, come cioè nessuno sia più autonomo, neanche nei piccoli paesi, dove ci vuole poco a rimanere isolati (pag. 22).
Nelle centrali: 8 marzo 2012.
ORGOGLIO E DISONORE. A un anno dalla rivoluzione, la mobilitazione dei tanti attivisti libici che al tempo del dittatore erano stati puniti e imprigionati per il loro impegno a difesa dei diritti; le ossessioni del rais e la scarsissima fiducia che si riponeva nella capacità di sollevarsi del popolo libico. Di Gianluca Solera (da pag. 26 a pag. 28).
LETTERA DA ISRAELE. Sabina Leoncini ci parla dei giovani israeliani che si mobilitano a favore dei palestinesi, di quelli che se ne sono andati e di quelli contagiati da una sempre più diffusa rassegnazione e indifferenza (pag. 29).
LA PROFEZIA DELLO STOLTO. La scorsa estate in Israele è scoppiato il cosiddetto "movimento delle tende” che, sulla scia di Occupy Wall Street e delle manifestazioni europee, lotta per una maggiore giustizia sociale; una politica che ha dimenticato la sua vera vocazione, quella di costruire il futuro e la reticenza sulle terribili condizioni dei palestinesi. Intervista a Zvi Schuldiner (pag. 30-31).
NON CI SONO NOMI ARABI. L’odio verso gli ebrei, manifestatosi dapprima nella forma dell’antigiudaismo cristiano, nel XIX secolo si trasforma in razzismo eliminazionista; l’innegabile carattere occidentale della Shoah; l’errore, grave, di fare di fatto una gerarchia tra i diversi razzismi, il problema della "concorrenza tra le memorie” e il preoccupante aumento degli episodi di islamofobia a fronte di una regressione dell’antisemitismo. Intervista a Dominique Vidal (da pag. 32 a pag. 34).
OMAGGIO A DIEGO. Stephen Bronner ricorda Diego Rivera, pittore messicano, che usava i murales per dare voce alla lotta degli oppressi (pag. 35).
UNA SCUOLA, UN MULINO. L’esperienza di un’associazione padovana che fa volontariato sanitario in Sierra Leone, un paese funestato da dieci anni di guerra civile e dal fenomeno dei bambini soldato; il tentativo, attraverso l’adozione di alcuni villaggi, di aiutare le popolazioni ad aiutarsi. Intervista a Massimo dal Bianco (pag. 36-37).
QUELLE TREDICI BARACCHE. L’esperienza straordinaria del Centro educativo italo-svizzero fondato dal Soccorso operaio svizzero, nell’immediato dopoguerra in una Rimini devastata; un asilo e una scuola elementare ispirati alla pedagogia laica e libertaria dell’educazione attiva; la figura luminosa di Margherita Zoebeli che, a partire dall’impresa del ‘38 in Spagna per mettere in salvo orfani della guerra civile, ha dedicato tutta la vita ai bambini; la grande amarezza del ‘68. Intervista a Carlo De Maria (da pag. 38 a pag. 43).
LETTERA DALLA CINA. Ilaria Maria Sala ci parla di Macao, dove ogni fine settimana arrivano migliaia di turisti dal Guangdong per giocare nei casinò (pag. 45).
LETTERA DALLA TUNISIA. Micol Briziobello ci parla della recente visita del predicatore egiziano Ghoneim (pag. 47).
APPUNTI DI UN MESE. Si parla di malati sempre più informati, anche grazie al "dottor Google”, dell’ennesimo suicidio in carcere, del dibattito apertosi in Francia sulla dubbia efficacia dell’approccio psicoanalitico all’autismo, di anziani che vanno a convivere con dei coetanei, di guerra ai batteri, di come negli Stati Uniti avere figli fuori dal matrimonio sia tornato a essere una questione di classe, di "obiezione di coscienza” in un reparto di ostetricia, eccetera eccetera (da pag. 44 a pag. 47).
INVITO ALLA CULTURA. "Nei miei rapporti con i compagni operai ho notato di frequente un senso di deferenza, derivante da super-valutazione della mia cultura. Oltre la sopravalutazione dello studio e delle letture, che si rivela nelle domande su un’infinità di argomenti vari e complessi, e nello stupore, talvolta incredulo, al sentirsi rispondere: non lo so, ho notato che è diffusa tra gli operai la convinzione che gli intellettuali siano tali per una specie di iniziazione chiusa ai più”; per il "reprint” dell’ultima pubblichiamo un testo di Camillo Berneri del 1924.