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La rivolta conformista - edizioni Una città/2009
Lettere ad Anne Koppel
Chiaromonte Nicola
Princeton, 3 dicembre 1966 Cara Anne, non voglio tardare a risponderti perché la tua lettera mi ha molto colpito. Mi dispiace molto averti dato l’impressione di essere “non gentile” e “ingiusto” con te. Sei l’ultima persona alla quale avrei voluto dare un’impressione di questo tipo. Una cosa è vera, ma non ti riguarda affatto, è che sono diventato molto impaziente rispetto a coloro che parlano di politica per il piacere (molto equivoco secondo me) di lasciare libero corso alla loro indignazione virtuosa. ...

Brutti ricordi/2007
Prefazione al libro Brutti ricordi
Pierre Vidal-Naquet
Rispondendo all’invito dei miei amici del mensile Una Città di Forlì, ai quali sono unito da numerosi legami di collaborazione, scrivo due parole per presentare un libro che ho trovato affascinante, non solo per il suo argomento, che non manca assolutamente d’interesse dal momento che si tratta delle condizioni nelle quali la stragrande maggioranza degli arabi palestinesi, che abitavano nel paese divenuto poi Israele nelle sue frontiere del 1967, hanno lasciato le città ed i paesi che appartenevano loro da secoli. Per gli autori palestinesi si trattò dell’Espulsione, da cui deriva il titolo che il mio amico Elias Sanbar ha dato al racconto, solidamente documentato, di questi eventi. Da parte israeliana, esiste una leggenda, sulla quale tornerò più avanti, che vuole che siano stati gli arabi a partire, seguendo gli ordini dei loro capi per lasciare il campo libero ai combattenti il cui sogno era la distruzione della colonizzazione sionista. Fortunatamente esistono anche i libri di storia, nel senso che questo termine ha per gli storici di mestiere. L’opera fondamentale, pubblicata prima in inglese, nel 1987 [The Birth of the Palestinian Refugee problem, 1947-1949, Cambridge], successivamente in ebraico, è quella di Benny Morris, ora tradotta [dall’edizione aggiornata, 2004, ndc] anche in italiano con il titolo Esilio. Israele e l’esodo palestinese (Rizzoli 2005). Sicuramente la soluzione non arriverà entro sera...

Cosa rimane - edizioni una città/2006
Attualità di Nicola Chiaromonte
Bianco Gino
Vorrei cercare di indicare alcune delle ragioni che rendono ancora straordinariamente attuale il pensiero e l’esempio (cioè la sua scelta di vita) di Nicola Chiaromonte. Uno stile di vita che nei fatti, e con grande coerenza, rifiutava il feticismo del successo, il perseguimento del potere e della ricchezza. Privilegiava, al contrario, una comunità di uomini "legati da una solidarietà materiale spontanea, capaci di condurre vita semplice e modesta”. Chiaromonte era un esempio di quei destini in cui il dramma della storia e il dramma della persona si incontrano, quella che è stata descritta come "la contrazione del tempo storico nel tempo personale”. ...

Lla storia dell'altro/2003
Prefazione a "La storia dell'altro"
Pierre Vidal-Naquet
Considero un grande onore che il periodico Una Città, pubblicato a Forlì, e di cui ho sempre apprezzato l’indipendenza, mi chieda di scrivere la prefazione a questa doppia storia della Palestina e di Israele, ad uso degli studenti dei due popoli. Il fatto essenziale e nuovo, assolutamente nuovo, è l’esistenza stessa di questo testo. Il discorso comune è per l’istante impossibile e lo resterà per molto tempo. Ciononostante, i professori che hanno redatto queste pagine l’hanno fatto nel rispetto reciproco dell’altro. Nel 1967, il numero speciale di Temps modernes che opponeva vedute israeliane e vedute arabe del conflitto era il risultato di una coesistenza puramente passiva. Soltanto Sartre e Lanzmann avevano incontrato entrambe le parti. Due intellettuali ebrei francesi, Robert Misrahi e Maxime Rodinson, sperimentavano punti di vista perfettamente opposti, e solo Rodinson osava parlare di pace e di riconoscimento reciproco. Tutto ciò crollò nel fragore della guerra dei Sei Giorni. ... Auguro buon vento a questa magnifica impresa.

la redazione/1995
Un’antologia di citazioni accompagnata dai cenni biografici
la redazione


Critica della violenza. Bompiani/1966
Stato, nazione e cultura
Caffi Andrea
Detto questo, il libretto di T.S. Eliot è ricco di osservazioni assai acute. Per esempio, la seguente: "Gli uomini che s'incontrano solo per scopi seri e ben definiti, in occasioni ufficiali, non s'incontrano veramente... Uscendo da tali incontri, essi si ritireranno ciascuno nel proprio mondo sociale privato e in quello della propria solitudine... L'affiatamento di un circolo di amici dipende da una convenzione sociale comune, da un comune rituale, e da un comune piacere di ricreazione. È una sfortuna, per un individuo, quando il gruppo dei suoi amici e quello dei suoi soci d'affari sono due gruppi separati senza rapporto l'uno con l'altro; ma è d'altro canto fattore d'angustia che siano un unico e medesimo gruppo." ... Di Andrea Caffi.

Critica della violenza. Bompiani/1966
Nazione e stato
Caffi Andrea
Se "nazione" significa tutte le classi che la compongono è evidente che esse sono solidali. Ma con ciò? Se Epaminonda, nell'invadere la Laconia, avesse avuto a sua disposizione delle bombe atomiche, gli iloti sarebbero periti insieme agli Spartani loro padroni; ma era questa una ragione sufficiente perché, prima di tale catastrofe, ci fosse sul piano umano, su quello economico o su quello politico, una solidarietà qualsiasi fra schiavi e loro proprietari? ... Di Andrea Caffi.

Una Città /0
Michael Walzer sull'Ucraina
Michael Walzer di Barbara Bertoncin, Stefano Ignone


Una Città /0
I NOSTRI SOLDATI I LORO CIVILI
Michael Walzer


Una Città /0
UNA TOMBA PER DUE. ISRAELE, PALESTINA E LA GUERRA
Stephen Eric Bronner di Stefano Ignone