Una Città108 / 2002
Novembre


IL PRIUS DELLA POLITICA è il sociale; il rischio che le politiche sociali siano pura assistenza, che cronicizzino la dipendenza, che non vedano i cittadini come soggetti ma come meri utenti; è inevitabile che il sociale “sia brutto”? L’ideale di una “società competente” dove la competenza sia innanzitutto dei cittadini; in seconda e terza, l’intervista è a Paolo Onelli.
“STO MALE” è l’intervista dove William Raffaeli ci spiega i progressi della “cura contro il dolore” in un paese che era al centesimo posto nel mondo per consumo di morfina; un dibattito, quello sull’eutanasia, forse inutile, e che comunque non riguarda il medico; in quarta e quinta.
PER ORA LE DICO “VEDREMO”: Rosa Carlino e Caterina Gurzì raccontano degli anni alla catena di montaggio di Mirafiori, a fare un lavoro sempre più duro e sempre meno attento alla qualità; in sesta e settima.
E ALLA FINE SI RESTA in fabbrica perché è anche un mondo
di relazioni, di amicizie, di impegno; a raccontare la sua esperienza alla Comau-sito Iveco è il giovane manutentore Antonino Inserra; in ottava e nona, insieme a IL DESTINO DI OPERAI, TECNICI, INGEGNERI, dove Luciano Gallino ci spiega quanto sia grave la situazione Fiat e quanto lo sia stata la scelta, a suo tempo, di non concentrarsi sull’auto.
AL PLURALE è il movimento new-global, per le idee, la composizione sociale e la miriade di associazioni; nel quotidiano l’impegno nella “pratica dell’obbiettivo”; l’intervista è a Donatella Della Porta; in decima e undicesima, insieme SARA E GLI ALTRI RAGAZZI DELLA DIAZ, il racconto di Enrica Bartesaghi.
LA CASA DI SALIM E ARABIA, demolita tre volte dall’esercito israeliano e per tre volte ricostruita dai militanti ebrei e palestinesi dell’Ichad; nelle centrali.
QUANDO AVRAI UN FIGLIO MASCHIO?è l’intervista a Aaren Hawari, palestinese israeliana che ci racconta delle discriminazioni che subiscono le donne palestinesi; in quattordicesima.
SAREMO NOI I NUOVI MORISCOS?, in quindicesima, è l’intervista a Iyad Suleiman, palestinese israeliano, che nel denunciare il pericolo di una deportazione dice anche il suo scetticismo per lo stato palestinese: per lui il futuro è in un unico stato, Israele, ma in cui tutti, ebrei e palestinesi siano uguali.
In sedicesima e diciassettesima, SOPRAVVIVERE ALLO SVILUPPO, un intervento di Anna Schgraffer su Vandana Schiva e L’ULTIMA EREDITA’, resoconto di un viaggio a Murmansk, cimitero di sommergibili nucleari, di Paolo Bergamaschi.
IL PRIMO APPARTAMENTO è la storia di una cooperativa friulana, Vicini di casa, nata per trovare casa agli immigrati; l’intervista è a Giampaolo Gri e Piero Petrucco; in diciottesima e diciannovesima.
LA LIBERTA’ UNIVERSALE DI PENSARE E CREARE, dalla ventesima alla ventitreesima, è il saggio di Abdesselam Cheddadi sul perché l’Islam, nato pluralista, tollerante, aperto al nuovo, si è chiuso alla modernità che nel frattempo si diffondeva in Europa.
NON SONO UN’IGNORANTE, è il racconto, in ultima, delle traversie da immigrata di Mariana Gheorghe.