Una Città128 / 2005
Aprile


LA COLAZIONE PERO’ E’ BUONA lo diceva santa Teresa d’Avila paragonando la vita al passaggio in un albergo mediocre; don Pierre Riches ci parla della verità che è una, ma alla quale ci si arriva per vie personali; invocare la legge naturale a fondamento della morale sessuale è un errore, basti pensare a quanta omosessualità c’è nel mondo animale; il celibato ecclesiastico già oggi non vale in tanti casi; la speranza, fondata, che questo papa sappia ristabilire la collegialità; il valore dell’obbedienza, ma anche quello dell’assunzione della responsabilità; in seconda e terza.
LA SIGNORA SCHIAVO, come la si sarebbe dovuta chiamare con più rispetto, cerebralmente morta da quindici anni, subiva da tempo l’accanimento terapeutico dell’alimentazione forzata; il principio di autonomia si intreccia con quello di beneficenza; il diritto a disporre di sé, e a interrompere volontariamente un processo del morire comunque ormai artificiale, è un diritto inalienabile; l’intervista, in quarta e quinta, è a Valerio Pocar.
LA PENA IN PIU’, e terribile, è quella che cade, a caso, nei modi più arbitrari e assurdi, sul capo dei malcapitati che entrano in carcere; le amarissime riflessioni sullo stato delle nostre prigioni nell’intervista a Zulma Paggi, che esce postuma; in sesta, settima e ottava.
UN FALSO FEDERALISMO? è la domanda che abbiamo rivolto, a proposito della riforma costituzionale approvata dal parlamento, a Luca Mezzetti; la risposta, senza dubbi, è sì; in nona.
IL MERCOLEDI’ è il giorno in cui un gruppo di autoaiuto di donne di Trieste si riunisce per parlare di tutto, organizzare gite e laboratori, per accogliere le nuove venute in difficoltà; l’intervista è a Silva, Marina, Pina, Licia, Graziella, Antonella, Patrizia, Francesca, Loredana, Laura, Liliana, Eliana, Mara; in decima e undicesima.
In dodicesima e tredicesima: Palestina 2005, servizio fotografico di Gilda Zazzara.
PER LA ROUTE 60, in quattordicesima e quindicesima, è l’intervista in cui Israel Harel, uno dei rappresentanti dei coloni israeliani in Cisgiordania, racconta come vede la situazione: loro hanno continuato il sionismo dei padri, chi perde una guerra che ha iniziato è giusto che perda territori, gli arabi hanno tanta terra, gli ebrei pochissima, quindi...
LA FUGA DALL’ESPERIENZA è quella che si consuma ormai ovunque, e in letteratura non fa eccezione; la conoscenza della realtà, e l’incontro con l’altro, sono sempre capaci di sorprenderci e di rompere la monotonia; non a caso furono temuti da tutti i totalitarismi; l’intervista, a Filippo La Porta, è in sedicesima e diciassettesima.
In diciottesima e diciannovesima SARAJEVO, L’EUROPA E IL PIANETA: nel decimo anniversario della morte rileggiamo alcuni testi di Alex Langer.
In ventesima e ventunesima ricordiamo Srebrenica, con RICORDI DI BAMBINI.
In ventiduesima e ventitreesima continuiamo a parlare della sinistra americana dopo le Torri, l’Iraq e la vittoria di Bush; IL FUNZIONARIO DELL’OHIO è l’intervista a Todd Gitlin della rivista Dissent.
In ultima: la sanità in tutto il modo ruota attorno al problema del MEDICO DI FAMIGLIA e l’esperienza brasiliana è d’avanguardia; ne parla Susanna Dori.