Una Città134 / 2005
dicembre


L'ECONOMIA E LA RELAZIONE è l’intervista in cui Andrea Calori ci spiega come lo sviluppo delle economie solidali, sociali, etiche, che mettono al centro la relazione fra le persone, ponga ormai il problema della creazione di veri e propri distretti e di spazi pubblici municipali in cui poter discutere dei problemi dello sviluppo; in seconda e terza.
PICCOLE IMPRESE CONTRO IL DEGRADO è l’intervista in cui Alessandro Messina ci racconta dell’impegno del Comune di Roma a sostenere, in quartieri difficili, tramite un lavoro di accompagnamento, di “incubazione”, progetti di imprese legate al territorio; la grande vitalità delle imprese di immigrati, la cultura del sussidio e la speculazione delle consulenze; in quarta e quinta.
L’OPERA PRIMA DI TUTTO: Maria Rosa Vittadini ci racconta come sul progetto Alta Velocità, ormai slegato da qualsiasi piano razionale e nazionale dei trasporti, non solo ferroviari, si dicano cose del tutto vuote di contenuto, come “si resterebbe indietro”, “andremmo fuori dall’Europa”; un progetto, in realtà imposto all’Europa, per il quale non ci sono soldi e ci saranno pochi utenti; dalla sesta alla nona.
VIETATO L’INGRESSO AI NON ADDETTI AI LAVORI è il “diario di cantiere” di Diego Castagno; un cantiere edile è oggi una babele di nazionalità, di piccole e piccolissime imprese artigiane, spesso impegnate in una corsa al ribasso per aggiudicarsi il lavoro; dalla decima alla tredicesima.
Burgum, nord dell’Olanda; a tutti i profughi in attesa del diritto d’asilo sono dedicate le pagine centrali.
META’ DEI MEDICI, META' DEGLI INSEGNANTI in Algeria sono donne, a testimonianza di una società civile molto vivace ed emancipata che non merita certo leggi come il Codice della famiglia, che pur riformato in punti fondamentali, mantiene un impianto retrogrado rispetto ai diritti d’uguaglianza della donna; l’intervista è a Nacera Benali, in sedicesima e diciassettesima.
ARRIVATI AL TERMINE... Tomasz Kizny ci racconta del suo tentativo di documentare la realtà spaventosa dei gulag sovietici ritrovando foto e documentazione; una realtà che costò la vita, secondo le stime più attendibili, a quasi dodici milioni di persone ma che tuttora è rimossa sia in Russia, dove semmai si sta riabilitando la memoria di Stalin, che in Occidente, dove le rivelazioni degli orrori sovietici sono ben lungi da suscitare un interesse e un desiderio di memoria e di riflessione; dalla diciottesima alla ventesima.
QUANDO UN BALLERINO DANZAVA IL LAGO DEI CIGNI... è il racconto di Lazar Vieniaminowi Szerisevskij, sopravvissuto al gulag grazie al fatto che era attore di teatro; insieme a ballerini e musicisti famosi dar spettacolo per gli ufficiali delle guardie era il modo per restar vivi in un inferno di freddo e fatica; in ventunesima.
IL SOCIALISMO MUNICIPALE, che si sviluppò in Francia nei decenni di fine Ottocento, fu di-sprezzato dagli statalisti come “il socialismo dell’acqua e del gas”; in realtà fu un’esperienza entusiasmante di buone pratiche fra cooperative di servizi, associazioni di consumatori, amministratori dei municipi; così come di tantissimo altro la Prima guerra mondiale segnò la fine di quell’idea comunalista; l’intervista è a Patrizia Dogliani, in ventiduesima e ventitreesima.
LE DIFFICILI VIE DELLA PACE è una discussione fra Aaron Thomas e Tommaso Greco, entrambi studiosi del pensiero di Norberto Bobbio, sulle possibili motivazioni dell’appoggio del filosofo alla Guerra del Golfo e poi, anche, a quella del Kosovo: dalla ventiquattresima alla venticinquesima.
IL DIRITTO DI RESISTENZA del cittadino qualora lo stato violi il patto costituzionale, ivi compreso il diritto e il dovere di un militare di disobbedire a un ordine incostituzionale, non fu sancito dalla Costituente, malgrado Dossetti, Moro e Giolitti si fossero battuti con forza; Togliatti e De Gasperi rimasero freddi e preferirono riconoscere, di fatto, solo ai partiti la capacità, e il diritto-dovere, di difendere la Costituzione; l’intervista, a Umberto Mazzone, è in ventiseiesima e ventisettesima.
VIAGGIARE, FAR POLITICA è il racconto di Giulia Tosoni, studentessa torinese, della sua esperienza liceale, fra impegno politico e un lungo anno, entusiasmante, passato in una scuola sperduta dell’Ecuador; in ultima.
In copertina: Bologna, campo nomadi.