Una Città187 / 2011
Settembre


LA COPERTINA, con il disegno di un bambino palestinese, è dedicata alla speranza che si arrivi finalmente alla costituzione di quella patria che i palestinesi aspettano da tanto, da troppo. La foto è di Anna Da Sacco.
I POMPIERI DI VONNEGUT. Nell’anniversario dell’11 settembre, Gregory Sumner ricorda l’ammirazione di Kurt Vonnegut per i pompieri e il suo debito di riconoscenza per avergli un giorno salvato la vita; quell’ultima veglia in cui aveva reso loro omaggio elencando solennemente il nome di battesimo dei ragazzi deceduti alle Due torri (pag. 3).
IL TEOREMA DI CONDORCET. La sfera pubblica non è solo la dimensione del governo e delle leggi, ma anche il bisogno, di individui e gruppi, di trasparenza, di conoscenza e di controllo; il dilemma di una ragione critica che non ha la capacità di controllare i processi che mette in moto nella sua funzione emancipatrice; i limiti della teoria della giuria di Condorcet, che non tiene conto che una decisione politica non può essere epurata dagli "interessi”; la seconda gamba della democrazia, quella della volontà, e quindi dell’arbitrio, che ai filosofi piace poco; le regole non sono un impiccio, ma un volano di efficienza, perché nel momento in cui le incanalano, in realtà liberano le energie. Intervista a Nadia Urbinati (da pag. 4 a pag. 7).
PERCHE’ NO? L’inopportunità di tornare a spendere soldi pubblici su una linea, la Torino-Lione, su cui da tempo si registra un calo di traffico, soprattutto merci; le corresponsabilità dei Verdi che non vogliono capire perché, nonostante le ferrovie siano sussidiate e le autostrade no, le merci non vogliano andare in treno; l’irresistibilità dei "soldi di Roma” e l’assoluta incoscienza nell’uso dei soldi dei contribuenti; i casi, vergognosi, delle stazioni in sotterranea di Firenze e Bologna, e quello, istruttivo, della metropolitana di San Francisco. Intervista a Marco Ponti (da pag. 8 a pag. 11).
CHI PRIMO ARRIVA... Dal welfare degli anni Settanta, in cui il diritto alla salute era un assoluto, a una cornice in cui il diritto alla salute resta esigibile, ma nei limiti delle risorse e di uno Stato che non parte più dall’identificazione dei bisogni, ma dal budget disponibile; il rischio che le tutele integrative siano accessibili solo ai già tutelati; il concetto di "universalismo selettivo”, non applicabile nella sanità; il crescente ruolo dei fondi e delle assicurazioni e l’assenza dei soggetti tradizionali, cooperative e mondo cattolico che, invece, in questo mutato scenario avrebbero qualcosa da offrire; quei ritardi nelle prestazioni che sono, già oggi, negazione di un diritto. Intervista a Luca Degani (da pag. 12 a pag. 15).
COMUNI. Un appunto di Francesco Ciafaloni sui disagi dei comuni, grandi e piccoli, di comodo o meno, alle prese con entrate che calano e spese che aumentano (pag. 15).
ABBIAMO TUTTI IL DOPPIO LAVORO. Amministrare un comune valdese di montagna, il più esteso del Piemonte, dove però vivono poco più di cinquecento anime; il cruccio demografico e la sfida di offrire servizi adeguati, anche d’estate, quando la popolazione si moltiplica. Intervista a Patrizia Geymonat (da pag.16 a pag. 18).
DUE X PIU’ Y. La partecipazione dei lavoratori all’impresa, che può essere antagonista o collaborativa, informativa, economica o decisionale; la formula del consiglio di sorveglianza tedesco, "due x più y”, in cui le due x sono i rappresentanti del capitale e dei lavoratori, e la y è il presidente eletto; la novità del welfare che entra nei contratti. Intervista a Guido Baglioni (da pag. 19 a pag. 22).
LUOGHI. Il servizio fotografico delle centrali è dedicato alla Transnistria, una sottile striscia di territorio moldavo tra la sponda est del fiume Nistro e il confine ucraino, sorta di entità fantasma, considerata l’ultima repubblica sovietica esistente al mondo.
LETTERA DALL’INGHILTERRA. Belona Greenwood ci parla, non senza qualche preoccupazione, delle ventiquattro "scuole libere” che stanno aprendo le porte in questi giorni in Gran Bretagna, dove il governo ha deciso di sperimentare il modello svedese (pag. 27).
DIRITTI UMANI E REALPOLITIK. Per "hearts and minds”, Stephen Bronner indaga la politica estera americana, da sempre in bilico tra cinico realismo geo-strategico e ambizione democratica; il capitale della "credibilità”, cruciale se si aspira ad avere l’appoggio degli altri paesi, anche quelli che si pretende di andare a salvare (da pag. 28 a pag. 30).
L’OFFICINA DI IÑIGO. La scelta di lasciare il lavoro all’università per andare a vivere in un quartiere emarginato di Madrid, abitato soprattutto da gitani, per offrire un’altra chance a ragazzini sfortunati; gli anni della miseria, seguiti da quelli della droga, quando ogni settimana c’era un funerale e infine la lotta contro una legge che considera i bambini solo dei numeri; l’esempio, luminoso, di Iñigo e la sua officina. Intervista a Enrique Martínez Reguera (da pag. 31 a pag. 33).
A MANIFESTARE, IN TOGA... In Tunisia, a gennaio, a manifestare contro Ben Ali, c’erano anche giudici e avvocati; un sistema, quello della giustizia, che va riformato in profondità, sanzionando i magistrati conniventi col potere, ma anche sradicando una cultura della polizia fondata sulla repressione, più che sulla tutela dei cittadini; il problema, atavico, della corruzione e la necessità che dopo la giustizia si avvii un processo di riconciliazione. Intervista a Wahid Ferchichi (da pag. 34 a pag. 36).