Una Città164 / 2009
Aprile


SEMPRE PIU’ CENTRALISMO. Nel fronteggiare la crisi, il Nord si trova con un settore industriale fatto perlopiù di imprese medio-piccole, che offrono il vantaggio della flessibilità, ma scontano lo svantaggio di un sistema di protezione forgiato invece sulle grandi imprese; un terziario, fatto di tante figure professionali, dall’autonomo al parasubordinato, che si è gonfiato a dismisura e che ora più di altri rischia di mal reggere i contraccolpi della crisi in particolare sul piano occupazionale, gravemente "scoperto”; la delusione per una politica in cui alla retorica del territorio e del federalismo, corrisponde un sempre maggiore centralismo; intervista a Giuseppe Berta (pag. 3-4).
COSTRETTI A REINVENTARSI? Il Veneto è la seconda regione manifatturiera dopo la Lombardia, e da sola occupa il 15% della manodopera italiana in questo settore; un sistema di ammortizzatori sociali che, in attesa della riforma, sta creando innumerevoli problemi, spesso per intoppi burocratici, mettendo sotto sforzo migliaia di imprese e di lavoratori che da mesi attendono l’indennità; il rischio che, se la crisi perdura, venga distrutto un intero tessuto produttivo, come già successo al distretto dell’occhialeria nel bellunese, con effetti devastanti; nei prossimi tre-sei mesi si deciderà il destino del Veneto; intervista a Luigi Fiorot (da pag. 5 a pag. 7).
IMMAGINI DAL FUTURO: la rivolta di coraggiose donne afgane contro una legge islamista orripilante (pag. 8-9).
POTER MORIRE. In Olanda dal 2001 l’eutanasia è stata legalizzata; a praticarla, nella stragrande maggioranza dei casi, è il medico di famiglia, dopo aver verificato l’effettiva insostenibilità della sofferenza del suo paziente, la sua ferma volontà, e dopo aver passato il vaglio di un secondo medico; l’inaspettata serenità che dà la consapevolezza di poter scegliere e decidere in qualsiasi momento di porre fine alla propria vita; l’importanza di un rapporto franco e chiaro con il medico fin dall’inizio; un diritto, quello all’eutanasia, che si contempera sempre e comunque con quello del medico di rifiutare di eseguirla; intervista a Walburg De Jong (da pag. 10 a pag. 12).
NON LASCIARLI ANDAR VIA: Onofrio di Giovanni, preside di una scuola media del quartiere di Porta Palazzo, Torino, che vanta un tasso di presenza di studenti immigrati del 60%, ripercorre la sua esperienza di insegnante e poi di dirigente; l’importanza di tener fermo il principio di una scuola "di tutti e di ciascuno”, che non seleziona, accompagnando chi ha più bisogno senza penalizzare chi è più avanti; la soddisfazione di vedere i ragazzini stranieri proseguire gli studi con profitto (da pag. 13 a pag. 15).
LO VOLEVO NEL MONDO. Decidere di lasciare la propria casa e il proprio lavoro, e di partire, per dare una nuova prospettiva, di vita e in qualche modo anche di lavoro, a un figlio disabile; la frustrazione degli anni della scuola, con il turnover delle insegnanti di sostegno e la prospettiva di una soluzione di parcheggio; l’idea, infine, di avviare un’attività turistica nella campagna sarda, assieme alla madre e a un’amica, accogliente anche le disabilità; il "lusso” di poter fare il medico senza prescrivere farmaci e senza orologio; le difficoltà di un ambiente anche duro, ma dove il bisogno è riconosciuto e lo scambio diffusissimo; intervista a Cristina Cometti (da pag. 16 a pag. 19).
LA VALENZA PACIFICA. L’esperienza di un’associazione, "Asinitas”, che da anni si occupa di immigrati, con particolare attenzione ai richiedenti asilo; l’importanza delle narrazioni, anche terribili, in un contesto di ascolto ed empatia, per "rappacificarsi” con la propria storia; il mediatore culturale, vero costruttore di ponti; l’efficacia di un approccio che non veda solo i bisogni, ma anche e soprattutto la persona, la sua esperienza, le sue risorse; l’idea di una scuola solo per le donne con bambini piccoli, spesso impossibilitate a frequentare i corsi per gli immigrati; intervista a Marco Carsetti, Chiara Mammarella, Tadema De Sarno Prignano (da pag. 20 a pag. 23).
SAN BIAGIO DI TEMPERA è il diario di Lorenzo Marvelli, infermiere attualmente impegnato in un campo per terremotati occupato prevalentemente da anziani a Tempera, L’Aquila (pag. 23).
LUOGHI. Nelle "centrali” immagini di Gaza e dello scempio perpetrato dai soldati israeliani.
LA DEMOCRAZIA RIMANDATA. La Russia ha di fatto abbandonato il comunismo, ma ha rimandato le riforme istituzionali, unico collante il nazionalismo, una super ideologia che tiene assieme tutto e che però sta scatenando il nazionalismo dei paesi vicini; il rischio di una deriva sul piano dei valori e dei comportamenti che fa parlare più di qualcuno di una società "incivile”; la preoccupazione demografica, ma anche economica in un paese che ha puntato tutto sul gas e il petrolio, ovvero su un’economia di rendita incline alla corruzione; il triste epilogo della vicenda cecena, "venduta” al despota Kadyrov; intervista a Paolo Calzini (da pag. 26 a pag. 28)
BOB DYLAN A TEHERAN. Ad Amsterdam c’è una radio, "Zamaneh”, che trasmette contenuti in lingua farsi che arrivano dai blogger iraniani; un paese di 70 milioni di persone, in cui il 70% della popolazione ha meno di 30 anni ed è istruita; i gusti musicali e la curiosità per i tanti generi, dall’hip hop alla musica classica; l’illusione per una rivoluzione mancata e il difficile rapporto con un Occidente che promette e poi non mantiene; intervista a Kamran Ashtary (da pag. 29 a pag. 31).
"DISABILE SCRIVE AL PAPA”. Il problema della comunicazione sociale, in particolare sulla disabilità, tra editoria, giornali, internet; una comunicazione, quella odierna, sempre alla ricerca del disabile che riesce in imprese sensazionali; l’assurdità di un’espressione, quella di "diversamente abile” che non sarebbe mai potuta nascere nell’ambiente della disabilità; il rischio della ripetitività delle informazioni e della fuga nel fare: intervista ad Andrea Pancaldi (da pag. 32 a pag. 34).
RICORDARSI. La fotoricordo è dedicata alle vittime dell’amianto, che ancora oggi fa 500.000 morti ogni anno.
LA RIVOLTA CONFORMISTA. "E si aspetta ancora di sapere quale piega prenderà la loro sommossa e quali scopi effettivamente si proponga, nonché infine, chi ne prenderà la testa per condurla in quale direzione. Comunque, non si tratta, questo è evidente, di libertà, né di ribellione contro un regime oppressivo, bensì, al contrario, di collera contro la mancanza di un’autorità e di un ordine degni di rispetto. Si vedrà che cosa sono capaci di fare, gli studenti italiani, dopo questa gran fiammata di rivolta nella quale bruciavano di uno stesso fuoco l’indignazione per le condizioni scandalose dell’università e in generale della scuola in Italia, quella contro la brutale follia della guerra americana nel Vietnam, il culto (non poco cinematografico e retorico) per la memoria di Che Guevara e l’entusiasmo per Mao Tse Tung, dittatore e pensatore per autorità di comando, non di pensiero”. Così scriveva Nicola Chiaromonte in uno dei saggi dedicati ai "giovani e il 68” ora raccolti in un volume dalle edizioni di una città; in Chiaromonte la curiosità per i movimenti giovanili si accompagnò a una grande fermezza nel denunciarne i limiti e soprattutto i rischi, primo fra tutti, quello della violenza; fu preveggente e del tutto inascoltato; pubblichiamo anche tre lettere inedite che Chiaromonte indirizzò a una giovane amica parigina, i cui amici eramo marxisti e maoisti... (da pag. 38 a pag. 41).
RICORDIAMO FIAMMA. Donato Cioli, Francesco Ciafaloni e Paola Canarutto ricordano Fiamma Bianchi Bandinelli.
LE LEZIONI DELLA GRANDE DEPRESSIONE è l’intervento di Gregory Sumner, in ricordo di un grande americano recentemente scomparso, Studs Terkel, attivista, personalità radiofonica, sempre ottimista nei riguardi della democrazia e della capacità delle persone di mettersi assieme anche e proprio nei momenti di crisi (pag. 44).
LA LETTERA DALLA CINA, di Ilaria Maria Sala, è a pag. 46.
APPUNTI DEL MESE. Si parla degli 85.000 americani che ogni anno vanno all’estero per sottoporsi a trattamenti sanitari in patria sempre più costosi; del tragico destino toccato a un blogger iraniano morto in carcere; di un nuovo mestiere, il "ghosttwitterer”, ovvero lo "scrittore fantasma” che risponde ai messaggi e aggiorna i siti di social networking al posto dell’interessato; dei giovani moldavi scesi in piazza a Chisinau per chiedere più Europa e più libertà; di un blog del Wall Street Journal dedicato a otto vittime d’eccezione della crisi economica; del waterboarding, eccetera eccetera (da pag. 45 a pag. 47).
LA VISITA è alla tomba di Giuseppe Pinelli.
DA UN VECCHIO FALLITO. Per il "reprint” dell’ultima, la prima parte di una lunga lettera di Andrea Caffi a Carlo Rosselli che prelude alla rottura fra il "gruppo dei quattro” (Andrea Caffi, Nicola Chiaromonte, Mario Levi e Renzo Giua) e Giustizia e Libertà.
La copertina è dedicata ai terremotati dell’Abruzzo.