Una Città155 / 2008
Aprile


IL RIFORMISMO CHE NON C’E’. Carlo Donolo, in un’intervista fatta prima del 13 aprile, ci spiega che una sinistra, abbagliata da parole come "crescita”, "innovazione”, e disinteressata ad affrontare le grandi "questioni nazionali” del paese, non può professarsi riformista;?di queste Donolo ne indica tre: la questione del divario fra nord e sud, la questione del lavoro, da sempre centro di una politica di sinistra, oggi sostituito, innanzitutto nella cultura diffusa, dal culto del denaro, la questione della sostenibilità ambientale dello sviluppo. Sono grandi problemi irrisolti che ci allontanano ancor più dall’Europa, impegnata ad affrontarne di nuovi. La tendenza dei sociologi "territorialisti” ad appuntare la loro attenzione su esperienze di eccellenza, che sono certamente importanti, e a sottovalutare un contesto che vede la presenza nelle città di un sistema di potere, vischiosissimo, dominato dall’alleanza stretta fra rendita immobiliarista e amministrazioni di ogni colore, in cui, poi, nel meridione, si innervano gli infiniti capillari dell’economia criminale; una società civile frammentata impegnata in una battaglia del tutto impari con una cultura ormai dominante che intende la politica solo come capacità di intercettare e gestire flussi di denaro (da pag. 3 a pag. 6)
13 APRILE 2008. Un nuovo 18 aprile 48 o l’inizio di un’alternanza normale fra destra e sinistra? Come si spiega la catastrofe della sinistra cosiddetta radicale e il successo della Lega fra gli operai? I conti con lo statalismo comunista e marxista sono ancora da fare a sinistra o ci si può volgere al futuro e dedicare alla concretezza dei problemi senza inseguire fantasmi del passato? Ha futuro una sinistra di "addetti ai lavori” che sembra aver perso i sensori nei luoghi dove si svolge la vita quotidiana di milioni di persone che non seguono "l’attualità”? Ha futuro una sinistra che si inibisce di poter avere una posizione progressista su temi bioetici, sempre meno astratti e sempre più concreti per la vita delle persone? Sono solo alcune delle domande su cui ci arrovelliamo dopo il 13 aprile. Pubblichiamo uno scambio di lettere fra militanti, collaboratori, amici di Una città; pensiamo che discutere, con la massima franchezza e combattività, ma anche con spirito fraterno, sia una delle premesse indispensabili per impegnarsi, ognuno nel suo piccolo, a costruire un futuro diverso della sinistra (da pag. 7 a pag. 10).
ERANO ORMAI ANDATI VIA TUTTI. Livio Corazza racconta del suo arrivo a Torino da piccolo, dalla Sardegna, del suo lavoro alle Ferriere Fiat, poi del passaggio alla Thyssen, dei primi problemi produttivi, dell’esodo degli operai più bravi...(pag. 11-13).
CON I TIBETANI. Rendiamo omaggio alla resistenza tibetana che senza molte speranze si oppone al genocidio culturale in atto in Tibet e alla colonizzazione sistematica Han (pag. 14-15).
PERCHE’ ATIPICO? Già il nome è sgradevole e dice qualcosa dell’attitudine sindacale a vedere solo il contratto dipendente a tempo indeterminato; l’impressionante noncuranza sindacale degli interessi degli autonomi in fatto di previdenza, maternità, ecc. ecc. Ne discutono esponenti di Acta, l’associazione che cerca di riunire i lavoratori autonomi del terziario avanzato e sindacalisti delle tre confederazioni (pag. 16-19).
L’ALLOGGIO SOCIALE è l’intervista a Roberto D’Agostini, presidente della cooperativa milanese Dar, che acquisisce o prende in comodato alloggi degradati di proprietà pubblica per ristrutturarli e darli in affitto "moderato” a immigrati e italiani in difficoltà (pag.20-22).
NON E’ CHE AVREI VOLUTO FARE CHISSA’ COSA è l’"intervista fotografica” a Rosa Apice, napoletana di Barra, fidanzatasi a 13 anni, madre di due bambine... (da pag. 23 a pag. 26).
IL BARRIO DI LA PAZ è l’intervista fatta da un giovane casco bianco di "Antenne di pace”, a chi fa Teatro dell’Oppresso in Bolivia (pag. 27).
USO DELLA FORZA è l’intervento di Francesco Papafava sugli ultimi tentativi di raggiungere un accordo di pace in Palestina, purtroppo senza grandi chance di riuscita (pag. 28-29).
L’IJTIHAD, L'INTERPRETAZIONE, è quella che gli antichi, secondo Aicha El Hajjami, praticavano leggendo il Corano; solo successivamente subentrò la tendenza a interpretare il libro come un testo di legge, non di solo di fede; il ruolo importante che, anche in teologia, possono svolgere le donne musulmane (da pag. 30 a pag. 33).
DALL’INDONESIA. Una delle più grandi foreste pluviali del mondo sta subendo un’opera di distruzione sistematica, per far posto alle palme da olio al fine di produrre biocarburante... per ciò non solo si tagliano alberi secolari ma si asporta un metro di humus; si fa, cioè, il deserto?(pag. 35-36).
L’EREDITA’ ETICA è quella del socialismo che, se anche oggi, in un mondo di immagini, di eterno presente, per i giovani non significa più nulla, può avere un grande futuro come capacità e desiderio di unirsi ad altri per risolvere i problemi della vita e del mondo, come senso del dovere di ripagare i diritti di cui beneficiamo, come esempio e testimonianza; le grandi occasioni perse della storia italiana: quando Saragat, che aveva ragione, non aspettò il 56; quando Bettino Craxi, che proseguiva l’opera di Nenni, si compromise con personaggi impresentabili, offrendo ai comunisti la possibilità di irrigidirsi in un’identità ormai in crisi;?quando con la caduta del muro i comunisti non rimisero in discussione la scissione di Livorno del 1921... Di tutto questo, e altro, ci parla Fulvio Papi (da pag. 36 a pag. 39).
IL DIBATTITO SULLA TORTURA NEGLI STATI UNITI è molto acceso, soprattutto dopo il veto di Bush alla proibizione del waterboarding; intervento di Riccardo Gori-Montanelli, da New York (pag. 40).
"DOMARE LA NATURA SELVAGGIA DELL'UOMO". UNA VOCE DAL 1968 è quella di Bob Kennedy che la sera del 4 aprile, in cui fu ucciso Martin Luther King, quando ovunque si scatenava la rabbia dei neri americani, andò a parlare a una folla di afro-americani a Indianapolis... Intervento di Gregory Sumner, da Detroit (pag. 41).
RICORDARSI. La fotoricordo del mese è dedicata ai Gulag, i campi di concentramento e di lavoro forzato sovietici dove morirono di stenti e di freddo milioni e milioni di uomini; speriamo anche di far propaganda a una mostra eccezionale, costata 17 anni di lavoro a Tomasz Kizny, disponibile da tre anni in Italia e che nessuno richiede (pag. 42-43).
APPUNTI DEL MESE. Si parla di come si vive a Sderot, Israele, sotto la minaccia continua dei razzi da Gaza, dello scontro in atto nella Cgil di Bologna fra badanti e pensionati iscritti, della situazione in Birmania, della vita quotidiana in Iraq con il racconto, nel suo blog, di una giovane irachena, della privatizzazione di alcuni checkpoint israeliani nei Territori occupati, pare, di conseguenza, disertati dai palestinesi, di finanzieri americani che grazie agli hedge fund hanno guadagnato in un anno 3,5 miliardi di dollari, dicasi circa 5500 miliardi di vecchie lire... (da pag. 44 a pag. 47).
LA LETTERA DALLA CINA, di Ilaria Maria Sala, è a pag. 45.
"La Visita” è dedicata ai fratelli Rosselli (pag. 47). Riportiamo un brano del discorso che Carlo pronunciò di fronte ai giudici svizzeri.
LA copertina è dedicata a chi, in America, era riuscito a farsi una casa e ora non ce l’ha più e a tutti coloro, tutti quanti noi, cioè, su cui pende la minaccia di un cataclisma.