Maria Grazia Reggiani è la responsabile dell’associazione “La piccola tana Forlì” che si occupa, fra l’altro dell’assistenza degli animali del Parco urbano.

Intanto facciamo il quadro del vostro impegno al parco…
Il nostro impegno al parco nasce nel 2020, dopo quasi tre anni abbondanti di tavoli tecnici da parte dell’associazione Made in Bunny, un’associazione presente un po’ in tutta Italia come sono adesso tante associazioni che viaggiano molto online e che quindi possono avere soci operativi in tutta Italia. Loro si occupano proprio di tutela legale dei parchi. Noi eravamo volontari forlivesi e siamo stati istruiti da loro, da dei veterinari, abbiamo fatto tantissimi webinar, perché avevamo bisogno delle basi.
Ora siete un’associazione locale?
Sì, l’anno scorso è nata un po’ la necessità di avere proprio un’associazione in loco, perché ovviamente, essendo loro situati a Roma come sede legale, non potevano aderire alle iniziative promosse qui nel comune di Forlì. Quindi abbiamo creato la nostra associazione, che è “La piccola tana di Forlì”, dove i soci fondatori sono proprio le prime persone che avevano aderito alla campagna di Made in Bunny per la ricerca di volontari.
C’è anche da dire che dopo la mattanza che c’era stata al parco nel 2017, gli animalisti di varie associazioni avevano cominciato a presidiare un po’ Forlì per capire cosa fosse successo e per poter dare una mano a contenere la colonia ma senza mattanze.
Stiamo parlando dei conigli…
Esatto, della colonia dei conigli. Quindi dopo tanti tavoli tecnici, c’è stato uno sprazzo di apertura quando s’è insediata la nuova Giunta comunale. Così, ad agosto del 2020, c’è stato il primo censimento all’interno del parco. Dopo, purtroppo, è arrivata un’annata di mixomatosi, che è la malattia tremenda dei conigli, e sulla quale vige ancora una legislazione vecchissima, del ’54, nata ovviamente per gli allevamenti intensivi, che permette a un comune, a una Asl veterinaria, di sterminare tutti i capi presenti sul territorio addirittura nel raggio di cinque chilometri. E comunque, quell’anno lì, grazie anche alla presenza al parco di noi volontari, non c’è stata mattanza. Siamo stati affiancati da una clinica veterinaria forlivese, e insieme abbiamo iniziato questa avventura fatta di tanti avvenimenti belli, ma anche di tante tragedie, perché il coniglio purtroppo è un animale estremamente delicato e, in una colonia così grande, la mortalità ovviamente è elevata. D’altra parte il volontariato con gli animali è così, gioia e dolori.
Qual è la speranza di vita del coniglio?
In un parco si stima che un coniglio abbia una vita media dai due ai quattro anni. Prima dell’alluvione avevamo conigli con delle marche auricolari che potevano datare almeno sei anni di vita.
Perché dici “in un parco”?
Perché purtroppo il coniglio in natura non esiste libero. È sempre un abbandonato. Quelli che vedete al parco sono abbandoni o figli di abbandoni.
Purtroppo c’è molta ignoranza, molte persone credono che liberare un animale “nella natura” sia fargli un piacere, mentre invece vuol dire portarlo a morire. In un parco così grande esistono parassitosi con cui un coniglio di casa non è mai venuto a contatto, di conseguenza tanti conigli abbandonati, se non riusciamo a recuperarli in tempo, sia perché sono stati lasciati in una zona del parco non visibile sia perché comunque noi non abbiamo avuto modo di vederli in tempo, li troviamo morti. Quindi questa è una grossa piaga.
Cioè la maggior parte dei conigli è stata messa dai privati?
Sì. Allora, la leggenda narra che 29 anni fa -nel 2024 il parco fa trent’anni- una piccolo numero di conigli sia stato “liberato” dal Comune, incautamente vista la loro capacità riproduttiva. Ma dal di lì in avanti ci sono stati tantissimi abbandoni. Lo si vede, perché tanti conigli sono quelli definiti semi-selvatici, con caratteristiche tipiche del coniglio da compagnia. Poi sono arrivati figli, nipoti, la progenie è andata avanti negli anni. E quindi sì, la maggiorparte sono abbandoni, è come se fosse una colonia di randagi. Credo che se si facesse un conto del randagismo, molto probabilmente i conigli sarebbero più dei gatti e dei cani randagi. Ci sono tanti parchi in Italia in queste situazioni.
Quanto è prolifico il coniglio?
Un coniglio ha una gestazione di 30 giorni. Questa non avviene in periodi molto freddi e molto caldi, però se un ambiente è consono il coniglio procrea ogni trenta giorni dai due ai dodici cucci ...[continua]

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