Pescia Romana 6/4/08. Pax!
Carissimi, mi permetterete di esprimere un dissenso radicale all’articolo del numero appena giuntomi di una città “valori contro diritti” di Paolo Dusi. Sbalorditiva l’ignoranza religiosa del suddetto: un particolare che vale per tutto il resto dell’articolo è l’accenno all’episodio della visita annullata dal Vaticano all’Università della Sapienza. Episodio dovuto all’avversione proclamata da parte degli studenti ad una visita del Papa con conseguente rinuncia del Vaticano per non provocare incidenti. Il resto dell’articolo fa parte del copione! Ci sarebbero molte cose da evidenziare che denotano un’ignoranza radicale dei presupposti cattolici e dell’acredine del suddetto sig. Dusi.
Sarebbe importante, quantunque difficile, pubblicare articoli di dubbia credibilità lasciando in pieno la responsabilità all’autore senza associarsi a lui.
Continuiamo a stimarvi e ad appoggiarvi, ma la verità va comunque difesa e diffusa.
Sr. Emanuela Mappelli O. S. B.
N.B. Penso che il mio carissimo Alexander Langer sia ormai in piena sintonia con me e con quanto vi ho scritto.
Da Edoardo Albinati
Se posso permettermi, emergendo per un istante dalla sbornia di commenti tv sulla disfatta elettorale, di esprimerne uno sull’intervista a Paolo Dusi, ebbene l’ho trovata singolarmente “one-minded”. Niente affatto scorretta, intendiamoci, semplicemente univoca. Dopo venti righe il partito preso era così netto che il resto non valeva la pena di leggerlo. En passant, giudicare, come viene fatto da Dusi, la posizione effettiva dei cattolici nella vita italiana sulla base dell’avanzamento di carriera dei suoi colleghi o ex-colleghi mi è sembrato un giudizio del tutto frivolo ed esterno alla società reale. E che confonde le convinzioni religiose con le tessere politiche, come se le prime avanzassero sempre mascherate dietro le seconde. Forse era meglio basarsi su ciò che avviene nelle scuole, tra i ragazzi, nelle case, in un esame spassionato dei comportamenti e della morale corrente ecc. ecc. Una buona domanda da porsi: come viene visto oggi in Italia un prete, o una suora? Con quali sentimenti? Mi sembra più interessante di sapere quanti seggi ha preso oggi l’Udc o quante Asl governa. Infine la contrapposizione tra valori e diritti come se i secondi fossero del tutto indipendenti dai primi (gli uni religiosi dunque autoritari ma infondati, gli altri laici dunque miti ma indiscutibili) è così fragile da non sostenere nemmeno la forzatura del titolo. In ogni epoca, valori e diritti sono categorie altrettanto questionabili e sindacabili, malgrado i proclami che ne possa fare in merito qualsiasi autorità politica o religiosa, democratica o non democratica, è lo stesso. E discendono gli uni dagli altri e si intrecciano gli uni con gli altri al punto che per molti versi sono indistinguibili (difficile dire per esempio che il concetto di “persona” o “individuo” possa essere corredato di “diritti” senza che venga emesso alcun giudizio di valore, appunto, sull’individuo stesso). In quanto alla loro qualità di puri enunciati, i diritti non sono meno astratti dei valori. Si riducono a puri dogmi. La loro eventuale concretezza gli viene conferita o sottratta da pratiche umane. Per uno strano paradosso del discorso va invece a finire che i diritti siano considerati sacri e inviolabili, cioè esattamente quello che veniva imputato ai cosiddetti valori. Si abbatte un idolo per adorarne un altro. Da questo punto di vista il dogmatismo laicista non è meno rigido di quello religioso, anzi, sono perfettamente speculari. E mi sembra di capire, sempre più febbrili e agguerriti.
Da Andrea Babini
Cari amici, io non so quanti fra gli abbonati e i lettori di Una Città siano credenti. Io lo sono da poco più di trent’anni, e posso anche vantare una vasta e titolata esperienza. In tutto questo tempo ho potuto conoscere a fondo le associazioni, i movimenti, i preti, la Curia, i laici credenti, i laici “e basta”, il dissenso (del quale in questo momento mi riconosco parte). Quindi mi sento in grado di rispondere alla pari all’intervento di suor Emanuela.
Innanzitutto devo dichiarare che a me l’intervista a Paolo Dusi è piaciuta davvero molto. Leggo in continuazione articoli e testi di commento e di riflessione sulla situazione attuale della Chiesa, in particolare quella italiana, e devo ammettere che finalmente mi sono trovato davanti parole nuove e intelligenti, argomentazioni chiare e non scont ...[continua]
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