Solo un anno e mezzo fa ero un pilota attivo da combattimento nell’aeronautica israeliana. In questo momento faccio il giardiniere a Londra.
Nel settembre 2003, assieme ad altri 26 piloti -fra cui uomini che in passato avevano guidato squadriglie ed eroi di guerra- abbiamo firmato una lettera, nella quale dicevamo che non avremmo più partecipato ad attacchi dell’Esercito israeliano in aree densamente abitate da civili.
Noi, che siamo cresciuti nell’amore nei confronti del nostro Paese, abbiamo scritto che saremmo stati più che felici di partecipare a qualsiasi attività militare, ma non a quelle immorali e illegali.
Il giorno dopo il Paese ha subito una scossa. L’intero Esercito ci ha condannato come traditori; i politici di destra e di sinistra ci hanno urlato che questa nostra azione è inaccettabile e la stampa si è schierata compatta contro di noi.
Perché ci hanno dato dei traditori? Che cos’è che li ha scioccati così tanto? Io stesso sto cercando di capirlo in questi ultimi mesi. Per comprenderlo dobbiamo sapere che ruolo svolge l’Esercito nella società israeliana.
Non sono rimaste molte cose sacre nel nostro tempo; come non ci sono molti simboli che vengano accettati dall’intera società. La religione, per molto tempo, non è stata valutata positivamente; i politici hanno perso il loro ruolo di leader; oggi, di eroi, non ne sono rimasti molti. In Israele sono l’Esercito e l’aeronautica.
Negli ultimi cinquant’anni, l’Esercito israeliano ha fermato vari attacchi da parte dei Paesi vicini -talvolta quando persino i politici avevano pensato che fosse tutto finito, che il sogno ebraico di uno Stato d’Israele sarebbe svanito nel nulla.
E’ stato l’Esercito, con lo straordinario contributo dell’aeronautica, che ha permesso a Israele di sopravvivere.
L’Esercito svolge un altro ruolo molto importante nella società israeliana. Questa è costituita da ebrei immigrati qui da Paesi diversi. Malgrado ciò essa riesce a restare unita, proprio grazie al fatto che ognuno deve andare nell’Esercito. L’Esercito è il luogo in cui ogni uomo e ogni donna s’incontrano e prestano assieme il proprio servizio. E’ quindi considerato come “l’anima della società israeliana”.
La lettera dei refusnik ha minacciato di rompere il consenso attorno al ruolo dell’Esercito come simbolo del bene nella società israeliana. E’ stata anche un attacco da dentro, e non dall’esterno, al cuore della società israeliana.
Perché la gente l’ha presa così male? Forse perché ha capito che qualcosa di immorale sta realmente accadendo. Forse ha modificato la sua percezione della situazione. E, dopo molto tempo, ha costretto le persone a considerare che cosa sta succedendo nel loro Paese. Ma può darsi che la gente non voglia fare queste considerazioni e preferisca tenere gli occhi chiusi e dare dei traditori a chi denuncia le cose che non vanno.
Dicono che se si chiede a qualcuno di un Paese che è scivolato da una democrazia verso una dittatura, quando è successo esattamente, questi non sia in grado di puntare il dito su un punto preciso nel tempo.
La gente non presta attenzione ai piccoli mutamenti. E’ come l’esperimento della rana in biologia. Dicono che se si getta una rana in una pentola d’acqua bollente, salti subito fuori, sentendo l’estremo calore. Ma se si mette una rana in acqua fredda e lentamente si scalda l’acqua fino al punto di ebollizione, resterà dentro fino alla morte, non avvertendo il lento cambiamento di temperatura. Siccome sembra che non ci rendiamo conto dei piccoli mutamenti, è essenziale tracciare delle linee rosse. Le linee rosse ci dicono quando siamo arrivati al punto di ebollizione. Ogni cittadino deve chiedersi: “Quali sono le mie linee rosse? Quand’è che mi alzo in piedi e grido che così non va bene, che così è inaccettabile?”.
Generazioni di bambini in Israele e in Palestina stanno crescendo solo con la paura e l’odio. Sono circondati dalla morte. E non hanno mai vissuto l’infanzia. Questo succede per colpa della nostra apatia e della nostra incompetenza. Sbagliamo nel non gridare abbastanza forte che l’acqua sta bollendo, che le linee rosse dell’umanità sono state superate e che non stiamo facendo abbastanza.
“In questa generazione dovremmo rammaricarci non solo per le parole e le azioni piene di odio dei malvagi, ma per lo sconvolgente silenzio delle brave persone”. (Martin Luther King).
Non ho paura quando sento persone con linee rosse diverse dalla mia. Mi preoccupo quando sento gente dire che non h ...[continua]

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