Cari amici, ci vediamo a Villa Salta? Il 20 e 21 marzo. Il sabato pomeriggio faremo il punto sull’attività, e il mattino dopo ci incontreremo con Jeff Halper che inizia un tour italiano. Vorremmo riuscire a discutere con lui del perché "i due stati" sembrano tramontare e non resta che il due nell’uno. Le cose non vanno male. Il libro La storia dell’altro va molto bene, malgrado la nostra sedimentata inettitudine a promuovere qualsivoglia cosa. E’ più di un libro, è un oggetto del desiderio di tanti, di tutti forse, e fa ben sperare anche per i pericoli, che tanti paventano, e sicuramente esistono, che a sinistra la ripulsa delle politiche criminali dei governi israeliani diventi qualcosa d’altro: l’accoglienza per questo libricino, anche nei "movimenti", ci sembra un segnale, seppur piccolissimo, del desiderio di "riconoscere Israele". Anche di questo vorremmo discutere con Jeff: se esiste un rischio grave, a sinistra, che l’antisionismo si trasformi in antisemitismo. Stiamo andando in giro a presentare il libro. Con Barbara, Massimo, Francesco Papafava e, quando può, Asher. Chi può ci aiuti a organizzare la presentazione nella sua città. Anche piccole, "private" quasi. Abbiamo fatto il convegno di Riccione coi palestinesi di fede democratica che è andato bene, loro erano felici di tutto, anche di essersi incontrati. Può capitare nel 2000 che due conoscenti, amici quasi, avanti negli anni, che abitano a 100 o 200 chilometri di distanza, si incontrino per la prima volta nella vita a Riccione? Sì, può capitare, in regime di apartheid. (Approfittiamo per dar cenno di un fatto perché, intanto, ci teniamo che resti agli atti e poi perché può essere motivo di riflessione: li abbiamo portati, invitati, alla trasmissione di Ferrara. Questi è stato di una maleducazione nei loro confronti veramente ignobile. Allora chiediamo: questo è successo perché il tipo è maleducato di suo? Perché sa che a fare il maleducato in tv ci si guadagna, il che decuplica, ovviamente, la sua maleducazione? Ma di fronte alla nostra costernazione l’amico palestinese ha sorriso: 'Non preoccupatevi, ci siamo abituati'; Allora ci chiediamo, e lo richiediamo a tutti i nostri amici: perché un miserabile benestante occidentale può permettersi di essere maleducato in pubblico con un palestinese?). Abbiamo fatto, insieme alla Fondazione Alfred Lewin, 'La fiera delle buone pratiche' che è andata bene. Abbiamo pubblicato anche il secondo quaderno dell’altra tradizione e l’abbiamo spedito in omaggio a tutti gli abbonati anche per farci perdonare la mancata puntualità del mensile. Gli abbonamenti 'paganti' (senza i regalati, quindi) crescono, seppur lentamente. I collaboratori anche. Crescono i passaggi dal sito. Potremmo fare molto di più e questo è un cruccio. Vedremo e questa volta manterremo la promessa di tenere informati gli amici. A presto, la redazione di Una città
una città / 2010
Testo di una città
10 marzo 2004
Archivio
Parents circle - Bassam AraminRealizzata da Stefano ignone
Bassam Aramin, palestinese, già condirettore del Parents Circle-Families Forum, ha trascorso sette anni in un carcere israeliano per il suo ruolo nella resistenza palestinese. Nel 2007 sua figlia Abir, 10 anni, è stata uccisa da un soldato i...
Leggi di più
NOI NIPOTI...
Una Città n° 312 / 2025 luglio-agosto
Sameeha Hureini, giovane palestinese, è impegnata nel movimento nonviolento Youth Of Sumud (Gioventù della Perseveranza), vive ad At-Tucani nell’area di Masafer Yatta, in Cisgiordania.
Sono una giovane attivista del villaggio di At-...
Leggi di più
La terra dei princìpi
Una Città n° 312 / 2025 luglio-agosto
Realizzata da Stefano Ignone
Realizzata da Stefano Ignone
Cari amici, mi trovo in una campagna amena e verdeggiante. Ci sono querce e nei prati dei villaggi si gioca a cricket; tra le ombre del pomeriggio (il tempo passa velocemente e non sembra intenzionato a comportarsi in modo logico) intravedo Thomas Paine c...
Leggi di più
In ultima: una citazione di Ali Abu Awad
Una Città n° 312 / 2025 luglio-agosto
“Dopo sei mesi dalla morte di mio fratello
arrivò una telefonata. Era di un israeliano,
un ebreo, che mi raccontava di come suo
figlio fosse stato preso e ucciso da Hamas. Aggiunse che voleva incontrarmi e parlare con me ...
Leggi di più
QUEL FRUTTO AVVELENATO
“Amo le vite che quasi non parlano”, recita un verso famoso di una poesia di Saba del 1944. Da quando, il titolo: “Da quando la mia bocca è quasi muta / amo le vite che quasi non parlano”. Ho invidiato la rapidità e l...
Leggi di più