Franco Ferrario, già presidente di Aequos, membro della Faculty del Mip, attualmente è responsabile dell’Osservatorio sostenibilità dell’Associazione per gli studi aziendali e manageriali (Asam) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Nel territorio lombardo, da qualche anno, una quarantina di Gas, i gruppi di acquisto solidale, beneficiano di una piattaforma logistica più efficiente di quella della grande distribuzione. Può raccontarci?
I Gas, gruppi di acquisto solidale, acquistano direttamente dai produttori beni che sono stati prodotti nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente. Ovviamente, dovendo comprare direttamente da piccoli produttori, si compra in quantità, perché per dieci chili di pasta, un produttore non organizza neanche la spedizione. Ora, comprare la pasta, il riso, i legumi, è relativamente semplice, in quanto anche con un ridotto spazio per lo stoccaggio in casa, si possono ordinare volumi che per un produttore sono interessanti e gestibili; ad esempio, il mio Gas, il Gas storico di Saronno, compra una, anche due tonnellate di pasta alla volta. Il problema si pone quando si ha a che fare con il fresco, in particolare la frutta e la verdura, dove si fatica a raggiungere (a parte le arance e qualche altro agrume o le mele) volumi sufficienti per organizzare una spedizione. Infatti, tradizionalmente i Gas, pur comprando molti tipi di merci, alla fine, molta frutta e verdura finivano per comprarla nel mercato tradizionale (negozi, supermercati, ecc.).
In provincia di Varese, ormai da anni, c’è un incontro annuale tra i vari Gas ed è nato un distretto di economia solidale, il Des-Varese. Da tempo si parlava dell’opportunità di fare acquisti collettivi per cui, a uno di questi incontri allargati, a un certo punto è nata la proposta: "Perché non proviamo a fare un acquisto collettivo tutti assieme di frutta e verdura?”. Era il periodo delle fragole, si cerca un produttore di fragole bio, lo si trova in Romagna, si fa un ordine, partono due automobili, tornano: fragole buonissime!
La cosa nasce così. Poi, al Gas di Legnano, una realtà importante, centoottanta iscritti, un ex manager della General Electric prende in mano la cosa. Ha tempo e competenze e comincia ad organizzare. Siamo nel 2009. La realtà cresce, si aggregano più Gas, alle fragole si aggiungono altre verdure, altra frutta, e si arriva abbastanza rapidamente a una tonnellata la settimana. A quel punto si pone il problema di come fare giuridicamente: le fatture infatti venivano intestate (come in ogni Gas) a questa singola persona e, insomma, si comincia a pensare che all’Agenzia delle Entrate potrebbe venire in mente di chiedersi che cosa se ne fa uno di una tonnellata di frutta alla settimana. La soluzione non è dietro l’angolo e anzi alle riunioni le discussioni si fanno sempre più accese.
Quando un paio di amici gasisti di Saronno mi raccontano di questo esperimento, io, che di mestiere faccio il consulente di organizzazione e mi occupo di cambiamento, incuriosito, decido di partecipare. Il primo incontro è sconfortante e lo dico apertamente: "Non ne uscite più”. L’ex manager è infatti un tipo abituato a tirare dritto, ma quello è un mondo di persone che tengono molto alla loro specificità, spesso attenti a ogni virgola, pieni di distinguo...
Propongo di far partire dei gruppi di lavoro per lasciare lo spazio e il tempo necessario per una discussione pacata. Organizziamo dei gruppi con l’obiettivo di individuare alcune possibili soluzioni e viene fuori l’idea di fare una cooperativa con due ipotesi, a base Gas o a base individuale. La maggioranza preferisce a base Gas, l’ex manager l’altra; c’è una diaspora e lui se ne va per la sua strada a costituire l’organizzazione che aveva in mente e che alla fine è fallita. Allora ci si trova in un gruppetto a Natale del 2009 e, nonostante il tutto fosse in mano all’ex manager, si decide di provare a lanciare un nuovo ordine: i Gas aderiscono, si contattano i produttori e a gennaio 2010 si fa la prima consegna: sette tonnellate, una roba mai vista! Questo anche un po’ perché siamo dopo Natale, quindi la gente non ha più niente in casa, e poi ci sono le arance e mandarini che mandano su i volumi. Comunque c’è un grande entusiasmo. Nel frattempo si scrive lo Statuto -impieghiamo alcuni mesi, ogni parola viene vagliata con grande attenzione- e ad aprile 2010 si va dal notaio a registrare la cooperativa Aequos: Acquisti Equo Sostenibili e Solidali.
La cooperativa comincia s ...[continua]

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