Ho aperto la libreria nel 2002. Prima facevo tutt’altro, lavoravo in banca, nel settore dei cambi. Quando è entrato l’Euro, quel settore è sparito e mi hanno lasciato a casa. Avevo avuto delle offerte, anche con ottimi contratti. Forse avrei dovuto accettare visto com’è andata... All’epoca non pensavo ancora di creare una famiglia, ero single e quindi mi sono detto: provo a fare qualcosa che mi piaccia veramente. Non che la banca non mi piacesse. Tutte le cose che ho fatto, le ho fatte col massimo impegno e però...
Devo anche dire che in quel momento, a livello di quartiere, si era creata una situazione molto interessante: la libreria storica che c’era in corso San Gottardo era scomparsa da un anno. In pratica, dal centro per arrivare alla periferia, in questo spicchio (Milano è fatta tutta a spicchi) non c’era più una libreria. Quindi mi sono detto: "È il momento giusto”. Per di più proprio qui da un anno avevano aperto un teatro specializzato in musica sinfonica. Ho pensato: unisco le mie due passioni -la musica e libri- e apro una libreria.
Ho quindi fatto qualche stage in libreria per vedere come si fa e poi mi sono buttato. Ho aperto il 31 maggio del 2002 -adesso faccio 10 anni- e devo dire che fin da subito ho avuto un buon riscontro. I primi anni, nei giorni in cui c’erano concerti, tenevo sempre aperto la sera. C’era forse anche un altro tipo di mercato, non lo so. Certo il successo c’era e stava andando avanti bene. Appena avviata l’attività, avevo subito preso contatto con le istituzioni e le associazioni culturali della zona, i gruppi di lettura e soprattutto con biblioteche e scuole.
Fin da subito ho iniziato a fare anche le mostre del libro. Dal punto di vista commerciale, la mostra del libro non serve a niente, non si guadagna granché, soprattutto se la fai come la intendo io e cioè con un impegno quotidiano per diverse ore. Come funziona? Si va a scuola a presentare le novità, i libri più belli, non come ho sentito dire da altri: "Noi portiamo quelli che non riusciamo a vendere”. Qui è il contrario.
Questi libri vengono poi guardati dalle classi a turno durante le mattinate, con la mia presenza attiva, nel senso che leggo storie, organizzo dei giochi. Assieme all’associazione dei genitori facciamo anche delle iniziative; più che presentazioni, sono proprio incontri con l’autore, l’illustratore o qualche laboratorio. Si crea così una specie di festival del libro che dura una settimana. Al pomeriggio le famiglie possono venire a comprare il libro. Come dicevo, dal punto di vista commerciale ci sono quelle che vanno meglio e quelle che vanno peggio, ma non è un business. Anche perché a trecento metri da qui c’è una libreria veramente grossa e io so che la maggior parte dei bambini vedono i libri alla mostra e poi vanno a comprarli là. Comunque, se vuoi, l’importante alla fine è che vadano in libreria: vuol dire che la mostra del libro ha funzionato.
Le cose sono andate bene per i primi tre anni. Cioè fino a quando hanno aperto, sempre in corso San Gottardo, un grossa libreria che con i suoi 500 mq ha subito messo in crisi i miei 50 mq. Faceva parte della catena "Le librerie del corso” che in quel periodo avevano una caratteristica ben precisa: essendo la loro sede principale in corso Buenos Aires dove avevano appena aperto una Feltrinelli, per combattere la concorrenza, tre-quattro volte all’anno per un mese e mezzo (usando la legge sui saldi della Regione Lombardia) svendevano tutto al 30%, quando noi mediamente compriamo al 30%. Queste catene possono far girare i soldi, poi pagano con i loro ritardi, e comunque in questo modo facevano arrivare liquidità, ma soprattutto hanno le spalle coperte perché il proprietario è padrone di metà dei negozi di corso Buenos Aires. C’è tutta una storia familiare: il padre negli anni Sessanta era riuscito a comprare sottocosto gran parte dei negozi coinvolti dai lavori della nuova metropolitana, che avrebbero bloccato la via per parecchio tempo, costringendoli a chiudere.
Il bello è che quando ho aperto questa libreria, tutti mi hanno detto di andare da lui perché è bravissimo ad aprire (e a chiudere) le librerie. Ha comprato e venduto fior di librerie così. Fatto sta che quando sono andato a dirgli che volevo aprire una libreria in corso San Gottardo, mi ha detto: "No a San Gottardo non si aprono librerie perché non ci sono i parcheggi”. Io l’ho fatto lo stesso e dopo tre ann ...[continua]
Esegui il login per visualizzare il testo completo.
Se sei un abbonato online, clicca qui accedere, oppure vai alla pagina Abbonamenti per acquistare l'abbonamento online.
Gli abbonati alla rivista hanno diritto all'abbonamento online gratuito!