Il dibattito sulla rinascita del nucleare e il problema dell’energia a buon mercato scalda gli animi di politici, industriali, ambientalisti e cittadini dell’intero Paese. La prima questione degna di attenzione non è tanto il ritorno dell’opinione pubblica sull’atomo, quanto la guida degli irriducibili dell’atomo da parte del Governo e dell’opportunista Gotha economico italiano. Il che lascia pensare che la cancellazione di una decisione popolare assunta con referendum nel 1987 non sia dettata da una meditazione lungimirante sulla crisi energetica, ma piuttosto da una concomitanza di convenienze politiche. Convenienze politiche che portano alla accettazione delle filiere industriali che il G8 riserva all’Italia con il collegamento acritico tra mito della crescita, consumo di territorio, disprezzo della salute e vocazione autoritaria di un Governo non sottoposto più al controllo dell’opinione pubblica. Se, come cercherò di dimostrare in seguito, le motivazioni per il ritorno all’atomo hanno una tale origine ed un tal peso, nel programma dell’opposizione al centrodestra, va allora inscritta con chiarezza la campagna contro il nucleare. L’informazione da offrire ai cittadini e gli obiettivi di movimento su cui riaprire una intensa mobilitazione sono da aggiornare in chiave politica, oltre che da rivitalizzare sotto il profilo culturale e scientifico. Vediamo tutti i lati oscuri dell’atomo facile.
1 L’insostenibilità dei costi del KWh nucleare. Il nucleare è la fonte energetica più costosa che ci sia. Il prezzo dell’uranio è esploso negli ultimi anni, passando dai 20 dollari per libbra nel 2000 a 120 nel 2007 e continuerà a salire in relazione alla sua scarsità. Gran parte del costo dell’elettricità da nucleare è legato al costo di investimento per la progettazione e realizzazione delle centrali, che è almeno doppio di quanto ufficialmente dichiarato, e prevede tempi di ritorno di circa 20 anni. Se a questo si aggiungono anche i costi di smaltimento delle scorie e di decommissioning degli impianti, le cifre diventano addirittura imprecisabili. Dove il KWh da nucleare risulta apparentemente poco costoso, come in Francia, è perché lo Stato si fa carico dei costi per la sicurezza, per la ricerca e degli inconvenienti di gestione, ma soprattutto di quelli di riprocessamento e smaltimento definitivo delle scorie e delle centrali. E sono proprio queste spese, oggi rimesse in discussione dai governi per la crisi finanziaria, ad aver scoraggiato gli investimenti privati negli ultimi decenni.
2 L’obiettivo 20-20-20 sostenuto dalla Ue non può coesistere con la rinascita del nucleare. La risposta dell’Unione Europea alle sfide in materia di energia e ambiente è orientata a cogliere le opportunità derivanti dall’investimento in nuove tecnologie. L’obiettivo sancito dall’Ue (cosiddetto “20-20-20”) persegue entro il 2020 con l’aumento del contributo da fonti rinnovabili del 20%; la diminuzione del consumo energetico del 20% tramite azioni di efficienza energetica e la riduzione di emissioni di gas a effetto serra del 20% rispetto alle emissioni del 1990. Così sul versante della produzione di energia il contributo del nucleare non potrebbe che essere aggiuntivo. Ma o i consumi totali esploderebbero, oppure, per tenere in piedi il piano Scajola dovremmo sacrificare le energie alternative. Con la solita furbizia italiana imbroglieremo anche stavolta. Secondo i dati inviati solertemente a Bruxelles dal Governo alla fine del 2007, col solare dovremmo produrre 8500 MW, esattamente quanto Scajola nelle sue esternazioni attribuisce al nucleare futuro. E’ sensato che la maggior parte delle installazioni fotovoltaiche avvenga dopo il 2015, in ragione del miglioramento delle prestazioni delle celle e del loro minor prezzo per l’elevata produzione a regime. A quella data però sarebbero in piena costruzione le centrali nucleari. Ma come sarebbe possibile e, soprattutto, conveniente produrre contemporaneamente due sforzi con tipologie così opposte e comunque tanto impegnativi sul piano della ricerca, della politica industriale, della progettazione, della sicurezza, della formazione di personale specializzato?
3 Contaminazione ordinaria e probabilità di incidente catastrofico: reattori di quarta generazione?
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