Jamila Hassoune, fondatrice del Club du Livre et de Lecture, vive a Marrakech, dove fa la libraia, e da dove ogni anno parte con la sua carovana dei libri. Quella che segue è la trascrizione dell’incontro tenutosi a Forlì sabato 19 marzo, presso la sala "Katharina Mann” della Biblioteca Gino Bianco.

Vorrei parlare di quanto sta avvenendo in Marocco relativamente ai diritti delle donne, per poi raccontare invece cos’è la "Carovana del Libro”.
Non sono una specialista, ma seguo da vicino alcune associazioni di donne con cui collaboro. Andrò ad affrontare in particolare tre questioni molto delicate e attuali in Marocco.
Comincerò dal problema dell’eredità. Nella Sharia, nel Corano, c’è scritto che l’uomo ha diritto a ricevere il doppio della donna, quindi il fratello il doppio della sorella. Ne parlo perché oggi in Marocco abbiamo dal 2011 una nuova costituzione, dove all’articolo 19 si parla espressamente dell’uguaglianza tra uomo e donna. Il fatto è che sul terreno è molto difficile applicare tale legge, perché il Corano, la Sharia, hanno un loro peso culturale. Recentemente è uscito un rapporto del Consiglio nazionale per i diritti dell’uomo sulla questione dell’eredità.
Il governo attuale, che possiamo definire "islamista”, gli si è opposto. Quello che oggi succede in Marocco è che la maggior parte delle donne lavora, partecipa all’acquisto della casa, contribuisce alle spese della famiglia, dopodiché, nonostante abbia condiviso i propri guadagni, al momento dell’eredità riceve la metà rispetto al fratello.
Il 18% delle donne marocchine è capofamiglia, cioè sono loro a mantenere e a tirare avanti la famiglia. Questo crea una grande ingiustizia, tanto più che le donne e le loro figlie sono discriminate: non vanno a scuola o non hanno mezzi propri.
In questo momento il dibattito è aperto, ma la situazione resta bloccata perché gli islamisti, ma gli uomini, in generale, non vogliono perdere questo "diritto” ad avere il doppio della donna.
Il secondo punto riguarda la violenza contro le donne e in particolare la violenza domestica. Ci sono stati molti processi ma manca ancora una legge. La costituzione, come dicevo, è in vigore dal 2011, ma questo governo ancora non ha fatto nulla a tal riguardo.
Nel frattempo si moltiplicano gli episodi di violenza contro le donne, da parte dei fratelli, dei padri, degli zii, per non parlare della violenza domestica da parte dei mariti verso le mogli.
Il terzo punto riguarda il Codice della Famiglia, in vigore dal 2004. Questo codice per noi è molto importante perché è l’esito tanto atteso di grandi battaglie.
Il problema qui è la sensibilizzazione della popolazione. Per esempio, il divieto del matrimonio prima dei 18 anni continua a non essere rispettato in Marocco. Ancora oggi c’è un 60% di ragazze che si sposa prima della maggiore età e questo avviene con l’avallo del giudice in tribunale. E a volte sono gli stessi genitori a spingere le figlie a sposarsi precocemente, perché le famiglie sono povere. Purtroppo, negli ambienti più popolari e nelle campagne sono state proprio le donne a opporsi alla legge che proibisce alle ragazze di sposarsi prima dei 18 anni.
Ho raccontato tutto questo per dire che ci sono delle leggi, anche delle buone leggi, che però non vengono rispettate. Ecco allora l’importanza di cambiare la mentalità. È questa oggi la nostra battaglia. Per questo il lavoro attorno all’istruzione e alla diffusione della cultura è così importante.
Arrivo così all’esperienza della "Carovana del libro”, il cui obiettivo è appunto quello di sensibilizzare i giovani, avvicinarli alla lettura, ma soprattutto utilizzare il libro come strumento di sapere e di informazione. L’idea è di offrire ai giovani la possibilità di accedere alle stesse informazioni del resto del mondo, anche se vivono in un villaggio sperduto. Io lavoro molto soprattutto nei villaggi perché è lì che c’è più bisogno.
La "Carovana del libro” mira anche a suscitare discussioni; scegliamo dei temi, organizziamo dei laboratori e cerchiamo di stimolare lo scambio, il confronto tra i ragazzi e tra maschi e femmine. Le scuole con cui lavoriamo sono miste: ci sono studenti maschi e femmine e così insegnanti uomini e donne. È un punto molto importante. Io avevo già iniziato ad andare in giro nei villaggi per creare momenti di confronto e di discussione attorno ai libri, c’era stata la carovana civica di Fatema Mernissi negli ann ...[continua]

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