È lui quel ladro che la sera torna a casa camminando rasente i muri; il padre che raccomanda ai figli di non parlare del lavoro che fa; il povero cittadino al palazzo di giustizia in attesa di andare davanti ai giudici. L’individuo catturato durante un blitz e spinto col calcio del fucile verso il fondo del camion, è lui. È lui che, al mattino, esce di casa senza essere sicuro di arrivare sul posto di lavoro e che, lasciandolo la sera, non è sicuro di tornare a casa; il vagabondo che non sa più dove trascorrere la notte. È lui che viene minacciato nel segreto di un ufficio governativo; lui il testimone che deve ingoiare ciò che sa, il cittadino nudo e indifeso... Quest’uomo che non vuole morire sgozzato, è lui. Il corpo su cui ricuciono una testa tagliata, è lui. È lui che con le mani non sa fare altro che scrivere i suoi piccoli pezzi. Lui che spera contro la speranza, dato che le rose nascono sui mucchi di letame. Lui che è tutto questo e solo questo: un giornalista.
Said Mekbel
Said Mekbel (Béjaïa, 25 marzo 1940 - Algeri, 3 dicembre 1994), giornalista di "Le Matin”
di Algeri, fu assassinato il 3 dicembre 1994, il giorno della pubblicazione di questo scritto.
Cimitero di Béjaïa, Algeria
Una Città n° 218 / 2015 dicembre-gennaio
Articolo di reprint di Said Mekbel
LA VISITA - SAID MEKBEL
La visita è alla tomba di Said Mekbel.
Archivio
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