Una Città66 / 1998
Marzo


Ne I COLORI IN BIANCO E NERO Kadri Metaj ci racconta di un Kosovo che dal ‘91 vive una situazione di apartheid ormai intollerabile, ma anche della resistenza tenace di studenti e docenti che hanno proseguito la propria attività con mezzi di fortuna e di emigranti che si autotassano del 3% per finanziare le istituzioni "parallele".
In seconda e terza, assieme a IL VELO CHE PROTEGGE E’ L’ISTRUZIONE, in cui Soheib Bencheikh, muftì di Marsiglia, difende la laicità quale principio, anche religioso, irrinunciabile.
Ne IL SALARIO DELL’IMPRENDITORE Giordano Giovannini ci spiega come la figura del socio-lavoratore nella cooperazione può diventare il veicolo principale della precarizzazione del lavoro; sul rispetto dei contratti nazionali è rotta di collisione fra centrali cooperative e sindacato. In quarta e quinta.
Vito Di Silvio ci parla dei benefici della Gozzini, della sua esperienza di scrivano e della lotta, vinta, per ottenere l’area verde dove poter stare con i propri familiari A FIANCO, NON DI FRONTE.
In sesta e settima, insieme a FIGLIO DELLO STATO, il racconto di quel poco che s’è potuto sapere di un giovane ungherese arrestato in una Standa...
Con la nuova legge L’IMMIGRATO FARA’ IL TASSISTA e terrà i negozi aperti di notte, accelerando l’evoluzione verso una società a 24 ore; Guido Bolaffi difende l’efficacia di una politica di rigore con gli irregolari, ma che poi, però, tuteli pienamente chi è in regola.
In ottava e nona, assieme a IL CAMMEO PORTAFORTUNA la cui produzione, ed esportazione in Giappone, sostiene l’economia di Torre del Greco.
Nelle pagine centrali il servizio fotografico, sulle periferie parigine.
In dodicesima e tredicesima, l’Algeria: Cherifa Keddar, fondatrice dell’associazione delle vittime del terrorismo della Mitidja, ci descrive una situazione in cui IL VENTO DELLA PAURA ha forse cambiato direzione; ora sono i sostenitori del Fis a sentirsi isolati.
L’ALGERIA SAREBBE STATA COME L’AFGHANISTAN è l’intervista a Omar Belouchet, direttore di El Watan, quotidiano indipendente algerino.
LE DOMANDE DEL CAPPONE, in quattordicesima e quindicesima, è l’intervista a Luisella Battaglia sulla fondatezza di un rapporto ?simpatetico? con gli animali e, quindi, di un’etica della responsabilità.
UN AROMA CON DENTRO DELLO ZUCCHERO è l’intervista a Paul Lannoye: se ?sarà cioccolato? anche quello fatto col surrogato, la catastrofe si abbatterà sui paesi produttori di cacao. In quindicesima.
In CARNEVALE TRISTISSIMO Alain Brossat racconta come nell’estate del ’44, la rasatura delle "amanti degli occupanti" fu un rito di passaggio atroce che segnò la "rinascita" della Francia; un trauma, quello di tantissime donne, vissuto in silenzio e rimosso da tutti. In sedicesima e diciassettesima. In QUELL’AUTOCOSCIENZA ALLA SIEMENS Lea Melandri ci racconta la sconfitta di un femminismo che voleva far diventare politica il corpo, la sessualità, il privato e le singole vite. In diciottesima e diciannovesima. In ultima, LORO DANNO DEL TU..., un’intervista a Maurizio, giovane ex-detenuto di Barra. In copertina, cooperativa emiliana di pulizie al lavoro.