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Una Città 251/2018Diserzione dalla politica
Intervista a Marc Lazar di Marco Bellini
È grazie a Marco Bellini, un giovane di Cattolica che viene a stare a Forlì a fare il redattore di “Una città” a vitto e alloggio, che si avvia il processo di “internazionalizzazione” della rivista. Grazie a lui “sbarchiamo a Parigi” e la sua serie di interviste, su tutti i temi sensibili del momento e a studiosi famosi o in procinto di diventarlo, è insuperata: André Glucksmann, Michel Wieviorka, Gilles Kepel, Marc Lazar, Farhad Khosrokhavar, Claude Lefort, Alain Brossat, Emmanuel Todd, Olivier Todd, Nonna Mayer, Pierre-Andrè Taguieff, Paul Virilio, Christian Bachmann, Henri Rey, Yves Ternon, Pascal Bruckner, Muhamad Arkoun, eccetera.
Una Città 251/2018
Usare il dolore
Intervista a Ulla Barzaghi di Gianni Saporetti
Intervista a Ulla Barzaghi
Una Città 251/2018
Le mille notti di Sarajevo
Intervista a Adriano Sofri di Massimo Tesei
intervista telefonica da Sarajevo
Una Città 251/2018
Loro
Intervista a Giovanna Cappelletto di Gianni Saporetti
Intervista a Giovanna Cappelletto
Una Città 251/2018
Brevetto universale
Intervista a Alexander Langer di Massimo Tesei
Quella di Alex sulla brevettabilità del corpo umano è la prima di una lunga serie di interviste riguardanti la bioetica, i problemi legati alla salute e al fine vita, dalle cure palliative al testamento biologico, all’eutanasia, alla possibilità di cronicizzare malattie mortali, di convivere con il disagio mentale in autonomia, eccetera.
Una Città 251/2018
Classe '93
Intervista a Vittorio RIeser di Franco Melandri
Siamo contenti di ricordare Vittorio Rieser, la cui dedizione alla classe operaia non condizionava affatto la sua attenzione alla realtà, anzi. Qualche anno fa ci fece sapere che considerava ottima l’intervista che avevamo fatto a un “padrone buono” e che avremmo dovuto continuare a farne. Consiglio che purtroppo non siamo ancora riusciti a raccogliere.
Una Città 251/2018
Far da sé, insieme
Intervista a Pino Ferraris di Gianni Saporetti
Intervista a Pino Ferraris
Una Città 251/2018
L'eremita socievole
Intervista a Gino Bianco di Franco Melandri
Intervista a Gino Bianco su Andrea Caffi
Una Città 251/2018
Quando Marx, Bakunin e Proudhon...
Intervista a Franco Melandri di redazione
Ritrovare una tradizione, ritrovare un passato con cui confrontarsi, che non fosse solo quello delle macerie lasciate dal collasso del pensiero unico della sinistra, il comunismo e il cosiddetto socialismo scientifico, è stato importante e anche un grande sollievo: non era affatto vero che “non si poteva non essere stati comunisti”, lo si poteva eccome. Il socialismo umanista, pur sconfitto, non aveva mai smesso di produrre straordinarie figure di militanti e intellettuali cui la storia aveva dato ragione -tutti gli altri mai. In questo modo la critica delle nostre idee di un tempo diventava anche, seppur più aspra, in qualche modo positiva, attiva. Scoprire il pensiero di Proudhon, come già avevano tentato di fare i socialisti, senza seguito, purtroppo, ci ha poi portato a conoscere figure come Andrea Caffi e Nicola Chiaromonte, che non conoscevamo, o come Osvaldo Gnocchi-Viani, il “fondatore di tutto”, rimosso dai manuali di storia della sinistra. Un incontro per noi decisivo è stato quello con intellettuali militanti come Gino Bianco e Pino Ferraris. Gino, “allievo di Chiaromonte”, ha prestato la firma alla nostra rivista fino alla morte. Pino un giorno ci mandò una mail in cui ci diceva che il nostro interesse per l’altra tradizione era fondamentale e da allora la collaborazione non è mai cessata.
Una Città 251/2018
Maltrattamento malattia malformazione
Intervista a Roberto Marchesini di Gianni Saporetti
“Gli altri animali”, una serie che non siamo stati capaci di “tenere”. Purtroppo.