Laura Coppo è ricercatrice al Centro Studi Sereno Regis di Torino dove studia il pensiero gandhiano ed in particolare i movimenti non violenti indiani contemporanei. La sua intervista a Jagannathan e Krishnammal verrà pubblicata dalla Emi, col titolo: Terra, gamberi, contadini ed eroi. (I settant’anni di lotte non violente di una straordinaria coppia di indiani).

Nell’agosto del 1947, il viceré inglese ammaina la bandiera del Regno Britannico e alza la bandiera indiana; l’India sarà finalmente indipendente.
Krishnammal, poco più che ventenne, ha appena finito gli studi, si trova a Madurai, dove vive e lavora con la dottoressa Soundaram Ramachandran, una gandhiana facoltosa, di alta casta, che lavora con le donne in difficoltà, in particolare cercando di riabilitare le donne cadute nel racket della prostituzione. Krishnammal viene da una famiglia d’intoccabili; la madre, rimasta vedova, molto giovane, è riuscita con enormi sacrifici a farla studiare, cosa del tutto inusuale per una donna intoccabile nata nella campagna indiana nel 1925. Jagannathan, invece, nel ‘47, ha già trentotto anni ed è in carcere e non è neanche la prima volta; in questo momento della sua vita tuttavia ha già preso due decisioni fondamentali: la prima è che una volta uscito dal carcere dedicherà la sua vita ai senzaterra dell’India;l’altra decisione fondamentale è che sposerà Krishnammal.
Il passato di Jagannathan è molto diverso da quello di Krishnammal: viene da una famiglia d’alta casta, benestante, è riusciuto a studiare nelle scuole di prestigio e si trova nell’American College di Madurai quando, nel 1930, Gandhi lancia un appello a tutti gli studenti indiani invitandoli ad abbandonare le scuole non indiane, fondate dagli inglesi o dagli americani, che non adottano il modello tradizionale di educazione indiana, e che, secondo Gandhi, servono solo a formare funzionari, burocrati per il Raj britannico.
Jagannathan abbraccia l’ appello, lascia il college e la famiglia e passa gli anni successivi in un ashram di Madurai gestito da cattolici, e successivamente in un ashram nella baraccopoli intorno alla città di Bangalore, dove un gruppo di giovani studenti, seguaci di Gandhi, organizzano scuole, momenti di accoglienza e programmi sanitari, anche contro la diffusione dell’alcool. In quel tempo, gli ashram, originariamente luoghi di ritiro spirituale, sono diventati comunità in cui si condivide il lavoro ed i possedimenti, mirando all’autosostentamento, ma soprattutto alla limitazione del proprio ego.
A quel punto Jagannathan decide di tornare nel suo distretto dove riesce a far ristrutturare i vecchi edifici lungo il fiume, trasformandoli nella Gandhi Students Home, una struttura in cui studenti, ma anche ragazzi lavoratori della zona, ricevono un’educazione di base e possono frequentare dei corsi sull’economia gandhiana, sui metodi di lotta non violenta e sul Programma Costruttivo di Gandhi; vengono organizzati anche campi di lavoro sugli stessi temi. A uno di questi campi partecipa anche Krishnammal; Jagannathan la nota immediatamente per la sua semplicità: canta delle canzoni bellissime ed è già una ragazza che mostra particolari doti di spiritualità.
Nel 1942 Gandhi lancia un nuovo appello di protesta popolare invitando gli inglesi ad abbandonare l’India definitivamente; scioperi, manifestazioni e proteste sfociano spesso nella violenza; Jagannathan abbraccia il movimento di Gandhi e finisce in carcere due volte.
Il suo Sathyagraha (metodo di protesta non violento, ndr) finisce con l’incarcerazione perché, come diceva Gandhi, il posto adatto per una persona giusta sotto un governo ingiusto è il carcere.
In carcere Jagannathan ha occasione di interrogarsi a lungo sul significato della libertà imminente per il popolo indiano dei contadini senzaterra, degli “uomini comuni” come lui li chiama. La risposta che si dà è che per il contadino delle campagne dell’India non cambierà niente.
Jagannathan afferma infatti che questa è una libertà per gli intellettuali, per le élites, per chi è già coinvolto attivamente in politica, ma nelle campagne niente cambierà perché le radici dello sfruttamento non verranno messe in discussione.
Uscito dal carcere Jagannathan incontra il reverendo Ralph Keitan, un missionario americano, seguace di Gandhi, con lui aveva già lavorato nell’ashram di Bangalore; insieme danno vita alla Constructive Workers Home, un centro di seminari per la diffusione del messaggio gandhiano.
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