Valentina Pasquali, giornalista, vive e lavora a Washington DC.

28 settembre 2008
Birmingham, Alabama - In preparazione al dibattito di giovedì sera che vedrà opposti Joe Biden e Sarah Palin, una donna che fa delle sue convinzioni religiose un punto chiave della propria candidatura, ho visitato due tra le più importanti chiese di Birmingham.
E’ una calda domenica meridionale a Birmingham e il centro città è deserto. Ai piedi dei grattacieli del distretto degli affari, gruppetti di persone si trascinano lentamente per le strade vuote e si infilano in silenzio nella porta secondaria della chiesa battista di 16th Street. Un edificio di mattoni color ocra marcato da un’insegna al neon degli anni Sessanta, la chiesa si erge al centro di un quartiere di concessionarie d’automobili, pompe di benzine e officine di meccanici, e di sacchetti di plastica portati in giro dal vento caldo che spazza i marciapiedi pieni di buche. Gli esercizi commerciali sono tutti chiusi nel rispetto del giorno del Signore, che da queste parti è dedicato esclusivamente alla preghiera. Solo l’Istituto per i Diritti Civili, di fronte alla chiesa, è aperto ai visitatori, un museo che ripercorre le lotte che hanno travolto Birmingham negli anni Sessanta e che hanno portato all’abolizione del sistema razzista di segregazione.
Al contrario dell’esterno addormentato, lo scantinato della chiesa di 16th Street è tutto un brulicare di attività. I parrocchiani stanno concludendo le due ore di catechismo della domenica mattina e si preparano per la Messa. Bambine vestite in eleganti abiti estivi di taffetas escono dalle loro classi e si fermano a chiacchierare con i fratelli, bambinetti in giacca e cravatta. Dalla classe di educazione musicale escono le melodie del coro che fa le prove. Gruppi di donne abbigliate con grande cura si intrattengono sul pavimento di linoleum e si fanno reciprocamente i complimenti per gli abiti che indossano: “Che belle scarpe”, dice una, “sono davvero graziose, dove le hai comprate?” Una coppia di signori anziani chiacchiera seduta su un divano in finta pelle in stile anni Settanta, mentre una fila di notabili locali li osserva dalle fotografie incorniciate sulla parete.
La chiesa di 16th Street è un pilastro culturale e storico dell’Alabama afro-americana: il 15 settembre 1963, nel mezzo della lotta per i diritti civili, una bomba esplose all’esterno della chiesa uccidendo quattro bimbe. Martin Luther King parlò a un pubblico di 8000 persone al funerale che seguì. Joan Baez registrò la canzone “Birmingham Sunday” per raccontare la tragedia. E, nel 1997, il regista Spike Lee ha diretto un documentario sull’attacco a sfondo razzista dal titolo “4 Little Girls”. Non deve quindi sorprendere che questa congregazione si senta molto orgogliosa della storia della chiesa: “Sono membro da quando ero bambino”, dice Marvin Hicks, quarantatreenne nato a Birmingham e che da tre anni si è trasferito un’ora a sud della città, nel paese di Jemison. Il signor Hicks continua a guidare gli oltre sessanta chilometri per venire a messa qui almeno un paio di volte al mese: “Questo posto ha una storia importante e della musica eccezionale”, Hicks commenta. La Messa non delude le aspettative.
Quattro donne vestite di nero e di bianco aprono la cerimonia cantando sulle note di musica cristiana dai toni blues. La profondità delle voci è impressionante. I convenuti si alzano dalle panchine rivestite di velluto rosso e partecipano al canto. Alcuni, trascinati dalla musica, danzano. Una delle quattro cantanti comincia a tremare in maniera violenta. Una giovane che avrà poco più di vent’anni sembra posseduta. Le convulsioni ipnotiche continuano fino a quando la donna non sviene sulla panchina in prima fila. Un uomo le si avvicina e cerca di rianimarla facendole aria con un ventaglio. La medesima scena si ripete qualche minuto più tardi, quando la giovane cantante ha raggiunto il coro dietro il pulpito.
Il Pastore Arthur Price Jr. comincia l’omelia e chiede ai congregati di pregare per coloro che sono malati, per il paese, per la città e per queste elezioni presidenziali. “Andate a registrarvi al voto”, intima il Reverendo, “Non potete essere membri della chiesa sulla sedicesima se non siete registrati: troppe persone prima di noi hanno pagato un prezzo indicibile perché noi potessimo godere di questo privilegio”. In una domenica in cui trentatrè pastori in varie città americane hanno deciso di rendere ufficiale il nome del prop ...[continua]

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