Cara mamma, non sentirti in colpa per tutto questo, la colpa non è tua, ma solo mia perché non ti ho mai voluto dare retta. Scusa se ti faccio stare male quando ti scrivo che è meglio che muoia, ma è soltanto un momento di sconforto. Non preoccuparti perché tanto non lo faccio anche se alle volte ci ho provato. E’ sera e sono le 10 e 43 minuti. La mia compagna di cella dorme e io sto a pensare alla comunità. Non vedo l’ora di entrarci, almeno esco da questo brutto posto. Sai cosa penso? Che un po’ di tutto questo è colpa del babbo, se fosse stato un babbo affettuoso non mi sarei trovata in tanti guai. Mi manchi cara mamma. E’ vero che quando ti viene a mancare qualcosa l’apprezzi di più.
Mi vengono in mente tante cose, specialmente quando sono scappata da casa quella sera, se ti avessi dato retta, a quest’ora sarei sempre agli arresti domiciliari e non qui. Stai tranquilla che presto tutto questo finirà.
13/12/94
Cara mamma come stai? Sai la sera vado in socialità da una ragazza nigeriana e mi diverto un monte. Si ride e si scherza, così il tempo passa più veloce. Stai tranquilla, io sto aspettando di andare in comunità. Speriamo che mi ci mandino così staremo un po’ insieme e mi farò fare tante carezze, che ne ho tanto bisogno ora. Ho quasi finito di prendere la terapia e sto meglio, però non dormo e questo mi rende nervosa. Non so come dirti quello che sento per te, ti posso solo dire che mi manchi tanto. Alle volte mi vengono pensieri strani, ma subito dopo penso a te, dolce mamma, e così li mando via. Faccio di tutto per non pensarci e cerco di resistere in questo posto schifoso e squallido, buco di galera. Sai, ti sogno anche, ho sognato che ero libera e che c’eri tu e Franco. Si abitava in una casa grande e io lavoravo in una fabbrica e poi all’improvviso tu sei sparita. Ti cercavo e alla fine sei ricomparsa vestita di bianco e mi dicevi di stare tranquilla, che tu non mi avresti mai abbandonato. Quando mi sono svegliata ho pianto perché era solo un bel sogno, ero sempre in carcere. So che tutto questo un giorno finirà e non farò più gli errori che ho fatto in passato. Sai che non mi voglio bucare più e voglio vivere una vita insieme a te. A volte penso a quello che mi dicevi, se ti davo retta non sarei in questo buco di galera. Poi penso anche che sono fortunata a confronto delle altre ragazze che non hanno una mamma paziente e dolce.
20/12/94
Ciao, cara mamma, come stai? Io non tanto bene, mi vengono pensieri strani per la testa. In questi giorni ho pensato di ammazzarmi impiccandomi, ma subito dopo ho pensato a te mamma, a quanto ne soffriresti. Penso a che cos’è la vita rinchiusa in questo buco di galera, non è niente. Penso anche che ormai non ho più niente da perdere e se morissi sarebbe meglio, almeno smetterei di soffrire. Fra un po’ è Natale e mi sarebbe piaciuto tanto passarlo con te. Se mi dovesse succedere qualcosa vorrei tanto che mi sotterrassero vicino al mio grande amore Saverio. Quando vieni a trovarmi mi entra nel cuore una grossa felicità e non vorrei mai lasciarti andare via. Ti voglio tanto tanto tanto bene, mamma. Sono triste perché voglio uscire di qua, ma ancora non si è mosso niente per la comunità. Non so se ce la faccio a resistere fino a quando mi permetteranno di andare in comunità. Vedo uscire la gente e divento ancora più triste perché vorrei farlo anch’io. Sai che tristezza passare il Natale qui...
3/1/95
Ti voglio dedicare una poesia, cara mamma: Carcere, da quanto tempo ti conosco! Quando ti conobbi la prima volta ero soltanto una bambina, non sapevo quanto era bella la libertà, non capivo, ma tu senza cuore mi hai insegnato a odiare la vita. Mi hai insegnato soltanto ciò che a distanza di tempo mi ha riportato a te, maledetto carcere. Io non ti odio, ma tu comprendimi, fammi dimenticare questa brutta esperienza, fammi ritornare bambina.
5/1/95
Cara mamma, ho ricevuto la tua lettera e quando l’ho letta ho pianto per te, perché sei sola come me. Io l’ultimo dell’anno l’ho passato a dormire, mi sono fatta aumentare la terapia perché non volevo pensare. Aspetto con ansia la risposta dell’istanza per entrare in comunità. Tu mamma fatti forza e sopporta, che presto tutto questo finirà e ce ne andremo via da quella casa. Io ti capisco cara mamma, perché anch’io sto soffrendo qui dentro. Tu hai la libertà e soffri, io non ho la libertà e soffro. Quando ti senti sola e triste scrivimi che a me fa tanto piacere. Pensa che un gio ...[continua]
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