Insomma, fame e coraggio di tutte le province e di tutte le professioni, ed anche molti affamati senza professione, di quelli aspiranti ad impieghi indeterminati, che vanno alla caccia della fortuna con gli occhi bendati e con le mani ciondoloni, e son la parte più malsana e men fortunata dell’emigrazione. Delle donne il numero maggiore avevan con sé la famiglia; ma molte pure erano sole, o non accompagnate che da un’amica; e fra queste, parecchie liguri, che andavano a cercar servizio come cuoche o cameriere; altre che andavano a cercar marito, allettate dalla minor concorrenza con cui avrebbero avuto a lottare nel nuovo mondo; e alcune che emigravano con uno scopo più largo e più facile. A tutti questi italiani eran mescolati degli Svizzeri, qualche Austriaco, pochi Francesi di Provenza. Quasi tutti avevan per meta l’Argentina, un piccolo numero l’Uruguay, pochissimi le repubbliche della costa del Pacifico. Qualcuno, anche, non sapeva bene dove sarebbe andato; nel continente americano, senz’altro: arrivato là, avrebbe visto. C’era un frate che andava alla Terra del Fuoco. La compagnia, dunque, era svariatissima, e prometteva bene. E non era soltanto un grosso villaggio, come m’osservava il Commissario; ma un piccolo Stato.
Nella terza classe c’era il popolo, la borghesia nella seconda, nella prima l’aristocrazia; il comandante e gli ufficiali superiori rappresentavano il Governo; il Commissario, la magistratura; e della stampa poteva fare ufficio il registro dei reclami e dei complimenti aperto nella sala da pranzo; oltre che i passeggeri stessi, che qualche volta, non sapendo che altro fare per ammazzare la noia, fondavano un giornale quotidiano. Ne vedrà e ne sentirà di tutti i generi -mi disse il commissario- e la commedia crescerà d’attrattiva fino all’ultimo giorno. Intanto mi preparò alla rappresentazione, mostrandomi alcuni documenti curiosissimi d’ingenuità contadinesca, delle lettere di raccomandazione che certi emigranti avevan consegnate a lui e al Comandante, scritte in favor loro da parenti, o da altre persone sconosciutissime all’uno e all’altro. "Signor Comandante del bastimento, le raccomando tanto il tal dei tali, nativo del mio paese, bravo agricoltore, ottimo padre di famiglia, mio buon amico...”. Alcuni avevano di queste lettere, firmate da Tizi ignoti, perfino per alte autorità di Montevideo e di Buenos Ayres. ...[continua]
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