Una Città n° 127 / 2005
Marzo
L’ETHOS IMPERIALISTA è quello che ha spinto la nuova destra “utopista” americana a vedere nella conquista dell’Iraq il primo passo per consolidare la supremazia Usa dopo la fine della guerra fredda e prima che altre potenze si affaccino sulla scena mondiale: una megalomania imperiale che pensa di poter disegnare la realtà a proprio piacimento; la legalizzazione della tortura è la cifra di questo disegno; intervista a Philip Golub, in seconda e terza.
LE FAMIGLIE è l’intervista in cui Marzio Barbagli ci racconta, fra l’altro, che la Sardegna è l’ultima regione del mondo come tasso di fecondità, che il giovane che esce tardi di casa non è affatto un “mammone”, e ci spiega perché la divisione dei beni sia ormai la norma; in quarta e quinta.
CHE VITA VOGLIAMO FARE è la riflessione di Letizia Bianchi, Lucia Marchetti e Isabella Rinaldi sui problemi della qualità della vita nelle istituzioni che accolgono gli anziani: l’importanza della relazione, della franchezza del parlare, della possibilità di personalizzare la propria stanza... In sesta e settima.
L’IMPRESA DI LAVORARE TANTO E BENE è quella in cui si buttano tanti immigrati, spesso ignari di tutte le pratiche burocratiche e degli adempimenti necessari per metter su un’impresa; l’intervista è ad Alberto Bordignon; in ottava e nona.
LA PARSIMONIA è l’intervista in cui Francuccio Gesualdi critica l’assunto economicista di una crescita infinita e propone come ineluttabile un ritorno a stili di vita più sobri; in decima e undicesima.
Sempre in undicesima: per UNA CITTADINANZA RESPONSABILE si impegnarono i coniugi Calogero, Adriano Olivetti, Aldo Capitini, nella consapevolezza che uno stato centralizzatore non sarebbe stato una buona cosa neanche per il welfare; l’intervista è a Luca Lambertini. In dodicesima e tredicesima:
LA RINCONADA, miniera d’oro nelle Ande peruviane; il servizio fotografico è di Davide Casali.
IL RIFIUTO: in quattordicesima e quindicesima David Markus, Noam Lester, Tomer Inbar, piloti israeliani, spiegano perché si sono rifiutati di bombardare luoghi abitati da civili; insieme a COMPORTARSI KASHER, intervista a Nava Hefez, che ci parla dell’attività dell’associazione Rabbini per i diritti umani.
AI FIGLI IN ARMI è una scelta della corrispondenza che intercorse nel 1948 fra Gualtiero Cividalli, ebreo italiano emigrato in Palestina, e i tre figli al fronte della prima guerra fra ebrei e arabi; l’epopea del sionismo insieme ai problemi di una guerra molto crudele; in sedicesima e diciassettesima.
In diciottesima e diciannovesima RICORDIAMO LISA FOA.
Dalla ventesima alla ventunesima parliamo della sinistra radicale americana, dilaniata dall’11 settembre e dalla guerra in Iraq; Stephen Bronner critica LA SINISTRA PATRIOTTICA, incapace di contrapporsi sul piano dei principi, primo dei quali il cosmopolitismo, alla destra del “God, Guns, Gays”; LA SINISTRA INDECISA è l’intervista in cui Michael Walzer critica una sinistra incapace di “simpatizzare” con le vittime delle Torri; esser contro la guerra in Iraq non vuol dire escludere sempre l’uso della forza.
In ultima: QUEL 10% è l’intervista a Silvia Marsoni, ricercatrice oncologica tornata, molti anni fa, dall’America.
In copertina: Perugia.