Una Città130 / 2005
giugno-luglio


FOOTEZ LA PAIX, “giocate alla pace”, è lo slogan scherzoso di un campionato di calcio organizzato dagli immigrati di Marsiglia a cui ha partecipato anche la squadra dei giovani ebrei; Dominique Vidal, reduce da un lungo viaggio nelle periferie francesi, ci racconta dell'estrema difficoltà che incontra un giovane arabo nell’integrarsi, e non per colpa sua, di un razzismo anti-arabo molto forte, di tanti giovani studiosi e impegnati che non trovano spazio, della necessità di un confronto e un incontro fra tutti gli antirazzisti, senza, per questo, pensare a un ritorno dei “portatori di valigie”, di algerina memoria; l’intervista è dalla seconda alla quinta.
INDIPENDENTI O IRRESPONSABILI? Emilio Rosini, già presidente di tribunale del Tar, ci spiega, pur con raccapriccio, perché le questioni poste dal ministro Castelli, in tema di problemi della giustizia, non sono campate per aria; una per tutti: siccome non tutti i reati possono essere perseguiti chi decide quali sì e quali no? In sesta e settima.
NON SO SE SONO GUARITA MA... è l’intervista a un gruppo di torinesi, psichiatri, infermieri, pazienti, volontari, impegnati in una buona pratica di cittadinanza: la gestione di tre locali pubblici da parte di pazienti psichiatrici; l’importanza del lavoro, dell’acquisizione di competenze reali, dell’autofinanziamento dell’impresa; e poi l’orizzontalità, la voglia di divertirsi, l’apertura verso altre esperienze...; in ottava e nona.
IL CONTENITORE è ciò a cui la Chiesa e un parlamento di maschi vorrebbero ridurre il corpo della donna; una legge mostruosa che fa fare un passo indietro alla laicità dello Stato e calpesta i diritti di chi non crede a quello che credono le attuali gerarchie ecclesiastiche; l’intervista, a Nadia Filippini, è in decima.
Dall’undicesima alla quattordicesima DONNE DI SREBRENICA; scorrono le immagini della marcia che ha ripercorso quella “della morte”, fra Tuzla e Srebrenica. In tredicesima il racconto di Sahida Abdurahmanovic, vedova, ritornata a vivere nella città un tempo tanto amata.
UN NUOVO ILLUMINISMO è quello che auspica Mark Lilla se si vuole contrastare i neocon americani, oggi gli unici che sembrano avere una politica, sia pure in grande difficoltà in Iraq; la sinistra liberal non può continuare a limitarsi a demonizzare gli avversari; dalla quindicesima alla diciassettesima.
In diciottesima e diciannovesima ricordiamo Alex Langer con LE PAROLE DEL COMMIATO, di Marco Boato.
In ventesima e ventunesima DIVENTARE LIBERI è l’intervista in cui Franco Sbarberi ci parla di Norberto Bobbio, del suo tentativo di coniugare liberalismo non liberista a socialismo non marxista, della sua concezione della nonviolenza come “pacifismo giuridico”, della sua idea conflittuale e insieme partecipativa della democrazia.
Sempre per l’altra tradizione, insieme a Domenico Canciani, con I DOVERI VERSO L’UOMO ripercorriamo alcuni capisaldi del pensiero di Simone Weil, dalla sua idea di un lavoro più a misura d’uomo alla questione del pacifismo fra la guerra di Spagna e la seconda guerra mondiale; in ventiduesima e ventitreesima.
In ultima: Antonella Talamonti ci parla de LA SCUOLA DEL TESTACCIO di Roma, la scuola di musica popolare nata negli anni Settanta e tuttora viva. In copertina: Londra.