Una Città267 / 2020
giugno


“Dal punto di vista sociale, libertà e solidarietà si identificano; perché la libertà di ciascuno
trova nella libertà degli altri non più una limitazione ma un aiuto, l’uomo più libero
è colui che ha il maggior numero di relazioni con i propri simili”.

(P. J. Proudhon, Le confessioni di un rivoluzionario, 1848)
giugno 2020

Lavorare da casa?
Le potenzialità e i limiti dello smartworking
Intervista ad Anna Ponzellini

Covid-19: primi segnali di guerre giudiziarie
Massimo Tirelli

È andata così
La vita in Italia di una delle tante donne rumene
Intervista a Georgeta Negrutiu

In un piccolo comune
Amministrare un piccolo comune di una vallata
Intervista a Giancarlo Dardi

La salute globale
Sul diritto alla salute della popolazione mondiale
Intervista ad Augusto Pinto

Senzatetto
Testi e foto di Ludovico Nitoglia
e Gabriel Rizaffi

Il modello svedese
La Svezia e la pandemia
Intervista a Gina Gustavsson e Adele Lebano

Dopo la democrazia del petrolio
La scommessa del Green New Deal
Alyssa Battistoni e Jedediah Britton-Purdy

Valéry, l’intelligenza e le macchine
Alfonso Berardinelli

Sul cartello, la parola “coscienza”
Ilaria Maria Sala

L’Arco di Tito
Wlodek Goldkorn

Alla salute!
Belona Greenwood

La “calda estate” del 1967
Stephen E. Bronner

Le raccoglitrici di fragole
Emanuele Maspoli

Democrazia (ed epidemia) al tempo degli algoritmi
Michele Battini

È nata l’Associazione amici di Nicola Chiaromonte
Dedichiamo la copertina ai senzatetto, a quelli che fino a ieri erano una popolazione a parte, che vedevamo quasi come dei predestinati: la possibilità di “finire sotto il ponte” come dicevano i nostri nonni, non esisteva più. La minaccia di una malattia grave e il fantasma della riduzione in povertà hanno forse cambiato le cose, in bene o in male vedremo. In uno degli scambi forse più belli della storia del cinema, il bandito si confida con la donna del saloon: “Facevo il mandriano, poi è successo qualcosa...”, e lei: “Già, è così. Succede sempre qualcosa”. E guardando le foto delle centrali, tornano alla mente le idee di Antonella Agnoli a proposito delle biblioteche: facciamone dei luoghi dove possano incontrarsi cittadini d’ogni ceto sociale, di ogni età, compresi i senzatetto, come nel caso della Salaborsa di Bologna. Oggi più che mai la sinistra dovrebbe impegnare le sue forze migliori a tessere reti sociali, a costruire luoghi di incontro, dove le persone possano ritrovarsi, stringere amicizie, scambiarsi le idee, raccontarsi cos’è che è andato o che va storto, aggiornarsi e far nascere possibilità e, anche, seconde possibilità. Nell’intervista sulla sua vita, la “badante” Georgeta, ex dirigente del pubblico impiego rumeno, racconta di quanto sia importante, per superare la difficoltà di star lontano dai figli e da casa, quel ritrovo quotidiano con le amiche ai giardini, nelle due ore di libera uscita. La “nuova casa del popolo” è, secondo noi, la sfida del futuro.
 
Cosa significa davvero lo smartworking? Le potenzialità del lavoro da casa sono evidenti, ma si accompagnano al timore per ciò che si perde venendo meno l’incontro fortuito con il collega o il compagno di viaggio e al rischio che i confini tra lavoro e vita diventino sempre più labili. Ce ne parla Anna Ponzellini.

L’evidente inefficacia dell’approccio svedese alla pandemia di Covid-19, fondato sulla convinzione che i cittadini sappiano come comportarsi, e le conseguenti critiche, hanno scatenato nel paese reazioni assai “poco svedesi”; il concetto di individualismo statalista e l’ambizione illusoria -forse persino disumana- di un welfare state capace di liberarci da tutte le relazioni di dipendenza.
L’intervista è a Gina Gustavsson e Adele Lebano.

Pubblichiamo un saggio da “Dissent” sulle prospettive per una “no-carbon democracy”: nella necessaria consapevolezza che qualunque azione climatica dovrà farsi carico anche del problema della disuguaglianza, la scommessa del Green New Deal per affrontare la crisi ecologica, è quella di produrre più democrazia, non meno. Di Alyssa Battistoni e Jedediah Britton-Purdy.
Infine gli interventi e le lettere: Alfonso Berardinelli ci parla di Valéry, Wlodek Goldkorn della questione dei monumenti, Stephen Bronner delle estati calde degli Stati Uniti, Michele Battini della democrazia degli algoritmi, insieme alle corrispondenze di Emanuele Maspoli dal Marocco, di Belona Greenwood dall’Inghilterra, di Ilaria Maria Sala da Hong Kong.