Una Città n° 176 / 2010
Luglio-Agosto
LA COPERTINA, con l’albero di fronte alla casa di Falcone, è dedicata a Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e agli agenti che li accompagnavano, eroi della Repubblica italiana.
LA LINEA DELLA RECIPROCITA’. A partire da Pomigliano, in cui secondo Bruno Manghi, c’è una situazione molto particolare, con un assenteismo molto alto, una qualità del lavoro scadente e una parte dei lavoratori che fra cassa integrazione, lavori vari e prospettiva della pensione non vede di buon occhio il piano di Marchionne, una riflessione a tutto campo sui rischi che la "linea dei diritti” distrugga la contrattazione; sul contratto nazionale che è la scala mobile e sulla novità interessante dei contratti a menù, fondati sulla conciliazione; sull’unità sindacale fallita per scelta della Cgil nelle due occasioni storiche presentatesi, sulla necessità ineludibile di arrivare alla partecipazione azionaria collettiva dei lavoratori e sulla funzione degli enti bilaterali per combattere l’enorme precariato (da pag. 3 a pag. 7).
La Competizione distruttiva. Il fatto che per la prima volta in un paese sviluppato vengano introdotte in grande scala le condizioni di lavoro di un paese emergente, è un segnale quanto mai fosco per il futuro dei lavoratori e del paese tutto; intervista a Luciano Gallino (pag. 8-9).
ALLA FINE SI PERDE TUTTI. Della situazione di Pomigliano e del ritardo della sinistra nel non aver saputo intravedere l’erosione dei diritti nel mondo dei precari e degli autonomi ci parla Tiziano Treu (pag. 9).
LA PRESENZA DI UN LIMITE. Nascere con un problema serio di ipoacusia, proprio negli anni in cui in Italia l’audiologia diventa una disciplina e i logopedisti iniziano a sperimentare metodologie inedite; due genitori che scelgono, fin dall’inizio, la strada della normalità e poi la scoperta di quegli apparecchi innovativi, non lineari; l’assurdità di un welfare che paga interventi e indennità e però non rimborsa due apparecchi che darebbero l’autonomia; l’introduzione di un nuovo e rivoluzionario concetto di disabilità; intervista a Martina Gerosa (da pag. 10 a pag. 13).
LA LETTERA DALL’INGHILTERRA, di Bel Greenwood, è a pag. 13.
LA FINE DI CHANCE. Dopo dodici anni, il progetto Chance, quello dei maestri di strada napoletani, il progetto per dare un’altra possibilità ai più umili che la scuola spesso umilia, e che è riuscito a impegnare maestre e maestri, mamme e ragazzi altrimenti votati all’emarginazione, chiude, soffocato da tagli di risorse, beghe politiche e una burocrazia ottusa. Pubblichiamo il resoconto dell’accaduto di Cesare Moreno (pag. 14-15), l’intervento di Santa Parrello alle "giornate di studio” dell’Associazione Maestri di Strada (pag. 15-17) e l’intervista a Maria, Patrizia e Fortuna, le "mamme sociali” di Chance, che ripercorrono gli ultimi mesi di un progetto che per dodici anni aveva permesso loro di "uscire dal guscio” scoprendo in sé risorse che non sapevano di avere (pag. 18-19).
I BAMBINI SANNO NASCERE. Una vocazione, quella di far nascere i bambini, scoperta per caso, ma seguita con tenacia e impegno, fino a farne un lavoro; l’ideazione della Casa Maternità, che accoglie con sapienza e professionalità le donne che scelgono il parto in casa; il dispiacere per non aver potuto vivere in prima persona questa esperienza; l’impegno, anche culturale, contro la medicalizzazione della nascita; intervista a Marta Campiotti (da pag. 20 a pag. 23)
REPLACEMENT MIGRATION IN SALSA VENETA. Giampiero Dalla Zuanna, dati alla mano, ci spiega perché il Veneto è un ottimo esempio di come i flussi migratori hanno posto rimedio a una fecondità insufficiente a garantire l’ordinato rimpiazzo fra le generazioni (pag. 23).
LUOGHI. Le centrali sono dedicate ai cantieri di Alang, India.
CI VORREBBE ALMENO UN HOTEL. Almir è musulmano ed è nato a Srebrenica, dove nel 1995 ha perso il nonno; Muhamed è anch’egli di Srebrenica, se n’è andato nel 1992 ed è tornato a casa 16 anni dopo; Dijana è serba e a Srebrenica ha da poco aperto una postazione Skype per gli anziani con parenti all’estero; Valentina è serba e a Srebrenica è arrivata solo nel 1995 e se n’è innamorata; sono tutti amici e da qualche anno lavorano assieme per provare a ricostruire una comunità che guardi al futuro senza dimenticare il passato e che faccia di Srebrenica addirittura una meta turistica (da pag. 26 a pag. 28).
LE VERITA’ DI SREBRENICA. In occasione del 15° anniversario del genocidio di Srebrenica, per "ricordarsi” pubblichiamo un documento del Tribunale Penale Internazionale per la ex Yugoslavia (da pag. 28 a pag. 31).
BASTONI E CAROTE. L’errore di credere che in Sudan, contro ogni principio diplomatico, ma anche contro le recenti esperienze, possa funzionare il solo "bastone”; un intervento di Stephen Bronner (pag. 31)
L’ERA DELL'INDIVIDUO. L’Iran oggi è un paese in profonda trasformazione segnato da conflitti antichi e moderni; le tante anime di un’opposizione che ha aperto comunque spazi di libertà e democrazia; un appello contro la pena di morte; intervista a Pietro Marcenaro (pag. 32-33).
NON E’ L’ISTINTO CHE E’ MALATO. L’esperienza dura, ma anche istruttiva, di un percorso di psicanalisi con detenuti in carcere per reati di violenza sessuale; la convinzione che la pedofilia non abbia a che fare con un istinto malato, bensì con un istinto indebitamente riemerso dall’inconscio; la soddisfazione di vedere che di pedofilia si guarisce e la battaglia affinché il diritto alla cura valga anche per i detenuti; intervista a Marina Valcarenghi (da pag. 34 a pag. 37).
QUEL NUMERO DI RINASCITA. Clara Bovero ci racconta della sua giovinezza, quando il suo antifascismo "un po’ spensierato” le costò il carcere, ma anche il fatto di diventare la consigliera comunale più giovane del primo consiglio torinese dopo la liberazione; della militanza nel Pci e dell’insopportabile legame con Mosca, dell’esperienza con l’Unione socialista italiana di Aldo Cucchi e Valdo Magnani e d’altro ancora (da pag. 38 a pag. 41).
LE DOMANDE DI VITTORIO. Francesco Ciafaloni ricorda Vittorio Foa (pag. 42-43).
LA LETTERA DALLA CINA, di Ilaria Maria Sala, è a pag. 45.
LA VISITA è alla tomba di Greta Garbo.
APPUNTI DEL MESE. Si parla di "preti on line”, un sito nato per chi non ha trovato vicino a sé il sacerdote che cercava, ma anche per preti ‘internettari’; della mortalità infantile che cala e di quella degli adulti che invece cresce; della discutibile modalità con cui la Gran Bretagna si occupa di rimandare a casa i richiedenti asilo respinti; di un curioso Festival del pudore e del velo previsto a Teheran a fine luglio; di Tony Nicklinson, affetto dalla sindrome del chiavistello, e della sua richiesta alle autorità affinché alla moglie venga concesso di aiutarlo a suicidarsi; eccetera eccetera (da pag. 44 a pag. 47).
TIFARE PER LA NAZIONALE, un appunto di Alessandro Cavalli (pag. 46).
AI MIEI AMICI DI ROMAGNA: "...noi ci disavvezzammo disgraziatamente dalle lotte quotidiane e dalla pratica della vita reale: noi ci racchiudemmo troppo in noi stessi e ci preoccupammo assai più della logica delle nostre idee e della composizione di un programma rivoluzionario anziché dello studio delle condizioni economiche e morali del popolo e de’ suoi bisogni...”. Per il "reprint” dell’ultima, pubblichiamo la famosa lettera agli amici anarchici, con cui Andrea Costa, nel 1879, si convertiva al gradualismo riformista.