La schistosomiasi è una malattia che affligge circa 200 milioni di persone nel mondo. E’ presente nei paesi tropicali e sub-tropicali dove il clima è abbastanza caldo; nei paesi freddi la malattia non si può trasmettere perché se durante la notte gela, il parassita che la provoca e il suo vettore, che è un mollusco, non possono sopravvivere. La malattia fortunatamente è mortale solo nel 10% dei casi; in una delle sue forme più diffuse, la schistosomiasi intestinale, provoca una specie di cirrosi epatica. Tutti i medici e i parassitologi sono concordi nel classificare la schistosomiasi come la seconda malattia parassitaria nel mondo dopo la malaria, che rimane il "killer number one". (Solo in Africa di malaria muoiono più di un milione di persone all’anno, quasi tutti bambini sotto i 5 anni).
Ne abbiamo parlato con Donato Cioli, che lavora nell’Istituto di Biologia Cellulare del Consiglio Nazionale delle Ricerche e che allo studio dello schistosoma ha dedicato tutto il suo impegno di ricercatore.

Il parassita che provoca questa malattia pare essere un organismo straordinario, un "enigma biologico" come l’avete definito voi biologi. Intanto ci può descrivere le caratteristiche dello schistosoma?
I parassiti che provocano la malattia sono dei grossi vermi, lunghi circa un centimetro: un maschio che si richiude su se stesso formando una piega chiamata ginecoforo, all’interno del quale ospita la femmina che, invece, è più sottile, filiforme. Questi due parassiti vivono accoppiati permanentemente, felicemente, tutta la loro vita, con il solo scopo di produrre uova. A far questo, poi, sono bravissimi: ogni coppia produce un uovo ogni tre minuti, e loro non dormono, fanno uova giorno e notte. Questo per lo schistosoma di cui le sto parlando, ma ci sono degli schistosomi che ne producono dieci volte tanto. Pensiamo che nell’organismo di un ammalato ci possono essere anche alcune centinaia di coppie!
Il numero di uova che vengono prodotte da questi parassiti è assolutamente sconvolgente e nel caso di infezioni massicce il decorso della malattia è certamente fatale. Ma c’è un altro dato numerico impressionante: questi parassiti possono avere una vita estremamente lunga. E’ stato dimostrato che questi parassiti nell’organismo umano possono campare anche molti anni, a patto, naturalmente, che l’infezione sia leggera, altrimenti muore l’ospite.
Se uno è abbastanza fortunato da avere solo poche coppie di questi parassiti, questi continuano a fare le loro uova anche per 30-40 anni senza morire: parlo dello stesso individuo di verme, della stessa coppia, non di una popolazione che si riproduce continuamente come nel caso dei batteri.
Ora, l’individuo adulto che sta accoppiato e produce le uova, vive all’interno delle vene mesenteriche, cioè le vene che prendono il sangue dall’intestino e lo portano al fegato. Per dirla in due parole, quando noi mangiamo, le sostanze nutritizie vengono raccolte da vasi, che si chiamano appunto vene mesenteriche, che portano poi questo sangue al fegato. Il fegato è un po’ il primo filtro delle sostanze nutritizie: le elabora, le filtra, e poi il sangue dal fegato passa nella circolazione generale, va al cuore, e così via. Bene, gli schistosomi abitano proprio in queste vene mesenteriche vicine all’intestino. Naturalmente la localizzazione non è casuale, abitano lì proprio per nutrirsi meglio, perché hanno la "prima scelta" del cibo che il paziente mangia.
Vivono quindi all’interno del sistema sanguigno e questo è per un biologo un fatto assolutamente straordinario: molti parassiti vivono o all’esterno, sulla cute o sulle mucose, o dentro i tessuti, ma coperti da una guaina, da qualcosa che li isola dall’ospite; questo invece vive proprio dentro il sangue, continuamente bagnato dalla corrente sanguigna, proprio dove sono gli anticorpi, dove incontra quelle cellule che dovrebbero ucciderlo. E invece no, lui campa tranquillamente, felicemente accoppiato, e si riproduce.
Perché questo è straordinario in biologia?
Perché naturalmente di fronte a un corpo estraneo noi produciamo una risposta immunitaria, degli anticorpi, oppure cellule immuni che hanno proprio il compito di distruggere l’organismo estraneo. E’ così che ci difendiamo non solo dai batteri, ma probabilmente anche dalle cellule tumorali, e così via. Tutto ciò che è estraneo viene eliminato molto rapidamente per evitare che l’individuo muoia. Nel caso dello schistosoma questo non succede, e molti di noi sostengono c ...[continua]

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