Sonja Puntscher Riekmann, Accademia delle Scienze, è direttrice dell’Ice, Centro di ricerca per il cambiamento istituzionale e l’integrazione Europea. Vive a Vienna.

Vorremmo intanto capire il percorso del partito di Haider, che stranamente viene accusato di essere legato nostalgicamente al passato e contemporaneamente presenta un’immagine moderna, proiettata sul futuro...
Mi sembra importante sapere, senza ora entrare nei dettagli, che il partito del Fpö si è sviluppato da un altro partito, che si chiamava Vdu, Verband der Unabhängigen (letteralmente "Associazione degli Indipendenti"), che era stato fondato a sua volta nel ’49, e raccoglieva un po’ tutti i vecchi nazisti che erano stati membri del partito nazionalsocialista nel Terzo Reich, ma anche gente insoddisfatta di un sistema politico dominato già da due grandi partiti, quello conservatore e quello socialista. Era un partito sempre sul punto di dissolversi anche per conflitti interni.
A metà degli anni ’50, fu trasformato in quello che è oggi l’Fpö da Friedrich Peter, un membro di un’unità delle SS che, le ricerche storiche successivamente l’hanno rivelato, operava nell’Unione Sovietica sterminando ebrei e sovietici. Questo piccolo partito navigava tra il 4, 5, massimo 6% dei voti. Riuscì a sopravvivere grazie ai socialisti di allora, che si adoperarono per integrarli nella sfera politica per due motivi, apparentemente opposti: mantenere una piccola formazione al di là del grande partito conservatore e avere una piccola sponda, anche se a destra, che li potesse sostenere in parlamento in caso di governo minoritario, il che si verificò a partire dal ’70. Il periodo di questo governo minoritario fu di soli otto mesi. Bruno Kreisky cercò di forzare Friedrich Peter a tenere una direzione più liberale, ma, data la sua formazione politica, Peter restò molto reazionario e profondamente anticlericale, come appunto lo erano stati i nazisti e sempre fautore dell’Anschluss, del cosiddetto pangermanismo; era invece a favore dell’integrazione economica dell’Europa, in un periodo in cui ancora se ne parlava poco, e quindi fermamente contrario alla neutralità kreyskiana.
Questo partitino non sapeva mai se ce l’avrebbe fatta alle successive elezioni. Negli anni settanta si diede un nuovo leader, un giovane avvocato di nome Norbert Steger, che cercò con grandi sforzi di trasformare il partito in una sorta di partito liberale classico, propagandando soprattutto un liberalismo economico, ma senza toccare altri nodi politici che avrebbero potuto diventare difficili visto il tipo di clientela che questo partito aveva.
Nell’’83 i socialisti dopo aver governato incontrastati per dodici anni persero di nuovo la maggioranza assoluta; Bruno Kreisky si ritirò passando lo scettro a un altro socialista, che formò una coalizione con l’Fpö, il che portò quest’ultimo, secondo i sondaggi, sull’orlo della disintegrazione. Fu quello il momento in cui scoccò l’ora di Jörg Haider che riuscì, tramite quello che fu chiamato il "Putsch di Innsbruck", a raggiungere la presidenza del partito. L’aspetto interessante fu che a permettere la sua ascesa fu proprio il sostegno dei vecchi nazisti, per lo più settantenni, ormai. Fu veramente un salto nel passato attuato per eliminare tutti gli esponenti liberali, soprattutto Norbert Steger, che poi lasciò il partito, e per conquistare il potere al suo interno. Fu la svolta decisiva per l’Fpö: non continuare la via della liberalizzazione, ma ricominciare dal ’49. Jörg Haider è il prodotto di queste vecchie forze.
Quando Haider diventò presidente del partito, i socialisti posero fine alla coalizione. E quando Franz Vranitski diventò cancelliere chiarì subito che non sarebbe stato in nessun governo con Jörg Haider. Così iniziò quello che, in un articolo per una pubblicazione americana, ho chiamato "The politics of Ausgrenzung"; Ausgrenzung vuol dire "marginalizzazione". Sia Vranitsky che poi il cancelliere Klima hanno veramente imperniato gran parte della loro politica sul tentativo di marginalizzazione di Haider a ogni costo. Però -e questo veramente è un paradosso- per raggiungere questo obbiettivo hanno cominciato a mettere in pratica la politica che dettava Haider stesso, soprattutto per quanto riguardava l’immigrazione: misure restrittive sia per l’ingresso dei nuovi immigrati che per l’integrazione di quelli già presenti nel paese.
A partire dalla presidenza di Jörg Haider l’ascesa del Fpö è stata continua. Ha guadagnato voti ...[continua]

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