Andrea Zanni, è presidente di Wikimedia Italia (wikimedia.it), amministratore di Wikisource e bibliotecario digitale a MediaLibrary Online.

Cos’è Wikimedia Italia?
Wikimedia Italia è un’associazione no profit che promuove i progetti Wikimedia (per esempio Wikipedia, Wikimedia Commons, Wikisource) e in generale la conoscenza libera. Con conoscenza libera intendiamo quei contenuti culturali rilasciati con licenze che consentano la condivisione, la copia, la modifica, il riuso. Si va dunque dal movimento open data a quello open access: in generale, tutto cioè che è "open” ci piace. Vogliamo portare i valori di Wikipedia fuori dal computer.
Quali sono i valori di Wikipedia e quali sono esportabili?
Fra i valori di Wikipedia ci sono sicuramente la collaborazione, l’apertura e una mentalità pratica e "audace”. C’è poca attenzione ai nomi e alle credenziali. C’è uno "shift” fra autorità e autorevolezza: non importa chi sei, ma quello che dici. Molti di questi valori sono tranquillamente esportabili fuori da Wikipedia, anche se ovviamente non è facile. Facciamo un esempio. Wikipedia salva ogni modifica e quindi costruisce una cronologia delle versioni di ogni articolo: come una stratigrafia di rocce, uno strato sopra l’altro e ogni versione è linkabile e ripristinatile. Ogni modifica è tracciata. Questo garantisce sia robustezza che resilienza: significa che tutte le volte che arriva qualcuno e cancella tutto il testo di un articolo, con un click posso tornare alla versione precedente. Come un "Annulla”. Questo fatto tecnico garantisce a chiunque di poter provare a contribuire a Wikipedia senza la paura di "romperla” o di fare qualcosa di sbagliato. Si può sempre tornare indietro. Quindi un espediente tecnico diventa un espediente sociale, psicologico. È una giustificazione per il "Be bold!”, il "Sii audace” che invita chiunque a provare a scrivere e migliorare. Fate pure, non potete fare danni. Questo secondo me è un perfetto esempio di caratteristica tecnica che diventa caratteristica culturale.
Molti però sono intimoriti all’idea di cliccare "Edit”… Serve coraggio…
Wikipedia ha un avviso, che mette tutte le volte che una persona arriva e segnala un errore o una mancanza. Il testo dell’avviso è lungo e cortese, ma il nome del template (il codice che serve per richiamare automaticamente l’avviso) è semplice: si chiama "sofixit”. "So fix it”: e allora aggiustalo.
La mentalità wikipediana è questa: se hai le competenze cognitive per capire che c’è un errore, o per capire che mancano informazioni importanti, migliora la pagina. Non stare a dire ad altri una cosa che potenzialmente puoi fare tu. Wikipedia è un bene comune, cioè di tutti. Bene comune non vuol dire "di nessuno”, vuol dire "di tutti”. Dunque è responsabilità anche tua.
Cosa vuol dire "comunità” al tempo di Wikipedia, nel XXI secolo?
Non esiste una sola risposta. Le comunità sono milioni e una persona può appartenere a comunità diverse. Dal mio personale punto di vista, quando hai una passione e ti piace condividere questa passione con altri, quello è il germe della comunità.
Le comunità cioè si formano attorno a progetti, a interessi, a passioni, a professioni: c’è un qualcosa che tiene le persone insieme. Ma quella è solo la "forma esterna”, la ragione ancora più profonda è la reale motivazione delle persone, a volte esplicita, a volte no. Se io lavoro come programmatore, farò parte di una comunità di pratica, perché spendo il mio tempo lavorativo a pensare certe cose, a parlare di certe cose, a confrontarmi con certe persone. Ma magari la sera divento un appassionato di felci, di birra, di fumetti, che si confronta con altre persone su felci, birra e fumetti. C’è un "oggetto” gravitazionale che attira persone attorno a sé.
Un’altra definizione, più oscura ma forse più vera, è che c’è comunità ovunque ci siano persone che tornano in un luogo, fisico o virtuale, perché pensano di appartenere a quel luogo, in un qualche modo, in una qualche forma.
Qui dunque non c’è differenza tra una comunità vera e una virtuale...
In un certo senso non ci sono differenze fra comunità reali o virtuali, se non per il semplice ma irriducibile fatto che il reale ha limiti fisici e il virtuale ha limiti digitali. Questa è la grande differenza. Se io e te viviamo insieme, dobbiamo venire a patti con le reciproche differenze, con lo spazio fisico che io e te occupiamo nello stesso luogo. Do ...[continua]

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