Aldo Natale Terrin insegna Storia delle religioni presso l’Istituto di Scienze Religiose di Urbino e presso l’Università Cattolica di Milano. E’ autore di New Age, una religione post-moderna. Ed. EDB.

Lei ha definito il fenomeno della new age una religione post-moderna. Ci può spiegare?
Dire cosa sia la new age, quel fenomeno che negli ultimi anni si è molto diffuso anche in Italia e che i giovani conoscono soprattutto tramite la musica, è difficile perché comprende molti di quei fenomeni religiosi o para-religiosi nati durante gli anni ’70-’80 negli Usa, riconducibili alla cosiddetta cultura post-moderna. Il termine new age, che risale a Alice Bailey e alla teosofia degli anni ’40, indica un intero spettro di fenomeni “religiosi”: dalle tecniche psicosomatiche orientali come le saune, i massaggi, lo shiatzu, la pranoterapia, l’omeopatia fino a una visione globale dell’esistenza come coscienza ecologica.
New age significa “epoca nuova”, e coincide con l’età dell’Acquario, che ha avuto inizio negli anni ’60, durerà 2000 anni circa e dovrebbe essere un’epoca di spegnimento delle conflittualità, del ritrovamento progressivo di armonia, serenità e pace dopo l’epoca dei Pesci, che fu epoca di conflitti. E’ una visione ecologica ed olistica della vita, che vuol vedere l’intero e non i dettagli, rimproverando alla scienza e alla tecnica di avere disumanizzato l’uomo e volendo recuperare tutte le dimensioni dell’uomo a livello più spontaneo ed immediato.
Qualcuno ha parlato di una specie di ontologizzazione delle sensazioni, nel senso che si ritorna a gustare di più lo sguardo, i sensi, le cose e meno a speculare su di esse. Sembra effettivamente il ritorno a un romanticismo vecchia maniera, ma con una nuova mentalità che riprende tematiche care all’Oriente, vicine alla visione tantrica, dove si dà molta importanza ai colori, ai suoni, a questi aspetti della vita che in una società tecnologizzata valgono poco o nulla.
Non c’è dubbio che si tratti di una concezione dell’uomo di sapore religioso, in quanto indica un modo per superare questo mondo tramite una concezione globale della vita e attraverso un’esperienza di dio nella natura. Per questo la new age viene accusata di essere panteista, cioè di non mantenere più una distinzione chiara fra dio e mondo. Il che è anche vero, ma perché la new age vuole avvicinare dio al mondo e il mondo a dio, tramite un’esperienza religiosa che incontri l’esperienza umana in modo più immediato, quello che progressivamente s’è perso nel mondo delle religioni istituzionalizzate.
Per la new age dio non è l’Altro, ma è immanente a questo mondo e noi prendiamo contatto con lui tramite il contatto con la natura, con il verde, con i fiori.
La new age è un movimento abbastanza unitario, esiste una sorta di Chiesa new age o si tratta solo di un movimento culturale?
Anche se vi sono riviste new age, non esiste un movimento strutturato, non c’è un leader o un gruppo che possano dire di essere i rappresentanti della new age. In realtà si tratta di un movimento molto vario, a ombrello, che comprende un’infinità di piccoli altri movimenti: anche il buddismo zen, recentemente diffusosi in Italia, può essere ricondotto in qualche modo alla visione new age.
I leader di questa sensibilità presente in moltissimi strati sociali -più che di un movimento si tratta infatti di una sensibilità- sono Frijof Capra, insegnante di fisica nucleare a Berkeley e Marilyn Ferguson. Il leader della comunità di Findhorn è George Trevelyan.
Ora, la new age da una parte è sostenuta da numerosi scienziati fisico-atomici e dall’altra da psicologi dell’ultima generazione, cioè sostenitori della psicologia trans-personale, come Charles Tart e altri, presenti soprattutto in California, ispirati da Jung e poi dal pensiero positivo di Joseph Murphy. La stessa attrice Shirley McLaine ne è una grande protagonista, non solo per il cosiddetto channelling, un’appendice della new age che si occupa di sedute medianiche, molto diffuso negli Usa, ma anche in Germania, Francia e Italia, soprattutto nel milanese, ma per i libri che ha scritto sulla positività e l’ottimismo.
La sensibilità che anima questo movimento, infatti, si basa su una visione ottimistica del reale e dell’esistenza e sull’idea che se noi pensiamo in maniera ottimistica, abbiamo più energia, ci sentiamo più in salute, siamo più creativi.
La new age non sostiene apocalissi di fine millennio, ma semmai vede una coscienza che si sta esp ...[continua]

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