La copertina è dedicata ai giovani "riformisti” iraniani.

Davanti alle file di disperati in marcia lungo il corridoio balcanico, agli sbarchi in Grecia e in Italia, alle immagini delle popolazioni affamate e impossibilitate a fuggire dalla Siria, l’Europa, in assenza di una politica migratoria, si è mossa finora in ordine sparso, tra la generosità, per qualcuno sconsiderata, della Germania e la chiusura quasi totale dei paesi dell’Est. Massimo Livi Bacci ci spiega perché è importante distinguere tra chi arriva spinto e attratto da ragioni economiche ed esistenziali, il cui accesso può essere governato e perfino negato, e chi invece fugge da guerre e dittature, che va accolto indistintamente. La triste prospettiva di un’Europa vecchia e piena di paure che solo l’arrivo di nuove generazioni può migliorare.

Fare figli non è un diritto incondizionato. Luisa Muraro, femminista della differenza, ci spiega perché la maternità surrogata, a suo avviso, è un attacco frontale alla relazione materna, da cui riceviamo la vita e la parola. Muraro polemizza anche con un modo di vedere il mondo fondato solo su obbligatorio e proibito, dove ciò che non rientra nelle due categorie è indifferente e ogni possibilità vale l’altra. L’opportunità di introdurre la differenza sessuale nel diritto, la cui neutralità finisce per penalizzare le donne. 

In un sistema sanitario alle prese con una popolazione sempre più anziana e affetta da patologie croniche, dove l’obiettivo è ridurre i ricoveri e limitare al minimo gli accessi al pronto soccorso inappropriati, la figura dell’infermiere, per vocazione attento più all’interesse della persona che alla sua patologia, ha grandi potenzialità anche nel rapporto tra l’ospedale e il territorio. Maurizio Zega e Elisabetta Trinchero ci parlano della Centrale di continuità assistenziale del Gemelli, un’unità nuova, gestita esclusivamente da infermieri dove si comincia a lavorare per la dimissione del paziente fin dal primo giorno.

Per le storie di lavoro, il racconto di Ivan Odinelli, piastrellista e pavimentista, sulla sua esperienza a Montecarlo, dove chi lavora deve temere soprattutto i portieri dei palazzi. La scelta di emigrare con la famiglia in Francia, dove, fra l’altro, mettere su una ditta individuale è semplicissimo.

Come vanno interpretati i risultati delle ultime elezioni in Polonia che hanno visto tornare al potere una destra nazionalista, autoritaria e antieuropea? Konstanty Gebert ci parla di un paese dalla memoria corta e del perché la Siria gli ricorda la Spagna, quando i comunisti sostenevano i comunisti, i fascisti sostenevano i fascisti ed entrambi trucidavano i moderati; la debolezza di un’Europa dove i cittadini sono contenti di poter viaggiare senza attraversare frontiere e senza cambiare moneta e dove però nessuno si assume la responsabilità e l’onere di far funzionare questo nobile progetto di unione.

A Imola una fondazione bancaria ha acquisito la straordinaria biblioteca di Luigi Fabbri, maestro e intellettuale anarchico costretto a fuggire in America Latina perché non aveva voluto giurare fedeltà al regime fascista. Giuseppe Savini e Massimo Ortalli ripercorrono il tribolato percorso fatto dai preziosi libri di Fabbri, prima salvati dalla straordinaria generosità di Torquato Nanni, poi apparentemente scomparsi e infine ritrovati, soprattutto grazie alla passione e alla tenacia di Ortalli.

"La città di Soissons occupata dai tedeschi e abbandonata dalle autorità, venne letteralmente salvata dal panico e dalla distruzione da una donna, la signora Macherez, che recatasi dal comandante delle forze nemiche gli dichiarò di rappresentare il sindaco, assente, e di assumere tutta la responsabilità della sua carica”. Per il "reprint” pubblichiamo un testo uscito sull’Almanacco Italiano del 1916.