Huaxi. Il signor Zhou Fuquan sembra come aver sbagliato strada ed essere entrato in una casa non sua. E’ in piedi nel mezzo del salotto di questa fastosa villa. Dal grande e morbido divano di pelle si gode la vista ininterrotta del televisore 40 pollici e i mobili in legno lucidato sono ricoperti di figure opulente e orologi. Tutto trasuda ricchezza. L’opulenza della villa non sembra compatibile con questo vecchio contadino incurvato nella divisa maoista, con la pelle cotta da anni di lavoro nei campi e la dentatura distrutta. Potrebbe essere un abitante di qualunque villaggio cinese ma quello in cui vive è molto diverso dalla media e quindi dobbiamo scusarci con Zhou: questa è la sua residenza.
Vicino alla cornice dorata contenente il diploma che testimonia il servigio da lui reso alla comunità, Zhou accoglie disorientato le orde di turisti cinesi che gli invadono la casa. “Siamo venuti ad imparare da quest’esperienza” dice Kang Baoyin, un contadino della vicina provincia di Zhejing. Insieme ad altri visitatori del suo stesso paese rimane attonito davanti all’incredibile grado di benessere, “Anche voi potete ottenerlo” dice con incoraggiamento la guida del gruppo. Un ospite proveniente da Shanghai dice con tono scettico: “Qui vivono meglio di noi! “.
Il nome del paesino è Huaxi, lodato come “il villaggio numero uno” in Cina e abitato dai contadini più ricchi del paese.
Nel centro del villaggio si erge una nuova pagoda di 25 piani fiancheggiata da circa 150 ville familiari quasi identiche, di 400 metri quadri, e 25 residenze di lusso una delle quali appartiene a Zhou. Da qui si capisce perché i contadini, che guadagnano di media 2.500 yuan all’anno, vogliano imparare da Huaxi. Lì, infatti, gli abitanti guadagnano una media di 50.000 yuan all’anno, ogni famiglia possiede una macchina, accede gratuitamente all’elettricità e alla benzina ed è pure coperta da un’assicurazione sanitaria. Fuori dalle mura del villaggio si trova l’origine del miracolo di Huaxi, ovvero le fabbriche che producono manufatti in acciaio e ferro, sigarette, articoli high tech e molto altro. Si valuta che le industrie di proprietà del villaggio abbiano ottenuto profitti annuali pari a dieci bilioni di yuan. I 2000 abitanti registrati di Huaxi sono stati per lungo tempo troppo pochi per stare al passo col successo delle loro imprese. Diecimila contadini che normalmente avrebbero affollato le metropoli cinesi alla ricerca di un lavoro sono stati assorbiti dalle fabbriche di questo piccolo villaggio.
Tuttavia, con salari che variano dai 600 agli 800 yuan, non sono certo i principali beneficiari della ricchezza di Huaxi.
Huaxi, che dista tre ore di macchina da Shanghai, è la creatura di Wu Renbao. All’interno della pagoda si possono vedere appese al muro foto del signor Wu insieme alle personalità più importanti del Paese. Quando il Presidente Jiang Zemin ha visitato il villaggio un opuscolo del paese riferisce che abbia esclamato: “Gli abitanti di Huaxi sono felici! Veramente felici!”. Se conformarsi significa essere felici, allora gli abitanti di Huaxi sono sicuramente tra i più felici della Cina. Il villaggio è un insieme ordinato, forse troppo ordinato con file interminabili di abitazioni uguali. I bar, gli internet cafè e l’onnipresente Karaoke sono banditi. Gli abitanti del villaggio, cui viene assegnato il lavoro dalle autorità locali, ricevono metà del salario ogni mese mentre l’altra metà viene messa in un fondo. Alla fine dell’anno vengono distribuiti consistenti bonus insieme al 40% dei salari trattenuti. Il denaro rimasto viene destinato ad altre attività a discrezione delle autorità del villaggio.
Tutti i cinesi conoscono Huaxi. Prima e durante la Rivoluzione Culturale, l’onore di essere il “villaggio numero uno” della Cina era toccato a Dazhai nella provincia settentrionale dello Shanxi. Il villaggio fa ora parte della leggenda. Durante il periodo d’oro, i suoi abitanti, ispirati dalle parole d’ordine di Mao, facevano raccolti sovrabbondanti, uno dopo l’altro, così almeno era la versione ufficiale finché Deng Xiaoping andò al potere e i leader del villaggio furono accusati di aver mentito sulla reale entità della produzione. Il governo venne sospettato di aver finanziato Dazhai per utilizzarne il successo per la propaganda comunista. Nel 1964 Mao spronava il popolo a “imparare da Dazhai”, ora colonne di autobus entrano a Huaxi con cinesi desiderosi di imparare dall’esperienza di Huaxi. La lezione insegnata ogg ...[continua]

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