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Una Città 251/2018
Quello spazio bianco
Intervista a Dan Bar-On, Sami Adwan di Barbara Bertoncin
Intervista a Dan Bar-On e Sami Adwan su "La storia dell'altro"

Una Città 251/2018
Il primo appartamento
Intervista a Gian Paolo Gri, Piero Petrucco di Katia Alesiano
Le buone pratiche di cittadinanza, una delle serie su cui ci siamo impegnati di più. Le interviste le abbiamo poi raccolte in due almanacchi. Alcuni titoli: I maestri di strada napoletani e la seconda possibilità; come si decide dove mettere un sito indesiderato di pubblica utilità? L’esperienza di Torino; il paciere del quartiere San Salvario a Torino; la gita scolastica ai quartieri spagnoli di Napoli di un liceo di Ferrara; i senza casa di “Piazza Grande” a Bologna; contro un disagio mentale che isola, esclude, intimidisce, le pratiche territoriali, le relazioni umane... il Paolo Pini di Milano e il Centro di salute mentale di Napoli; la lotta a un dolore inutile, che annichilisce, i centri di Milano, Rimini, Cremona; il diritto al pronto soccorso, sempre e comunque, il medico di strada di Milano; l’unità di strada in giro la notte per Milano a proporre “un altro incontro”; l’immigrato è meglio che compri casa? L’agenzia sociale per immigrati di Vicenza; Treviso: la scuola per immigrati, tanti dei quali già conoscono Dante e Boccaccio...; Tatiana che alla catena di montaggio ha ottenuto il permesso di ascoltare le lezioni universitarie con un solo auricolare; Silva, che dopo tanta sofferenza trova un gruppo di autoaiuto, ritrova i figli...; le mille signore di Torino che non portano più solo pacchi dono ma tengono d’occhio il primario...; curare la schizofrenia aprendo dei bar? L’esperienza di un gruppo di psichiatri, infermieri e pazienti di Torino... eccetera.

Una Città 251/2018
Colei che vede chiaro
Intervista a Khalida Messaoudi di Maria Assunta Mini
Per lungo tempo l’Europa restò diffidente e passiva verso l’ondata di terrore islamista che devastava l’Algeria. Secondo alcuni sarà l’uccisione dei sette frati trappisti di Thibirine a smuoverla. Noi, insieme ad André Glucksmann, avevamo lanciato un appello agli intellettuali europei che venne raccolto da tanti, fra cui Marek Edelman, il vicecapo dell’insurrezione del ghetto di Varsavia, che però ci scrisse per aggiungere qualcosa: “Non potendo fare un poscritto personale all’appello che mi proponete di sottoscrivere, vi chiedo di pubblicare questa mia osservazione: in base alla mia esperienza personale, con i terroristi è necessario usare la forza, anche tramite un intervento internazionale, perché loro capiscono solo il linguaggio della forza”.

Una Città 251/2018
Pieno potere
Intervista a Claude Lefort di Marco Bellini
Intervista a Claude Lefort

Una Città 251/2018
Diserzione dalla politica
Intervista a Marc Lazar di Marco Bellini
È grazie a Marco Bellini, un giovane di Cattolica che viene a stare a Forlì a fare il redattore di “Una città” a vitto e alloggio, che si avvia il processo di “internazionalizzazione” della rivista. Grazie a lui “sbarchiamo a Parigi” e la sua serie di interviste, su tutti i temi sensibili del momento e a studiosi famosi o in procinto di diventarlo, è insuperata: André Glucksmann, Michel Wieviorka, Gilles Kepel, Marc Lazar, Farhad Khosrokhavar, Claude Lefort, Alain Brossat, Emmanuel Todd, Olivier Todd, Nonna Mayer, Pierre-Andrè Taguieff, Paul Virilio, Christian Bachmann, Henri Rey, Yves Ternon, Pascal Bruckner, Muhamad Arkoun, eccetera.

Una Città 251/2018
Usare il dolore
Intervista a Ulla Barzaghi di Gianni Saporetti
Intervista a Ulla Barzaghi

Una Città 251/2018
Le mille notti di Sarajevo
Intervista a Adriano Sofri di Massimo Tesei
intervista telefonica da Sarajevo

Una Città 251/2018
Loro
Intervista a Giovanna Cappelletto di Gianni Saporetti
Intervista a Giovanna Cappelletto

Una Città 251/2018
Brevetto universale
Intervista a Alexander Langer di Massimo Tesei
Quella di Alex sulla brevettabilità del corpo umano è la prima di una lunga serie di interviste riguardanti la bioetica, i problemi legati alla salute e al fine vita, dalle cure palliative al testamento biologico, all’eutanasia, alla possibilità di cronicizzare malattie mortali, di convivere con il disagio mentale in autonomia, eccetera.

Una Città 251/2018
Classe '93
Intervista a Vittorio RIeser di Franco Melandri
Siamo contenti di ricordare Vittorio Rieser, la cui dedizione alla classe operaia non condizionava affatto la sua attenzione alla realtà, anzi. Qualche anno fa ci fece sapere che considerava ottima l’intervista che avevamo fatto a un “padrone buono” e che avremmo dovuto continuare a farne. Consiglio che purtroppo non siamo ancora riusciti a raccogliere.