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Una Città 39/1995I CENTO PROGETTI
Intervista a Filippo Bucarelli di Massimo Tesei
Dal videogioco dei Vigili del Fuoco romani sugli incidenti domestici alla consegna a vista del libretto di circolazione della Motorizzazione di Arezzo , cresce, nel pubblico impiego, uno spirito di iniziativa che va incoraggiato dall’alto. Intervista a Filippo Bucarelli.
Una Città 39/1995
LA PICCOLA PUNTURA
Intervista a Franco Lorenzoni di Massimo Tesei
Passare da lontano per ritrovare le storie di casa propria, per imparare ad ascoltare e per riscoprire l’essenzialità della sopravvivenza e della materialità del vivere. L’ospitalità che stiamo perdendo e la ricettività del bambino verso chi viene da lontano. La velocità nemica dell’atto educativo e l’importanza dell’atto teatrale. Intervista a Franco Lorenzoni.
Una Città 39/1995
A TURNO
Intervista a Peppino Ortoleva di Marco Bellini
La caduta di qualità dei programmi e della professionalità nell’epoca della neo-Tv, fatta di flusso quotidiano e chiacchiericcio. Contenitori di pubblicità che devono pubblicizzare se stessi. L’indissolubile nesso fra democrazia e Tv e le due derive: plebiscitaria della destra e elitaria della sinistra. La comunicazione da uno a molti e il grave problema della "personalità televisiva". Intervista a Peppino Ortoleva.
Una Città 39/1995
UN PEZZETTO DI FUTURO
Intervista a Clara Sereni di Massimo Tesei
Guardare la sofferenza significa fare qualcosa. Un’abitudine alla condivisione che s’è persa. La capacità di attenzione in una città come Perugia. Associare le famiglie per costruire un futuro, non solo per mettere toppe al presente. Un centro diventato punto di ritrovo per i giovani. Intervista a Clara Sereni.
Una Città 38/1995
L’ERESIA DELL’ETICA
Intervista a Giampietro "Nico" Berti di Franco Melandri
L’identificazione fra socialismo e abbattimento del capitalismo è alla base della fine del socialismo reale e della crisi della socialdemocrazia. L’importanza di quegli eretici del socialismo, Merlino, Caffi, Rizzi, allora emarginati perché vedevano il socialismo non come negazione di qualcosa, ma come affermazione di un’etica. Intervista a Nico Berti.
Una Città 38/1995
DOVER VIVERE DA INNOCENTE
Intervista a Massimo Carlotto di Gianni Saporetti
L’odissea di un ragazzo di estrema sinistra che in un lontanissimo 76 si trovò sul posto di un delitto. Un processo durato 11 processi e 18 anni. La latitanza che guasta la vita quotidiana e gli affetti. Il mondo, in Francia, degli esiliati politici, esponenti di una generazione bella e sfortunatissima. Un Messico orribile dove scompaiono i bambini. La solidarietà che serve a sopravvivere e a perseguire una "giustizia giusta". Il lento avvitamento in un epilogo tragico, evitato in extremis. Intervista a Massimo Carlotto.
Una Città 38/1995
AVDO E MIRA
Intervista a Avdo, Mira, redattore, Mila, Hans Koschnick di Michele Colafato, Massimo Tesei
Interviste da Mostar.
Una Città 38/1995
OPINIONE PUBBLICA
Intervista a Giorgio Calò di Franco Melandri
Il sondaggio, a volte anche manipolato, è ormai usato come slogan e come strumento di pressione.
La piazza telematica non sarebbe democrazia diretta ma tirannide. In un paese spaccato in due dove il risultato elettorale lo decideranno gli incerti, il controllo dei mezzi di comunicazione televisivi può essere decisivo. La necessità di una grande coalizione per la difesa di una democrazia in pericolo. Il rischio serio di quei cinque milioni di italiani che sono contro il parlamento. Intervista a Giorgio Calò.
Una Città 38/1995
LA FRONTIERA DELL’INIZIO
Intervista a Carlo Casini di Marco Bellini
Embrioni tenuti in laboratorio in azoto liquido per essere dati alla sperimentazione. Il problema dell’identità familiare del bambino nel caso della fecondazione eterologa. La riduzione fetale operata nel caso di gravidanze plurigemellari, l’escamotage del pre-embrione. La fecondazione artificiale in vitro, ancor più che il problema dell’aborto, ci sta ponendo domande ultime e drammatiche sulla vita dell’uomo. Intervista a Carlo Casini.
Una Città 38/1995
LA CONDIZIONE OPERAIA AL DEPURATORE MI-NORD
Intervista a Lele Galbiati di Marco Bellini
Come dalla lettura di Simone Weil possano venire delle idee su come riorganizzare il lavoro e la gestione di un depuratore pubblico. Operai che facevano i guardiani che, senza incentivi economici, si trasformano in manutentori ognuno con un suo ruolo. Ma ora, la domenica, portano le famiglie a visitare il posto di lavoro. La necessità di colmare il vuoto culturale nella società. Intervista a Lele Galbiati.