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Una Città 43/1995
MADRI
Intervista a Irina L’vovna Dobrohotova di Mirella Fanti
L’organizzazione delle madri russe che si oppongono al durissimo servizio militare dei figli, spesso mandati allo sbaraglio, in Cecenia e altrove, all’insaputa loro e dei familiari. L’esperienza da non ripetere dei reduci "afghani". Intervista a Irina Dobrohotova.

Una Città 42/1995
E’ GUERRA ALLE DONNE
Intervista a Giuliana Sgrena di Marco Bellini
La violenza orripilante scatenata dagli islamisti contro le donne per escluderle dal lavoro e rinchiuderle in casa a fare figli. Il precedente dell’infame Codice della famiglia. L’impossibilità per le donne algerine di restare equidistanti fra governo e islamisti.Gli incredibili brogli elettorali in seggi presidiati dai barbuti e la resistenza delle donne che ha sventato l’avvento di una teocrazia. Le donne del Fis. Intervista a Giuliana Sgrena.

Una Città 42/1995
L’APPARTAMENTO
Intervista a Lejla Music di Fausto Fabbri, Massimo Tesei
Il 30 settembre del ’92, quando il quartiere di Grbavitza fu diviso da Sarajevo e risuonarono le grida che dicevano "balja fuori". L’incredulità di tanti nel grande condominio interetnico dove già erano attivi turni di guardia contro i cosiddetti banditi. La vecchia signora che non volle lasciare i ricordi e forse i marchi nascosti nell’appartamento. Il "nostro" e "i loro" cetnici. Appartamenti scambiati, a volte espropriati, a volte tenuti come "in prestito". Il cammino verso un ponte che porta dove bombardano. Intervista a Lejla Music.

Una Città 42/1995
HANNO UCCISO IL LIBRAIO
Intervista a Magda Taroni di Giovanna Anceschi, Stefano Ricci, Gianni Saporetti
Innamorarsi da giovane di una città in cui i libri e la musica si mischiavano con l’Oriente, con la casbah e il deserto, in cui il mare, il clima, il cibo, tutto era magnifico, in cui brillava alto, dopo la sofferenza, il sole dell’avvenire. Una città da cui si fugge, dove il fascismo islamista scatena la violenza di giovani disoccupati contro donne, stranieri e intellettuali. Intervista a Magda Taroni.

Una Città 42/1995
LA GRANDE FORBICE
Intervista a Andrea Vannucci di Gianni Saporetti
La grande stabilità dell’elettorato italiano malgrado tutto il nuovismo degli ultimi anni. Non ci si sposterà dal 51-49%. Il fallimento di tutti gli obbiettivi della riforma elettorale. I cambiamenti epocali nel tessuto socioeconomico del paese. La fortissima divaricazione fra redditi, fra nord e sud, fra Italia e Europa. Intervista a Andrea Vannucci.

Una Città 42/1995
L’EROICA NORMALITA’
Intervista a donna algerina di Stefano RIcci, Gianni Saporetti
Non è una guerra civile perché non c’è guerra fra due fazioni della popolazione e non c’è stato colpo di stato perché il Fis è un partito anticostituzionale, che aveva imbrogliato le elezioni, e che, se avesse vinto, avrebbe eliminato la democrazia. Questi uccidono gli inermi, vogliono la guerra e la guerra non è mai bella. Gli europei si ricordino che Hitler andò al potere democraticamente. La resistenza quotidiana di tante donne algerine che continuano a fare la loro vita ignorando le minacce di morte. Intervista a una signora algerina.

Una Città 42/1995
STATO SOCIALE E RANCORE
Intervista a Aldo Bonomi, Filippo Bucarelli, Cesare Moreno di Massimo Tesei
Il punto massimo di sfiducia nello Stato come erogatore di servizi continua ad alimentare rancore e ribellione antifiscale e, al fondo, rifiuto della politica. Il primo obbiettivo deve essere quello che lo Stato, nei suoi due campi fondamentali, sanità e scuola, impari a produrre affettività. La diffidenza ormai cronica e l’avvelenamento prodotto dalla via giudiziaria alla difesa dei diritti. Uno stato sociale anche per gli esclusi, non solo egualitario per gli inclusi. Dibattito fra Aldo Bonomi, Filippo Bucarelli e Cesare Moreno.

Una Città 42/1995
LA BATTAGLIA DECISIVA
Intervista a Ozren Kebo di Massimo Tesei
Intervista telefonica con Ozren Kebo.

Una Città 42/1995
IL SOGNO DEL SINDACATO
Intervista a Maurizio Antonioli di Franco Melandri
Il sindacalismo rivoluzionario, basato sull’azione diretta e sullo sciopero generale e finalizzato al superamento delle divisioni ideologiche, non superò la prova della grande guerra. A differenza dei francesi, tanti interventisti italiani formarono l’ala movimentista del fascismo. Fra anarcosindacalismo, modello sovietico e un riformismo ormai statalista fu inevitabile il ritorno ai partiti e alle loro divisioni. La lezione, che resta, di un sindacalismo che comprenda anche gli esclusi. Intervista a Maurizio Antonioli.

Una Città 42/1995
UN’IMPRESA POLITICA
Intervista a Paolo Martini di Gianni Saporetti
Dall’utopia urbanistica di Milanodue, all’imprinting antropologico dei suoi dipendenti, alle adunate allo stadio tutto dimostrava che Berlusconi era un politico prestato all’imprenditoria. L’incapacità a capire della sinistra. Il precedente di imprenditoria. L’illusione sulla bontà libertaria delle nuove tecnologie televisive. L’uso che la destra fa della tv in tutto il mondo e l’odio di Kennedy per la mediazione. Intervista a Paolo Martini.