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Una Città 49/1996
FRA DANTE E L’EUTANASIA (II)
Intervista a Valeria e Vanni Jimi di Dolores David
Di come l’occupazione prenatalizia sia ormai, spesso, uno stanco rituale, del problema difficile di conciliare programmi, spesso trattati astrusamente e discussioni sull’attualità, della mancanza di posti in cui trovarsi al pomeriggio, dell’elitarismo politico che contraddistingue certi licei. Interviste a studenti di un liceo di Bologna e uno di Napoli.

Una Città 49/1996
GLI IDOLI CORAGGIOSI
Intervista a Anna e Susy di Carla Melazzini
Il problema del maschilismo a scuola. Come possono cambiare all’improvviso dei ragazzi, anche corretti fuori da scuola, appena entrano in classe. Un senso di insicurezza che li porta a dover imitare dei modelli che esprimono forza. Intervista a due ragazze di un istituto napoletano.

Una Città 49/1996
FRA DANTE E L’EUTANASIA (I)
Intervista a Luca di Carla Melazzini


Una Città 49/1996
LA FALDA CENTRALE
Intervista a Darko Bratina di Aldo Bonomi
I due problemi della Russia sono l’orgoglio ferito e il malessere sociale. L’importanza di un’Europa centrale, pragmatica ed europeista, frontiera fra est e ovest. Il modello del nord-est italiano, flessibile ed esportabile. Debito estero altissimo e marasma istituzionale all’origine della catastrofe nella ex Jugoslavia. Il rischio secessionistico. Intervista a Darko Bratina

Una Città 49/1996
MALA EXEMPLA
Intervista a Marcello Gallo di Gianni Saporetti
Giudice e magistrato d’accusa, oltre che due funzioni radicalmente distinte, per la complessità odierna delle indagini, sono ormai due mestieri diversi. L’indispensabile separazione delle carriere, a patto che non venga pregiudicata l’indipendenza del pubblico ministero. Modificare due articoli della Costituzione. Intervista a Marcello Gallo.

Una Città 49/1996
TI SCRUTANO
Intervista a Luisa Melazzini di Carla Melazzini
Negli anni la cura delle vite prende il sopravvento sull’indignazione per l’ingiustizia sociale. Il giovane pastore che a 4000 metri ha i jeans e il walkman. La scissione interiore dei giovani e il problema di non vergognarsi di se stessi. Intervista a Luisa Melazzini.

Una Città 49/1996
LA MISURA GIUSTA
Intervista a Wolfgang Sachs di Hubert Gasser
Con Alexander Langer una comune avversione per la politica istituzionalizzata e l’attenzione alle aspirazioni sociali. La ridiscussione della parola "conservazione" e la necessità della lentezza. Una politica pensata con le regole della biologia e non più con quelle della fisica. Intervista a Wolfgang Sachs.

Una Città 49/1996
I POSSIBILI SVILUPPI
Intervista a Karl-Ludwig Schibel di Rosanna Ambrogetti, Franco Melandri
Per Bookchin, anarchico ed ecologista, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, basato sull’eterna crescita e sul profitto, è alla base della distruzione della natura. Non necessariamente un’alta tecnologia deve essere distruttiva. La democrazia grande antidoto contro tribalismi ed etnicismi. Intervista a Karl-Ludwig Schibel.

Una Città 49/1996
L’OZIO E IL NEGOZIO
Intervista a Benedetto Saraceno di Patrizia Betti
Il rischio che la riabilitazione diventi un’altra tecnica, dopo la psicoterapia degli anni 70 e gli psicofarmaci degli 80. Il meccanismo manicomiale lo si può ritrovare anche fuori. Lo scambio, e la capacità negoziale del malato-cittadino, viene prima della relazione. La falsa complessità della malattia mentale e la preminenza del contesto. L’importanza della conquista della banalità della vita quotidiana. Intervista a Benedetto Saraceno.

Una Città 48/1996
STANCHE DI GUERRA
Intervista a Zajnap Gashaeva di Mirella Fanti
L’odissea di una donna cecena, che vive a Mosca, per raggiungere i propri cari in un paese travolto dai carri armati russi e devastato da massicci bombardamenti. L’arrivo a Groznyj, una città morta, spettrale. La terribili spedizioni punitive degli Omonovcy, le truppe d’assalto del Ministero degli interni russo, che non si sono fermate di fronte a nulla. Le elezioni farsa in cui potevano votare tutti senza alcun controllo, il presidente fantoccio chiuso nell’aeroporto di Groznyj, l’indifferenza dell’Occidente di fronte al martirio di un intero popolo, considerato affare interno della Russia. Una pace che resta possibile se si accetta di negoziare. Intervista a Zajnap Gashaeva.