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Una Città 57/1997COMMONWEALTH COOPERATIVO
Intervista a Colin Ward di Franco Melandri, Guido Franzinetti
La parola "socialista", un tempo sinonimo di cooperazione, di autogestione e di coinvolgimento dal basso, sembra ormai bandita dal linguaggio della sinistra. L’insulsa retorica rivoluzionaria di ogni tempo si è rivelata rovinosa per la ricerca libertaria. La possibile opzione libertaria per i comuni. Intervista a Colin Ward.
Una Città 57/1997
IL PRIVATO E LA SOGLIA
Intervista a Gisella Bassanini di Gianni Saporetti
Stare sulla soglia, vivere a compagnia, fare salotto. La storia della casa e dell’abitare mostra che la relazione con l’altro, la cura della vita quotidiana e la commistione fra pubblico e privato sono caratteristiche della vita delle donne da sempre. Le donne sconosciute che hanno segnato l’architettura di questo secolo. Intervista a Gisella Bassanini.
Una Città 57/1997
IL LUTTO ETERNO
Intervista a Alain Brossat di Muhameddin Kullashi
Il concetto di catastrofe, un guazzabuglio dove il fallimento di Ariane 5 e la distruzione della Cecenia si equivalgono. Ogni sacralizzazione, ogni teologizzazione dello sterminio, ma anche ogni idea di memoria dell’evento unico comportano rischi di cristallizzazione in un prima e un dopo che non permettono più di discernere e operare razionalmente. Né un annoiato relativismo né l’assolutizzazione di una singolarità. Intervista a Alain Brossat.
Una Città 57/1997
LA STANCHEZZA DELL’ESORCISTA
Intervista a Gustaw Herling di Marco Bellini
Il male sta vincendo banalizzandosi e mostrandosi apertamente. Nazismo e comunismo hanno avvelenato il secolo, la seconda guerra mondiale ha mostrato le potenzialità del male. Il dubbio che scriverne, raccontarne, serva a poco. Intervista a Gustaw Herling.
Una Città 57/1997
Na strade
Intervista a Tanja e Sonja di Mirella Fanti
La tremenda odissea di due ragazze dell’Europa dell’est, che volevano partire per cercare lavoro, ma sono state vendute e in pochi giorni si sono ritrovate a prostituirsi su una sperduta strada italiana. La sensazione di non avere alcuna via d’uscita. Intervista a Tanja e Sonja.
Una Città 57/1997
QUEL FAX...
Intervista a Salvatore Afflitto di Cesare Moreno, Carla Melazzini
Intervista a Salvatore Afflitto.
Una Città 56/1997
SENZA PROVA
Intervista a Giovanni Palombarini di Massimo Tesei
Intervista a Giovanni Palombarini, giudice di Cassazione.
Una Città 56/1997
IL COLORE DELLA PIETRA
Intervista a Vincenzo Starinieri di Gianni Saporetti
Il restauro, ma sarebbe meglio parlare di manutenzione, una volta diventato cultura del vivere quotidiano e del rapporto fra pietra e ambiente, potrebbe riqualificare il lavoro del muratore e appassionare tanti giovani. La necessità di un approccio multidisciplinare alla pietra, nonché di un approccio locale, perché ogni zona ha la sua pietra specifica. La sconfitta della chimica e dei pretesi rimedi universali. Intervista a Vincenzo Starinieri.
Una Città 56/1997
LA FORMAZIONE CHE NON SI DA’
Intervista a Giuseppe Farias di Edi Rabini, Gianni Saporetti
La qualità della formazione professionale che dovrebbe essere in cima alle preoccupazioni dei governanti di un paese dove più del 60% dei ragazzi resta al di qua del diploma superiore, continua ad essere del tutto sottovalutata. Una situazione incostituzionale dove le scuole professionali non passano, come dovrebbero, alle regioni. Intervista a Giuseppe Farias.
Una Città 56/1997
IL LAVORO CHE DISTRUGGE
Intervista a Marco Revelli di Gianni Saporetti
La fine di questo secolo è segnata dalla fine del modello fordista. Crollano tutti i presupposti di quel modello: la crescita illimitata, per cui ad ogni aumento della produzione doveva corrispondere un aumento dell’occupazione, e il gigantismo industriale, ossia l’idea che fosse vantaggioso concentrare in un unico luogo di tutte le funzioni produttive. Con la formazione di un capitale finanziario gigantesco, extraterritoriale, teso unicamente all’immediata autovalorizzazione, è crollato anche il presupposto che la ricchezza fosse qualcosa di reale, di materiale, di ancorato al territorio. Oggi il lavoro non crea più socialità, anzi tende a distruggerla, a divorarla, quasi fosse una materia prima. Intervista a Marco Revelli.